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venerdì 31 maggio 2019

Lo Sapevate Che: Cultura in pillole: Cos'è un buco nero, come si forma e perchè è così importante


L’idea dell’esistenza di questi oggetti è un corollario della Teoria della relatività generale di Einstein

Cosa sono i buchi neri?

Si definisce buco nero una regione dello spazio tempo con un campo gravitazionale così intenso che nulla al suo interno può sfuggire all’esterno, nemmeno la luce. L’idea dell’esistenza di questi oggetti è un corollario della Teoria della relatività generale di Einstein: poiché la forza di gravità, che dipende dalla massa degli oggetti, deforma lo spazio tempo e curva anche la traiettoria della luce, un corpo può raggiungere una concentrazione della massa così grande che il suo campo gravitazionale impedisca anche alla luce di allontanarsi.


Che dimensioni hanno? 

Sono relativamente piccoli, anche se possono comprimere e racchiudere la massa di milioni o di miliardi del Sole, i buchi neri sono per definizione invisibili e a rendere le cose più complicate c’è il fatto che questi mostri provano a celare la loro stessa attività. Lo fanno con nubi di polveri e con vortici di gas super-caldi. E tuttavia in questo gioco di inganni - e nel processo di assorbimento gravitazionale di cui sono protagonisti - si tradisco


Come si formano? 

Si pensa che il processo di formazione primaria per i buchi neri sia il collasso gravitazionale di oggetti pesanti come le stelle.

Quanti tipi ne esistono? 

Per gli scienziati ce ne sono di tre tipi: quello di Schwarzschild, caratterizzato soltanto dalla massa e formato dalla singolarità e dall’orizzonte degli eventi. Quello di Kerr, che ruota su se stesso. E per ultimo quello di Reissner-Nordstrom, che non ruota ma ha carica elettrica.

Perché sono così importanti? 

Perché sono una delle chiavi per comprendere i misteri dell’Universo. Nonostante la teoria di Einstein descriva bene l’Universo, potrebbero esserci alcune deviazioni proprio in prossimità di un buco nero a causa dell’estrema gravità. Quindi, la Relatività potrebbe non essere la teoria finale.
La Stampa a cura di Gabriele Beccaria – redazione Claudia Ferrero – Scienza 1/4/19


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