Biografia
Nasce a Cremona nel 1835 da una famiglia
di artisti Eugenio Beltrami e la veneziana Elisa Barozzi
Primi studi
Studia all'Università
degli Studi di Pavia dal 1853 al 1856 dove ha come
insegnante Francesco Brioschi, da poco professore
di Matematica applicata; non riesce però a concludere gli studi per ristrettezze
finanziarie e per la sua espulsione dal collegio Ghislieri dovuta alle sue
simpatie al movimento risorgimentale. Si trova quindi un lavoro di segretario della
direzione delle Ferrovie Lombardo-Venete che lo porta a Verona e Milano.
A Milano frequenta l'Osservatorio
astronomico di Brera e, su suggerimento di Brioschi, riprende a
lavorare su argomenti matematici.
Carriera accademica
Nel 1861 con la
costituzione del Regno d'Italia, si sviluppano varie iniziative
finalizzate al potenziamento del mondo universitario. Beltrami pubblica
nel 1862 il suo primo
articolo e Brioschi riesce a farlo nominare, senza concorso, professore
straordinario di algebra e geometria analitica dell'Università di Bologna. Nel 1864 ottiene la
cattedra di geodesia all'Università di Pisa, dove entra in
amicizia con Enrico Betti e conosce Bernhard Riemann, che vi si trovava per ragioni di
salute. Nel 1866 ritorna a
Bologna per ricoprire la cattedra di meccanica razionale. Nel 1873 viene chiamato
alla cattedra di meccanica razionale dell'Università di
Roma, nella città da poco divenuta capitale. Dal 1876 si trasferisce
a Pavia per occupare la
cattedra di fisica matematica e nel 1891 ritorna a Roma
per svolgervi le sue ultime attività di insegnamento.
Attività scientifica
Grande
merito di Beltrami fu lo stile espositivo lucido ed elegante. Beltrami fu anche
importante nell'organizzazione della matematica italiana: presidente dell'Accademia
dei Lincei nel 1898, succedendo a Brioschi, fece parte anche dell'Accademia delle Scienze di Bologna.
Beltrami si
occupò ampiamente di geometria
differenziale,
riprendendo le opere di Lobachevsky, Gauss, Riemann e Luigi Cremona. Tradusse il lavoro di Gauss sulla rappresentazione conforme e affrontò il problema di stabilire quando è
possibile rappresentare una geodetica di una superficie mediante un
segmento rettilineo sul piano: scoprì che la cosa è possibile solo per le
superfici a curvatura costante. Passando quindi ad esaminare le superfici a
curvatura negativa ottenne nel 1868 il suo risultato più famoso: nell'articolo Saggio
sopra un'interpretazione della geometria non euclidea fornì una concreta realizzazione della geometria non euclidea di Lobachevsky e János Bolyai e la collegò alla geometria di
Riemann: si servì
di una pseudosfera, superficie generata per
rivoluzione di una trattrice intorno al suo asintoto. In questo articolo Beltrami non
segnalò esplicitamente di aver provato la consistenza della geometria non
euclidea cioè l'indipendenza del postulato delle rette parallele dagli altri assiomi della geometria
euclidea, ma
piuttosto sottolineò che János Bolyai e Lobachevsky avevano sviluppato la teoria delle
geodetiche sulle superfici di curvatura negativa. La sua prova della
indipendenza del postulato delle rette parallele fu sottolineata da Guillaume Jules Hoüel nella sua traduzione in francese
dei lavori di Lobachevsky e di Beltrami. Le ricerche di Beltrami sulla teoria
dell'elasticità in spazi
non euclidei si inserivano nella corrente filosofica naturale, che si sforzava
di fornire una spiegazione del mondo in termini meccanici. Il modello fisico
che aveva elaborato non era l'obiettivo delle sue ricerche, ma solo uno
strumento per arrivare a formulare una descrizione matematica del fenomeno,
oggetto principale delle sue ricerche.[1]
Nel 1873 fu
il primo matematico a dimostrare la decomposizione ai valori singolari di una matrice a valori reali.
Questo metodo di fattorizzazione produce un'approssimazione della matrice
originaria, con minor rango. Lo stesso risultato fu ricavato l'anno seguente da
Camille
Jordan.
Beltrami si
è occupato anche di ottica, termodinamica, elasticità, teoria del
potenziale ed elettromagnetismo. In questo ambito di studi esaminò
come avrebbero dovuto esser modificate alcune leggi fisiche per operare in uno
spazio a curvatura negativa e diede una generalizzazione dell'operatore di
Laplace. Le
tecniche differenziali di Beltrami per lo studio dei problemi fisico-matematici
influenzarono indirettamente la nascita del calcolo
tensoriale fornendo
una base per le idee che svilupperanno successivamente Gregorio Ricci-Curbastro e Tullio Levi-Civita.
Alcuni degli
ultimi lavori di Beltrami riguardano l'interpretazione meccanica delle equazioni di
Maxwell.
Riconoscimenti
Nel 1899 fu nominato senatore del Regno.
Al suo nome
è dedicato un asteroide della fascia principale, 15620 Beltrami.
Opere
- Eugenio Beltrami, Saggio di
interpretazione della geometria non-euclidea, in Giornale di
Mathematiche, VI, 1868, pp. 285–315.
- Eugenio Beltrami, Teoria fondamentale degli spazii di curvatura
costante, in Annali.
Di Mat., ser II, vol. 2, 1868, pp. 232–255, DOI:10.1007/BF02419615.
- Sulla teoria dell'induzione
magnetica secondo Poisson, Bologna, 1884.
- Opere matematiche di Eugenio
Beltrami pubblicate per cura della Facoltà di scienze della r. Università
di Roma (volumes 1–2) (U. Hoepli, Milano, 1902–1920)[2]
- Stessa edizione, volumi 1–4, su name.umdl.umich.edu.
https://it.wikipedia.org/wiki/Eugenio_Beltrami?veaction=edit§ion=4
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