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mercoledì 29 maggio 2019

Lo Sapevate Che: Cultura: Giacomo Leopardi, vita e opere

L’Infinito  di Giacomo Leopardi

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.


L'infinito è una delle liriche più famose dei Canti di Giacomo Leopardi. Il poeta la scrisse negli anni della sua prima giovinezza a Recanati, sua cittadina natale, nelle Marche. Le stesure definitive risalgono agli anni 1818-1819. Wikipedia

  
Nel 1798 nasce Giacomo Leopardi a Recanati, che il poeta definisce "il natio borgo selvaggio", nelle Marche, una regione marginale e arretrata dello Stato Pontificio. Nasce in una famiglia aristocratica, figlio di un conte, Monaldo, e di una marchesa. Riceve fin da bambino un'educazione approfondita in diversi campi del sapere dalle lettere classiche alla scienza, avvalendosi anche della grande biblioteca paterna. Inizia a comporre versi fin dall'infanzia; famosa l'allegoria di sè come un uccello prigioniero. Si occupa di filologia, studiando, traducendo e commentando opere classiche. Scopre la filosofia illuminista e ne rimane affascinato. Nel1815 avviene la cosiddetta "conversione letteraria" di Leopardi, dalla filologia si dedica alla composizione di testi propri, molto più evoluti di quelli giovanili. Nel 1818 Leopardi cerca di inserirsi nella polemica classico-romantica, di questo periodo il testo che rimane inedito, Discorso di un italiano intorno poesia romantica, in cui afferma la superiorità dell'immaginario classico su quello romantico. Incomincia a raccogliere i suoi pensieri, sue annotazioni di carattere letterario-filologico, filosofico. Questa raccolta diventerà nota come Zibaldone di pensieri, carte che rimarranno inedite a lungo, fino al 1898. Qui si trovano le considerazioni più profonde del poeta sulla poesia, sulla letteratura e sulla filosofia.

Negli anni venti dell'Ottocento pubblica le sue prime raccolte, gli Idilli (1819-1821) e le Canzoni (1820-1823). In questo stesso periodo Leopardi lascia Recanati, recandosi in viaggio a Roma. Nel 1824 la prima produzione poetica di Leopardi entra in crisi, e il giovane poeta si dedica a un'opera in prosa, le Operette Morali. Nel 1828 è costretto a tornare a Recanati, a causa di un grave disturbo agli occhi, e rimarrà nel paese natale fino al 1830. In questi due anni Leopardi compose i cosiddetti Grandi idilli, alcune delle sue poesie più conosciute: A Silvia, Il passero solitarioIl sabato del villaggioCanto notturno di un pastore errante dell'Asia. Dal 1830 al 1833 si trova a Firenze, dove conosce Antonio Ranieri, giovane napoletano a cui rimarrà legato fino alla sua morte. Si innamora di una giovane nobile, Fanny Targioni Tozzetti. Passione che si conclude in una delusione, ma che gli ispira le poesie del cosiddetto Ciclo di Aspasia. Nel 1833 Giacomo Leopardi è a Napoli con Ranieri, in questa città compone i suoi ultimi Canti, La ginestra o il fiore del deserto Il tramonto della luna. Nel 1837 le sue già precarie condizioni di salute si aggravano ulteriormente e il 14 giugno 1837 muore a trentanove anni.

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