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sabato 26 febbraio 2022

Lo Sapevate Che: Watson-Watt dimostra il funzionamento del radar: Per l'Italia di Marconi rappresentò uno smacco veder attribuito a un fisico britannico il merito di aver realizzato il primo sistema di telerilevamento.

 

Ormai giunto alla mezza età, Robert Alexander Watson-Watt – discendente del più celebre James Watt, inventore della macchina a vapore – dispera di poter emulare l’antenato per fama e posizione economica. La svolta della sua vita arriva quando un addetto del Ministero dell’aviazione inglese gli chiede se è possibile distruggere un aereo inviandogli contro radioonde come fossero missili. Allo scoppio della seconda guerra mondiale mancano ancora tre o quattro anni, ma il governo britannico già teme che l’espansione tedesca sfoci in un conflitto. Watson-Watt, che è un fisico radiofonico, comprende immediatamente che approfondire questo discorso lo può agevolare nella carriera grazie alle sue conoscenze. Certo, al contrario dell’addetto al ministero è ben conscio che le radioonde non possono distruggere un aereo, ma si chiede che cosa può fare per soddisfare quella richiesta e inizia a immaginare come possano essere sfruttati meglio gli effetti delle onde radio sulla carlinga metallica di un aereo in volo.

Nato il 13 aprile 1893 a Brechin, in Scozia, Robert Watson-Watt studia allo University College di Dundee (allora parte dell’università di St Andrews) e subito dopo trova lavoro come meteorologo, utilizzando le onde radio per localizzare i temporali dalla base della Royal Aircraft a Farnborough, nell’Hampshire: è il 1915 e il 22enne Watson-Watt utilizza già la tecnologia radio per avvertire gli aviatori. Dopo aver sposato il 20 luglio 1916 Margaret Robertson – figlia di un disegnatore e dalla quale divorzierà non molto tempo dopo – Watson-Watt è aiutato dal collega ricercatore Arnold Frederic Wilkins con il quale inizia ad approfondire l’argomento.

Le radioonde sono ondulazioni di un campo magnetico che non hanno praticamente alcun effetto su molti materiali, ma la cosa cambia quando si parla di metalli, i cui atomi hanno legami molto forti vicino al nucleo ma più labili con gli elettroni periferici. Questi materiali riflettono l’onda che così torna indietro e il segnale di ritorno permette di identificare oggetti per i quali altri tipi di emissioni (come il suono o la luce visibile) non risulterebbero efficaci. Misurando il tempo tra la trasmissione dell’impulso e il ritorno dell’eco è possibile stabilire la distanza a cui si trova il bersaglio, dato che la rapidità a cui si propaga l’impulso elettromagnetico è nota: la velocità della luce.

Watson-Watt sa che indirizzando le radioonde verso un aereo metallico in volo, non si ottengono effetti particolari sugli elettroni vicino al nucleo del metallo, ma i miliardi di elettroni periferici vengono messi in violenta oscillazione e così diventano miliardi di ricetrasmettenti. In parole semplici, le onde inviate contro un aereo in volo hanno l’effetto di trasformarlo in un’antenna ricetrasmittente che nulla e nessuno può occultare.

E così nel febbraio 1935, quando ha 43 anni, Watson-Watt scrive un rapporto sul rintracciamento degli aerei con i sistemi radio, documento che attira l’attenzione di un comitato che si occupa di difesa aerea, diretto da Sir Henry Tizard. Watson-Watt dimostra la fattibilità della sua teoria in un test con una radio a onde corte, usata per rilevare un bombardiere, e viene nominato sovrintendente della stazione di ricerca di Bawdsey vicino a Felixstowe, nel Suffolk, sotto il Ministero dell’aviazione.

Watson-Watt si rende conto che riferire rapidamente i risultati del rilevamento radar al comando dell’aviazione militare è una componente essenziale per raggiungere il successo contro gli attacchi degli aerei nazisti. Per farlo, dà vita a un team che a Bawdsey sviluppa quella che diventerà la cosiddetta “filter room” con il compito di interpretare i dati grezzi in arrivo dagli strumenti e trasmetterli al Fighter Command.

Il sistema integrato delle stazioni radar – noto come “Chain Home” e “Chain Home Low” – e il fattivo contributo interpretativo degli esperti nella filter room diventano subito il fattore determinante che porta alla vittoriosa difesa della Gran Bretagna durante la battaglia d’Inghilterra. Le informazioni tempestivamente trasmesse al Fighter Command permettono di rilevare rapidamente l’attacco della Luftwaffe, consentendo una immediata reazione della Royal Air Force.

Nasce in questo modo il radar, anche se in realtà il termine viene coniato solo nel 1941 come acronimo di “radio detecting and ranging” cioè rilevazione e localizzazione con radioonde. Del resto, nel 1935 a Watson-Watt e alla nazione, più che dare un nome alla scoperta, interessa intercettare il nemico e realizzare il maggior numero possibile di stazioni ricetrasmittenti funzionanti. Ben presto l’aviazione tedesca – qualunque sia la direzione e la destinazione dell’attacco – viene inspiegabilmente intercettata dai velivoli della RAF ancor prima che i velivoli nazisti arrivino in vista delle coste britanniche.

Watson-Watt dopo la vittoriosa resistenza nei cieli inglesi, sembra abbia affermato “la Gran Bretagna è ridiventata un’isola”. Il contributo del radar alla difesa del Paese durante la seconda guerra mondiale è stato un fattore importante per la vittoria finale e visto che Watson-Watt è stato responsabile sia degli esperimenti iniziali per dimostrare la praticità tecnica dello strumento, sia del lavoro di sviluppo che trasforma l’idea in un progetto completo, gli viene assegnato il titolo di baronetto e in seguito, nel 1952, è premiato con 52 mila sterline esentasse dalla “Royal Commission on Awards to Inventors” del governo britannico. Anche gli Stati Uniti riconoscono il suo contributo assegnandogli la medaglia al merito.

Sempre nel 1952, Watson-Watt si risposa in Canada con Jean Wilkinson, ma la donna lo lascia presto vedovo, morendo nel 1964. Tornato a vivere in Scozia, a 74 anni Watson-Watt chiede la mano di Katherine Trefusis Forbes, sua collega negli anni della battaglia d’Inghilterra e fondatrice della “Women’s Auxiliary Air Force” che forniva le operatrici per la sala radar. I due si sposano 1966 e vivono insieme tra Londra e la Scozia fino al 1971, quando la donna muore. Watson-Watt le sopravvive di due anni, fino al 1973, quando a sua volta muore, a 81 anni a Inverness, dove entrambi sono sepolti.

Il radar è ora utilizzato soprattutto per scopi civili per mantenere i passeggeri al sicuro, rilevando la traiettoria di volo di ogni aereo commerciale del mondo. (Marco Belletti)

https://www.italiastarmagazine.it/scienza/non-fate-londa-radar-13448

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