Etichette

martedì 28 maggio 2019

Lo Sapevate Che: Cultura: La scomparsa dei dinosauri? Una sfortuna galattica


Se l'asteroide che causò la scomparsa dei dinosauri fosse caduto pochi milioni di anni prima o dopo, i grandi rettili oggi governerebbero il pianeta.
  

Si può essere sfortunati al punto tale da essere colpiti da un asteroide quando la propria specie sta vivendo il periodo peggiore della storia? Sarebbe sfortuna al 100% ed è quello che è successo ai dinosauri, se quanto afferma Steve Brusatte, dell'Università di Edimburgo, fosse confermato. Secondo il ricercatore i dinosauri avrebbero potuto sopravvivere all'impatto dell'asteroide se l’oggetto caduto dal cielo vosse arrivato anche solo pochi milioni di anni dopo o prima. «Una sfortuna colossale», ha sottolineato Brusatte, per il quale i dinosauri sono stati oggetto di una tempesta perfetta di eventi che si sono verificati proprio quando erano nel loro momento evolutivo più vulnerabile. A questa conclusione il ricercatore è giunto dopo aver fatto il punto sulla storia evolutiva dei grandi rettili con gli 11 maggiori esperti di dinosauri del Regno Unito, degli Stati Uniti e del Canada.
  

NON SI SAREBBERO ESTINTI. Secondo lo studio esistono prove che alcune specie di dinosauri stavano subendo una forte moria di individui poco prima che il gigantesco asteroide colpisse la Terra. Il livello del mare, infatti, si stava alzando velocemente e imponenti eruzioni vulcaniche stavano modificando il clima a livello globale. Ma se l'asteroide non fosse caduto, si sarebbe estinti comunque? Gli esperti ritengono di no. E dunque se l’asteroide fosse arrivato poco prima o poco dopo (in termini geologici) la crisi evolutiva, per i grandi rettili non sarebbe stato così micidiale.
  

PER UN SOFFIO. «Cinque milioni di anni prima dell’arrivo dell’asteroide gli ecosistemi in cui vivevano i dinosauri erano molto più forti, erano più diversificati, la base della catena alimentare era più robusta e sarebbe stato molto più difficile distruggere tale specie», afferma Brusatte. «Oppure, se l’asteroide fosse precipitato solo qualche milione di anni dopo, per i dinosauri vi sarebbe stato il tempo di recuperare e avrebbero avuto una migliore possibilità di sopravvivenza. Durante la loro lunga vita i dinosauri ebbero più di una volta alti e bassi, ma sempre riuscirono a riprendersi.»
  

NOI NON SAREMMO QUI. E se i dinosauri non fossero scomparsi? Molto probabilmente, secondo il ricercatore, noi oggi non ci saremmo. Fu infatti la scomparsa dei grandi rettili che permise ai mammiferi di uscire allo scoperto e di crescere. Difficile fare ipotesi, ma perché escludere che sarebbero potuti diventare molto più intelligenti di quel che erano, fino a dominare il pianeta? Adesso questa è solo fantasia, ma di certo c'è che poche altre specie hanno avuto la "sfortuna galattica" dei dinosauri.

L'autopsia di un baby dinosauro


l fossile di Ciro fotografato alla luce ultravioletta (UV). In marrone sono visibili le ossa, mentre i tessuti molli sono fluorescenti. I residui di fegato, cuore e milza formano una macchia scura all'interno del torace. Il fatto che gli organi interni si siano ben preservati ha reso possibile risalire all'ultimo pasto del piccolo teropode (la stessa famiglia dei Velociraptor): una sardina, un piccolo rettile, un altro pesce e una grossa zampa di lucertola, il tutto procurato probabilmente dai suoi genitori.| ROBERTO APPIANI, © SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DI SALERNO, AVELLINO, BENEVENTO E CASER


Gli occhioni inseriti in grandi orbite circolari, il muso ancora corto e una fontanella ancora aperta sulla testa. Il cranio di Ciro presenta tutte le caratteristiche dello scheletro di un rettile morto in tenera età. Le fauci potrebbero essersi aperte anche dopo la morte, avvenuta in circostanze poco chiare, forse per annegamento, ma è solo una supposizione.| ROBERTO APPIANI, © SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DI SALERNO, AVELLINO, BENEVENTO E CASERTA.


 Una ricostruzione di Ciro realizzata dal paleoartista veneziano Troco. Si pensa che il piccolo fosse ricoperto da uno strato di "protopiume", anche se non sono state ritrovate tracce di questi rivestimenti nel sito beneventino di Pietraroja. Ciro era lungo circa 50 centimetri.| © TROCO


Parte dell'intestino di Ciro: le frecce indicano le pieghe della mucosa intestinale. Il fossile presenta una quantità stupefacente di organi interni conservati, tra cui cartilagini, muscoli, parte della trachea, residui di esofago ma anche fasci muscolari delle zampe posteriori e della coda.| LEONARDO VITOLA, © SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DI SALERNO, AVELLINO, BENEVENTO E CASERTA.

Un capillare dell'intestino di Ciro visto al microscopio. Sono visibili anche alcuni dei batteri che colonizzavano l'apparato digerente del piccolo rettile.| MICHELE ZILIOLI, © SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DI SALERNO, AVELLINO, BENEVENTO E CASERTA

Una ricostruzione di Ciro operata dal paleoartista milanese Davide Bonadonna. Disegni e illustrazioni pubblicate sulla monografia dedicata al rettile permetteranno la comparazione degli organi e dei tessuti molli di Ciro con quelli di animali estinti e in vita. Le ricerche sul misterioso baby dinosauro italiano continuano.| © DAVIDE BONADONNA.

Nessun commento:

Posta un commento