La scoperta dell'America
Robert Bernard Altman, regista, sceneggiatore e
produttore di fama mondiale, nasce il 20 febbraio 1925 a Kansas City, nello
stato del Missouri.
Educato in un istituto dei gesuiti,
a 18 anni si arruola nell'esercito e parte per la Seconda Guerra Mondiale come
pilota. Partecipa ad oltre 50 bombardamenti aerei, poi torna dal fronte: nel
1947 frequenta la facoltà di ingegneria all'Università del Missouri. Il suo
talento creativo si dimostra nell'invenzione di una macchinetta per tatuare il
codice di identificazione dei cani.
Intanto Robert Altman scrive per la radio e realizza
documentari e film industriali per la Calvin Company. Messi da parte un po' di
soldi, nel 1953 scrive, dirige e produce il suo primo film, "The
Delinquents" (mai stato distribuito in Italia).
Nel 1957 realizza "La storia di James Dean",
documentario sulla vita del giovane divo scomparso tragicamente un anno prima.
Dal 1957 al 1966 lavora per varie serie tv tra cui "Alfred Hitchcock Presents"
e "Bonanza", ma spesso è licenziato e cacciato dai set a causa dei
suoi rifiuti a sottostare alle direttive della rete televisiva e alle sue
insistenze per inserire nei suoi lavori contenuti politici e antimilitaristi.
Sebbene sull'orlo del disastro finanziario a causa dei
debiti di gioco, riesce a fondare una casa di produzione, la Lion's Gate Films.
Nel 1970 con "M.A.S.H." (con Donald Sutherland),
derisoria e beffarda parodia antimilitarista, vince la Palma d'Oro a Cannes e
il film riceve sei nomination all'Oscar. Il film segnalò Altman come uno degli
autori più significativi e originali del cinema degli anni '70 e come uno degli
interpreti più attenti e profondi della società americana, la cui storia e i
cui fenomeni vengono passati al vaglio critico e irriverente del grande
regista.
Con "Anche gli uccelli uccidono" (1971)
Altman denuncia il razzismo ancora radicato nel profondo Sud del paese; con
"I compari" (1971), rivisita l'epopea del West, mostrandone gli
aspetti meno magnificenti ed eroici.
Con "Il lungo addio"
(1973), interpretato da un disincantato Elliott Gould (uno degli attori
preferiti dal regista), Altman mostra un Philip Marlowe privato alle prese con
la routine quotidiana per niente eroico e paladino della legge. Il film è
tratto dall'omonimo romanzo di Chandler.
"Gang" (1974) rende omaggio - in
un'atmosfera nostalgica - al mondo della malavita degli anni '40, con gangster
che paiono dei vinti e dei reietti. Al gioco d'azzardo è dedicato
"California Poker" (1974), dove i due protagonisti sono colti nel
loro vagabondare attraverso un'America amara e ostile.
Altman è noto per la sua capacità di realizzare film
corali tra cui "Nashville" (1975), uno dei suoi lavori più
apprezzati. Il film è uno spaccato amaro e simbolico delle inquietudini della
società americana del tempo: ottiene cinque nomination all'Oscar. Il successo
commerciale della pellicola gli procura i soldi per il nuovo impianto sonoro a
8 piste con cui può registrare i suoni sul set in presa diretta dei film
successivi.
Con "Buffalo Bill e
gli indiani: ovvero la lezione di storia di Toro Seduto"
(1976) vince un Orso d'oro al Festival di Berlino, e prosegue nella revisione
demitizzante degli eroi nazionali e della retorica delle leggende che
li accompagnano. Il suo Buffalo Bill è
un personaggio goffo, ignorante al limite della stupidità.
Con "Tre donne" (1977) l'attenzione di
Altman si sposta sui problemi della condizione femminile. Non sempre il
pubblico, i produttori e la critica riescono a seguire la complessità e
l'eccentricità del regista, come accade con "Un matrimonio" (1978),
"Quintet" (1978) e "Una coppia perfetta" (1979).
Dopo il fallimento del film "Popeye"
(1980), musical ispirato ai fumetti del
famoso marinaio mangiaspinaci,
decide di vendere la Lion's Gate e di dedicarsi al teatro, formando la
"Sandcastle 5 Productions" e dirigendo alcuni lavori teatrali.
Per circa un decennio rimane lontano da Hollywood pur
continuando a girare film apprezzati da pubblico e critica: "Jimmy Dean,
Jimmy Dean" (1982), "Streamers" (1983, i cui interpreti vincono
tutti insieme il premio per la migliore interpretazione a Venezia),
"Follia d'amore" (1985, con Kim Basinger),
"Terapia di gruppo" (1987).
Nel 1990 realizza per la televisione "Vincent e Theo",
incentrato sulla vita di Vincent Van Gogh.
Gli anni '90 segnano il ritorno del regista alla
grande industria cinematografica: "I protagonisti" (1992),
"America Oggi" (1993), complesso intreccio di
microstorie ambientato nel sud della California, per il quale riceve un Leone
d'oro a Venezia ex-aequo con "Trois Couleurs, Bleu" di K. Kieslowski.
Poi i lavori successivi: "Prêt-à-porter" (1994, nel quale Marcello
Mastroianni e Sofia
Loren ripropongono la celebre scena del
film "Ieri oggi e domani" di Vittorio
De Sica), "Kansas City" (1996),
"Conflitto di interessi" (1998, con Kenneth
Branagh), "La fortuna di Cookie"
(1999, con Glenn
Close, Julianne
Moore e Chris O'Donnell) e "Il Dottor T e le donne"
(2000, con Richard
Gere e Helen Hunt), "Gosford
Park" (2001, giallo alla Agatha
Christie ambientato nel giro dell'alta
aristocrazia inglese).
Nel 1996 riceve il Leone d'Oro alla Carriera alla
Mostra del Cinema di Venezia e nel 2002 vince il Golden Globe come miglior
regista per "Gosford Park".
I suoi ultimi lavori sono "The Company"
(2003) e "Radio America" (2006).
Il 21 marzo 2006 riceve l'Oscar alla carriera e
nell'occasione rivela di essere stato sottoposto a un trapianto di cuore, circa
dieci anni prima.
Robert Altman si è spento all'età di 81 anni a Los
Angeles, il 20 novembre 2006.
https://biografieonline.it/biografia-robert-altman
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