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martedì 30 aprile 2019

Lo Sapevate Che: Cultura: L'area archeologica di Pompei ed Ercolano è una fotografia della società e della cultura di un momento storico che non ha equivalenti al mondo.


Pompei in particolare racchiude sotto un unico nome due città diverse tra loro. La Pompei antica, nata nel IX secolo a.C., è stata completamente sepolta dall’eruzione del Vesuvio nell’agosto del 79 d.C. Riportata alla luce nel 1748, è stata inserita nell’albo dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997 insieme a Ercolano e Oplontis. La nuova Pompei invece, nata nel 1928 grazie all’Avvocato Beato Bartolo Longo, è la parte più moderna della città in cui l’influenza della religione cristiana si riflette in innumerevoli espressioni artistiche. 

L’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. è stata al centro di diverse opere artistiche e letterarie. Uno dei più celebri dipinti ispirati all’eruzione è Gli ultimi giorni di Pompei, dipinto tra il 1827 e 1833 del pittore russo Karl Pavlovic Brjullov e ispirato a sua volta dall’omonima opera di Giovanni Pacini.
Gli Scavi archeologici di Pompei ed Ercolano 
Famosi a livello internazionale, gli scavi di Pompei e di Ercolano sono gli unici siti archeologici al mondo in grado di restituire al visitatore una chiara descrizione di un centro abitato romano. L’intero sito archeologico deve il suo eccezionale stato di conservazione alle modalità con cui è stato sepolto. Tonnellate di ceneri, pomici e lapilli l’hanno ricoperto sotto uno strato di oltre 6 metri preservandolo dal deperimento causato dal tempo. Gli scavi hanno portato alla luce una città cristallizzata nel tempo o meglio, fissata per sempre come in un’istantanea fotografica, ad una lontana mattina del 79 d.C.
La maggior parte dei reperti ritrovati include affreschi, mosaici, statue e suppellettili di vario genere che oggi sono conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. I ritrovamenti hanno permesso di comprendere meglio le abitudini alimentari, i costumi e le tradizioni di oltre duemila anni fa.
Gli scavi di Pompei sono oggi il secondo sito italiano per numero di visitatori con un’affluenza di circa due milioni di persone l’anno.

L’Anfiteatro
L’anfiteatro rappresenta una struttura unica nel suo genere nonché’ uno dei più antichi anfiteatri al mondo. Costruito intorno al 70 a.C. da Gaio Quinzio Valgo e Marco Porci , veniva utilizzato esclusivamente per giochi circensi e combattimenti tra i gladiatori. Per questo motivo si decise di costruirlo nella zona sud-est dell’antica Pompei, in modo da non intralciare la vita quotidiana della città considerando il gran numero di persone che prendeva parte agli spettacoli.
Guardando dall’esterno, la parte inferiore dell’anfiteatro è formata da archi ciechi in pietra, dove i mercanti, durante gli spettacoli, erano soliti vendere la loro mercanzia. L’accesso all’anfiteatro avveniva tramite una galleria che collegava i quattro diversi ingressi con l’interno, solo due dei quali però davano direttamente sull’arena. L’intera circonferenza dell’anfiteatro è delimitata da un parapetto alto circa due metri, un tempo decorato con affreschi, oggi andati perduti, che raffiguravano duelli tra gladiatori.

Il Foro Triangolare
Incastonato tra il mare e il fiume, il Foro faceva parte di un’area più ampia che includeva la zona dei teatri e dei templi. La struttura costituita da un porticato di novanta colonne doriche, era il cuore della città e il centro politico, economico e religioso nel quale si svolgevano dibattiti, manifestazioni e contrattazioni commerciali.

Le Ville Vesuviane de “Il Miglio d’Oro”

Le Ville Vesuviane sono un complesso di circa 123 dimore del XVIII secolo, per lo più situate sull’attuale Corso Resina, parte dell’antica via delle Calabria. Il tratto in questione è denominato il “Miglio d’oro” in virtu’ della presenza di questo patrimonio artistico unico nel suo genere. Ercolano in particolare, possiede alcuni degli esempi più belli di ville settecentesche tra cui Villa Campolieto, Villa Favorita, Villa Durante, Villa Aprile, Villa Signorini e molte altre.
La Villa dei Papiri 
La Villa dei Papiri, dalla quale fu recuperato un favoloso tesoro di sculture, è una villa sontuosa e molto ampia. Si estende infatti, per più di 250 metri parallelamente alla linea del litorale. Per l’inconsueto gusto artistico e letterario scelto del proprietario, era di per sé un vero e proprio museo d’arte. Il famoso filosofo epicureo, Filodemo, la scelse come una biblioteca per i propri scritti proprio per la sua stravagante bellezza.
Le Necropoli di Pompei 
Nel rispetto della legge romana che imponeva la costruzione dei cimiteri all’esterno delle mura della città, le Necropoli di Pompei sorgono in prossimità della porta d’ingresso della città antica. Fino ad oggi, sono state esplorate sei differenti necropoli, alcune di piccole dimensioni, altre, come quella di Porta Ercolano, di Porta Nocera e del Fondo Pacifico contenenti un maggior numero di tombe.
Il Parco Nazionale del Vesuvio 
Nato nel 1995, il Parco si sviluppa tutt’attorno al vulcano Vesuvio. Il territorio, ricco di bellezze storiche e naturalistiche, vanta una produzione agricola unica per varietà e originalità di sapori. Il Parco è stato istituito al fine di salvaguardare i valori del territorio, di applicare metodi idonei a realizzare una corretta integrazione tra uomo e ambiente, di promuovere attività di educazione ambientale e di ricerca scientifica.
La cucina
Le olive nere in agrodolce, di solito servite come antipasto nei ristoranti pompeiani, hanno un sapore molto particolare in quanto al gusto salato delle olive nere si accosta il sapore dolce della salsa che lo accompagna. Questo piatto della Pompei romana era usato prevalentemente come sistema di conservazione delle olive durante il periodo invernale. 


È un piatto molto raffinato, ottimo per le grandi occasioni e molto amato dai pompeani. Il segreto di questa ricetta un particolare procedimento di cottura in modo tale da far rimanere i polpi teneri anche dopo la cottura. L’accostamento con le mandorle tostate infine, regala un sapore unico e particolare.
  
Testimonianza storica del famoso gastronomo romano Apicio, il pane adipatus è considerato l’antenato del Tortano napoletano. Prodotto tipico della cucina pompeiana, è oggi possibile assaggiarlo solo in pochi locali specializzati nella produzione. Il pane adipatus, fatto con impasto di farina bianca, strutto e maiale, assume una forma di pagnotta circolare sulla quale sono tracciate alcune linee incrociate tra loro.

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