Figlio
unico di un commerciante e fabbricante di abiti e di Charlotte Frowein di
Amsterdam, a tre anni la sua famiglia si trasferì dalla provincia del Basso
Reno ad Apeldoorn in Olanda, dove frequentò le scuole primarie dimostrando
interesse per la natura e abilità meccaniche che gli resteranno per tutta la
vita.
Dal
1862 frequentò una scuola tecnica dalla quale venne espulso con l’accusa di
avere fatto una caricatura di un insegnante, in realtà opera di un altro.
Nel
1865 si iscrisse all’Università di Utrecht per studiare fisica, ma non aveva i
requisiti per essere ammesso e avendo saputo che si poteva entrare al
Politecnico di Zurigo superando l’esame di ammissione, vi riuscì e frequentò
ingegneria meccanica.
Frequentò
le lezioni di Clausius e il laboratorio di Kundt ed entrambi ebbero una grande
influenza sulla sua formazione. Nel 1869 ottenne il Ph.D. dall’Università di
Zurigo, divenne assistente di Kundt e lo seguì prima a Würzburg poi a
Strasburgo tre anni dopo.
Sposò
nel 1872 Anna Bertha Ludwig, che aveva incontrato a Zurigo nel caffè gestito
dal padre, nipote del poeta Otto Ludwig. Non ebbero figli, ma nel 1887
adottarono una nipote di Bertha, Josephine, di sei anni.
Nel
1874 divenne Lettore all’Università di Strasburgo e nel 1875 Professore
all’Accademia di Agricoltura a Hohenheim. Nel 1876 tornò a Strasburgo come
professore di fisica, ma tre anni dopo accettò la cattedra all’Università di
Giessen.
Dopo
aver rinunciato simili offerte dalle Università di Jena e Utrecht alla fine nel
1888 accettò di succedere a Kohlrausch all’Università di Würzburg.
Le
sue prime ricerche, pubblicate nel 1870, riguardarono i calori specifici dei
gas per poi dedicarsi alcuni anni dopo alla conduzione termica dei cristalli,
in particolare del quarzo, all’influenza della pressione sull’indice di
rifrazione dei fluidi, alla variazione del piano di polarizzazione della luce
da parte di campi elettromagnetici e ad altri fenomeni.
Nel
1895 si occupava del passaggio di corrente elettrica (scariche ad alta
tensione) nei gas rarefatti, un campo di ricerche già esplorato da Plucker,
Hittorf, Goldstein, Crookes, Hertz, Lenard, che avevano determinato, o stavano
determinando, molte proprietà di quelli che erano stati chiamati (da
Goldstein) raggi catodici.
Alla
sera dell’8 novembre 1895 osservò che sebbene il tubo di scarica
fosse avvolto con uno spesso strato di cartone e la stanza fosse buia, una
lastra ricoperta di sostanza fluorescente si illuminava anche se posta a
distanza di alcuni metri.
Quel
giorno era un venerdì e approfittò del fine settimana per ripetere
l’esperimento e le successive settimane mangiò e dormì nel laboratorio per
esplorare questa misteriosa radiazione, che chiamò raggi X.
Notò
che interponendo oggetti sul percorso di questi misteriosi raggi, lasciavano
passare diversamente i raggi imprimendo sulle lastre fotografiche un’immagine.
Quando
interpose la mano della moglie ottenne una ‘fotografia’ delle ossa e
dell’anello, la prima radiografia.
In
successive ricerche stabilì che i raggi erano prodotti dall’impatto dei raggi
catodici su di un corpo metallico.
Solo
con le ricerche di Max von Laue fu accertata la loro natura di onde
elettromagnetiche di frequenza maggiore della luce visibile.
Anche
se la scoperta potrebbe sembrare accidentale, in realtà gli schermi
fluorescenti erano stati preparati per effettuare indagini sui raggi catodici
fuori dal tubo catodico (tubo di Lenard) e quindi la nuova radiazione sarebbe
stata in ogni caso trovata alcuni giorni dopo. Inoltre immagini da raggi X
erano già state ottenute su lastre fotografiche all’Università della
Pennsylvania, ma non erano state riconosciute ed archiviate.
Dopo
50 giorni, il 28 dicembre, pubblicò il lavoro On A New Kind Of X-Rays e
già il 5 gennaio un giornale austriaco pubblicò la sensazionale notizia di una
‘nuova radiazione’ per mezzo della quale si ottenevano ‘fotografie’
dell’interno del corpo umano.
Per
la sua scoperta, subito divenuta popolare, ottenne nel 1901 il
primo Premio Nobel con la motivazione "in
recognition of the extraordinary services he has rendered by the discovery of
the remarkable rays subsequently named after him".
In
effetti furono presto chiamati ‘raggi Röntgen’, specialmente in Germania, ma
egli, schivo, preferì sempre chiamarli raggi X.
Donò
il premio in denaro del Nobel all’Università e rifiutò, per motivi etici, di
brevettare la sua scoperta od ogni applicazione di essa, come faranno poco dopo
i coniugi Curie.
Nel
1900 si era trasferito all’Università di Monaco su speciale richiesta del
governo bavarese e vi rimase per il resto della vita declinando le offerte
della prestigiosa presidenza dell’Imperiale Istituto Tecnico-Fisico di Berlino
e la cattedra di fisica all’Accademia di Berlino.
Ottenne
numerosi premi (tra essi le medaglie Rumford e Matteucci) e dottorati onorari
in fisica e medicina, dopo che le notevoli possibilità diagnostiche dei raggi X
vennero riconosciute, e fu chiamato ed eletto alle principali società ed accademie
scientifiche di tutto il mondo.
Tuttavia
mantenne un carattere schivo e modesto, amante della natura, delle passeggiate,
e dell’alpinismo, specialmente durante le vacanze nella sua residenza montana
di Weilheim, nelle Alpi Bavaresi, dove ospitava gli amici.
Timido,
amava lavorare senza assistenti e gran parte dei suoi apparati erano costruiti
da lui stesso, dimostrando una buona capacità manuale e sperimentale.
Gran
parte dei suoi strumenti, tra cui la famosa prima radiografia della mano della
moglie, è attualmente esposta al Deutsches Museum di Monaco,
mentre un Röntgen memorial è presso il Politecnico di Würzburg
(un tempo sede dell’Istituto di Fisica) dove avvenne la scoperta dei raggi X e
il German Röntgen Museum ha sede a Remscheid (che incorpora
attualmente la località natale di Lennep).
In
suo onore l’elemento 111 venne chiamato nel 2004 Roentgenium e
gli fu intitolato il satellite tedesco ROSAT (Röntgensatellit), lanciato nel
1990 e ovviamente destinato all’astronomia X.
https://www.aif.it/fisico/biografia-wilhelm-conrad-rontgen/
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