Turchia Italia, andate e
ritorni
Il regista e sceneggiatore Ferzan Ozpetek nasce a
Istanbul (Turchia) il 3 febbraio 1959. Vive e lavora da lungo tempo in Italia
tanto che si considera a tutti gli effetti un regista italiano. Arriva a Roma
nel 1978 a soli 19 anni per studiare Storia del cinema all'Università La
Sapienza; completa la sua formazione frequentando corsi di storia dell'arte e
del costume all'Accademia Navona e corsi di regia all'Accademia d'Arte
drammatica Silvio D'Amico. Per curiosità vale la pena di ricordare che, proprio
durante questi anni, Ozpetek dipinge la "Fata ignorante", il quadro
che appare nel suo film omonimo, circa venti anni dopo.
Ferzan Ozpetek negli anni '80
e '90
Oltre a studiare, riesce anche ad entrare nel mondo
del cinema italiano. Trova il suo primo piccolo ruolo sul set di "Scusate il ritardo"
nel 1982, dove portava té e biscotti a Massimo Troisi tutti
i pomeriggi. In seguito arrivano anche incarichi più importanti e Ozpetek
lavora come assistente e aiuto regista con Maurizio Ponzi, Lamberto Bava, Ricky Tognazzi e Marco Risi.
È stato proprio quest'ultimo ad offrirgli una possibilità
"imperdibile" quando, nel 1997, lo aiuta a produrre "Il bagno turco"
con la sua casa di produzione, la Sorpasso Film.
Il primo film di Ferzan Ozpetek risulta
un debutto salutato con successo dalla critica e anche dal pubblico.
"Hamam" è un vero e proprio omaggio alla Turchia, la terra d'origine
del regista, in cui la cultura turca viene presentata attraverso gli occhi di
un giovane architetto di Roma. Ovviamente, non è solo coincidenza che proprio
il suo primo film narra la storia di un outsider, di un uomo che arriva
dall'Italia a Istanbul e viene incantato dalla cultura esotica ed eccitante del
paese. Si deve aggiungere che nella storia del protagonista, alla scoperta di
un mondo lontano viene associata anche la scoperta di sé stesso e di un amore
omosessuale.
Due anni dopo, nel 1999, esce "Harem suaré",
il primo film prodotto in collaborazione con Tilde Corsi e Gianni Romoli.
Questo lavoro rappresenta l'inizio di una serie molto fertile di produzioni
cinematografiche e di successi, sia per la casa di produzione che per Gianni
Romoli produttore e anche co-sceneggiatore di tutti i successivi film di Ozpetek.
"Harem suaré" presenta la caduta dell'impero ottomano attraverso la
storia dell'ultimo harem imperiale. Anche questa pellicola è dedicata
interamente alla Turchia, e anche in questa opera si vedono punti di
collegamento tra la cultura turca e quella italiana, in quanto la protagonista
è appassionata delle opere liriche italiane. L'attrice turca Serra Yilmaz, che
ormai è diventata l'attrice simbolo di Ozpetek appare per la prima volta volta
proprio in "Harem suaré".
La prima metà degli anni 2000
Nel 2001, con l'uscita di "Le fate ignoranti",
Ozpetek prende una nuova direzione e lascia la Turchia, spostando la storia in
Italia, più precisamente nella Roma contemporanea. Il tema centrale non sembra
molto facile a prima vista, dato che nel film si tratta dell'incontro di una
donna con l'amante omosessuale di suo marito appena morto in un incidente.
L'incontro con "le fate" cambia la vita
della protagonista. Le fate sono un gruppo di amici, nella maggior parte
omosessuali, che formano una specie di comunità che vive in un unico palazzo di
periferia, una specie di "isola"; quando la protagonista scopre un
aspetto nuovo della personalità del marito, questo fatto lenisce in parte il
dolore che lei sente per la sua morte.
La pellicola è considerata uno dei capolavori di
Ozpetek, ed è stata premiata con il Nastro d'argento nel 2001 con
riconoscimenti per il miglior produttore (Tilde Corsi), la miglior attrice (Margherita Buy)
e il miglior attore protagonista (Stefano Accorsi).
L'altro film che si considera spesso un capolavoro è
uscito nel 2003 con il titolo "La finestra di fronte".
Anche qui, la protagonista, imprigionata nell'esistenza monotona tra un
matrimonio poco soddisfacente e un lavoro in cui perde la propria personalità,
è alla ricerca del suo vero "Sé". Il coprotagonista è un uomo
vecchio, "trovato" per strada, privo di memoria; durante il film si
scopre pian piano che nasconde in sé il ricordo di un omicidio e di una
decisione di sessanta anni prima. I due protagonisti si conosceranno attraverso
una passione condivisa: la pasticceria. Dal loro incontro e dal loro lavoro,
nasceranno dei dolci che sono veri e propri inni alla vita.
Nel 2005 è stato presentato "Cuore
sacro", il film che divide fortemente
sia la critica, sia il pubblico. La storia presenta la metamorfosi e la
"redenzione" di una giovane imprenditrice che, a poco a poco, viene
presa da una "follia religiosa".
Il parallelo con "Europa 51" di Roberto
Rossellini è inevitabile, tuttavia, come si
legge anche nelle critiche, il risultato è molto meno soddisfacente. La
citazione della conversione di San
Francesco non è assolutamente attendibile in
quell'ambiente e in quel contesto, così come anche la rappresentazione della
Pietà di Michelangelo risulta
una esagerazione. Insomma, anche i critici sembrano essere d'accordo nel fatto
che "Cuore
sacro" è un film nato con l'esigenza di
una chiamata artistica, ma che, purtroppo, l'opera non riesce a soddisfare.
La seconda metà degli anni
2000
Nel 2007 Ozpetek realizza "Saturno
contro". Si tratta di uno spettacolo
corale, a prima vista molto simile a "Le fate ignoranti".
Infatti, anche qui si tratta di un gruppo di amici, che invece, non sono niente
affatto ignoranti.
Sono tutti più o meno quarantenni, di successo,
borghesi, che si trovano "a fare i conti alla soglia della maturità con
la necessità di riscoprire il senso del gruppo in un momento come quello
attuale in cui la crisi economica, lo spettro delle nuove malattie e il
terrorismo internazionale hanno reso il senso della vita più precario e più
fragile" (www.saturnocontro.com).
Qui, il tema centrale è la separazione, sia
nell'amicizia che nell'amore, in un gruppo basato su legami di amicizia molto
stretti e di lunga data, che presentano segni di stanchezza dovuta
all'abitudine.
Dopo il successo ottenuto solo in parte dal film
precedente, con "Saturno
contro", Ozpetek sembra riprendere la
maniera tanto caratteristica delle sue pellicole. Parla sempre di problemi e
fenomeni controversi della società contemporanea, non soltanto dell'omosessualità.
Ozpetek, nei suoi film, riesce a presentare rapporti
umani quotidiani che, allo stesso tempo, sono molto speciali. Una vedova che
entra in relazione con l'uomo che è stato l'amante di suo marito, o la
scomparsa improvvisa di un uomo, dalla rete di amicizie di un gruppo, che si
potrebbe definire quasi una famiglia allargata.
Le esperienze descritte da Ozpetek sono in un certo
senso autobiografiche, infatti, abbiamo a che fare con un uomo arrivato da
lontano che ormai si è italianizzato ma non dimentica le sue radici turche.
Vivere e sopravvivere, ricercando noi stesssi, questo
è il tema che ritorna sempre nelle opere di Ozpetek. E tutto questo avviene con
una spettacolarità e passione che rendono tutti questi film unici e
inimitabilmente "ozpetekiani".
Nel 2008 è in concorso al Festival del Cinema di
Venezia dove presenta "Un giorno perfetto", adattamento
cinematografico del romanzo di Melania Gaia Mazzucco, che vede protagonisti gli
attori Isabella
Ferrari e Valerio
Mastandrea. L'anno successivo dirige a Lecce
"Mine
vaganti", il suo primo film girato fuori
Roma. Il lavoro esce a marzo del 2010: nel cast vi sono Riccardo Scamarcio, Alessandro Preziosi e
Nicole Grimaudo.
Ferzan Ozpetek negli anni
2010
La città di Lecce gli conferisce la cittadinanza
onoraria nel maggio del 2010. Nel 2011, grazie a "Mine vaganti"
riceve il Premio Mario Monicelli per
la migliore regia, il Premio Tonino
Guerra per il miglior soggetto e il Premio
Suso Cecchi D'Amico per la miglior sceneggiatura.
Alla fine del mese di aprile del 2011 debutta come
regista teatrale con l'opera
lirica Aida, di Giuseppe Verdi, diretta in musica
dal maestro Zubin
Mehta; le scenografie sono del premio Oscar
Dante Ferretti.
L'anno seguente, nel 2012, Ferzan Ozpetek cura
la regia de La traviata,
opera inaugurale della stagione lirica del Teatro San Carlo a Napoli.
All'inizio del mese di novembre del 2013 viene
pubblicato il suo primo romanzo. Il titolo è "Rosso
Istanbul": si tratta di un romanzo
autobiografico incentrato sul rapporto tra l'autore e la madre.
Torna alla regia cinematografica nella primavera del
2014 quando esce nelle sale italiane il suo decimo film: "Allacciate le cinture".
In questa opera corale in cui si mescolano dramma e commedia, troviamo Kasia Smutniak,
Francesco Arca e Filippo Scicchitano
Tre anni più tardi, nel mese di marzo 2017, esce nelle
sale italiane e turche "Rosso Istanbul",
film basato sul suo romanzo. Il film è girato a Istanbul - 16 anni dopo
"Harem Suare" - con un cast composto interamente da attori turchi.
Sempre a Istanbul Ferzan Ozpetek gira un videoclip musicale: si tratta del
brano "È l'amore", di Mina e Adriano Celentano,
incluso nell'album "Le migliori".
Alla fine del 2017 esce al cinema il suo film
"Napoli velata".
Dopo "Sei la mia vita" (2005), nel 2020 dà
alle stampe il suo terzo romanzo: "Come
un respiro".
https://biografieonline.it/biografia-ferzan-ozpetek
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