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martedì 9 aprile 2019

Lo Sapevate Che: Cultura in pillole: La cultura indiana - La vita quotidiana - Le arti: la danza e la musica...


La cultura indiana: è stata modellata non solo dalla storia e dalla geografia (entrambe uniche nel loro genere), ma ha soprattutto preso forma nel susseguirsi delle gandi civiltà che hanno abitato questi luoghi: dalle Civiltà dell'Indo innanzitutto, all'età Vedica, all'origine ed espansione del Buddismo, all'epoca dell'età dell'oro, fino alle colonizzazioni e alla lotta per l'indipendenza.

Tutti questi popoli e questi avvenimenti hanno lasciato il segno in un tessuto già ricco ma comunque molto ricettivo, facendo sì che l'India venisse riconosciuta fino ad oggi come un luogo di altissimo pluralismo culturale.

Le lingue, le religioni, l'architettura, la musica e le tradizioni sono diverse all'interno del paese, sebbene sottindendano un'importante eredità comune: tutte nascono come unione di diverse sub-culture storiche che per millenni hanno dato forma a questo paese.

Ognuna di queste culture ha le proprie festività, che prendono spunto dalle diverse tradizioni religiose.
LA VITA QUOTIDIANA IN INDIA
La vita quotidiana in India

Famiglie e abitazioni indiane

La giornata degli Indiani inizia abitualmente presto; ogni mattina la musica proveniente dalle radiocollocate nei piccoli templi indù eretti per strada sveglia tutti i membri della famiglia, che in genere è piuttostonumerosa, anche perché gli anziani che necessitano di cure vengono accuditi dalla famiglia. La possibilità di farli ospitare in strutture apposite non appartiene, infatti, alla cultura e alla morale indiane, e viene percepita come un abbandono e dunque come una grave mancanza di rispetto.

D'altra parte «un bambino indiano - si legge nella guida India di Morellini - è sorvegliato da vicino, ma, al tempo stesso, riceve poca attenzione personale. Normalmente un bimbo indiano dorme nella stessa stanza dei genitori fino all'età di dodici anni.» Grande interdipendenza e profondo rispetto caratterizzano la vita del popolo indiano; «il padre è visto come il capofamiglia: figli e figlie possono vivere nella casa paterna fino al matrimonio e oltre, perfino all'età di 26 anni una ragazza potrebbe dover chiedere al padre il permesso di cenare fuori.» Spesso nella casa delle famiglie borghesi abitano anche i domestici e a volte anche parenti provenienti dalla campagna che si mantengono svolgendo lavori domestici.

«Nelle città come nei villaggi - è scritto ancora nella guida - la maggior parte dei servizi si svolge anche per strada, dalle cure mediche e dentistiche, al taglio dei capelli, dai servizi di lavanderia alla cucina. Inoltre, quando qualcuno si ammala, di norma, non chiama il dottore, ma si fa ricoverare in ospedale. Le famiglie si "registrano" con un medico dell'ospedale, che le accetta come suoi pazienti.»

Le case possono essere lussuose o fatiscenti. Nella stessa guida si legge: «in alcune regioni la fornitura di energia è irregolare ed è frequente non avere né luce, né acqua. Più della metà degli abitanti delle città non dispone di fognature, quasi un terzo vive senza servizi igienici e il sedici per cento non ha acqua corrente. Nella maggior parte delle case ci sono cisterne d'acqua con pompe, generatori elettrici e stanze rinfrescate da ventilatori.»

Le arti: la danza e la musica

In India la danza, storicamente, è stata sia parte integrante dei drammi in sanscrito, sia una forma diadorazione nei santuari interni ai templi, sia un passatempo per le corti. La danza indiana è rimasta pressoché impermeabile alle influenze esterne e risulta particolarmente affascinante per la peculiare gestualità delle mani, per i movimenti aggraziati del corpo e per i ritmi delicati. Quest'arte affonda le radici nell'antichità, come dimostrano sculture e dipinti risalenti fino a 4000 anni fa, e ha rappresentato un'alta forma di devozione ed espressione di emozioni e sentimenti, nata da pulsioni religiose e basata, soprattutto, sulla ricca tradizione indù.

Il Bharatanatyam è di solito associato ad uno dei testi fondamentali della danza e del teatro indiani, il Natya-Shastra, ed è caratterizzato dalla prevalenza di movimenti angolari e simmetrici, accompagnati dalla musica karnatica del sud.

Il Kathakali rappresenta uno degli stili più interessanti e complessi, in cui la danza pura, il teatro e la musica si fondono armonicamente. Il moderno Kathakali è la sintesi della maggior parte delle forme teatrali dell'India meridionale, e ciò che, infatti, spicca in questo stile è la qualità drammatica raggiunta attraverso l'attento utilizzo di tutte le parti del corpo, soprattutto la muscolatura facciale.

L'Odissi (o Orissi) risulterebbe, sulla base delle testimonianze archeologiche, la forma più antica di danza classica indiana. La flessione del fianco e la tipica posa tribhanga sono comuni alla maggior parte delle figure che compongono questo stile.

Il Kuchipudi nasce come una forma di teatro-danza nel paese omonimo, in Andra Pradesh. La tradizione vuole che, circa 500 anni fa, un gruppo di bramini del villaggio di Kuchipudi si sia unito per dare vita a questa espressione artistica, che si diffuse poi maggiormente come danza del popolo e mezzo di sostentamento per gli artisti. In origine esistevano gruppi di danzatori maschi (questa danza era infatti preclusa alle donne) che giravano per le corti e per i villaggi, presentando la loro arte.

Il Manipur è uno stile di danza - del quale i movimenti dei piedi costituiscono l'aspetto essenziale - che deve il proprio nome all'omonimo stato nel Nord-Est dell'India, dove la danza e la musica fanno parte della routine quotidiana degli abitanti, che le considerano un'offerta alla divinità.

Anche il canto è una forma artistica estremamente importante per la cultura indiana: esso, infatti, celebra le gesta degli dei, accompagna le festività, scandisce i ritmi stagionali della natura e porta gioia al lavoro quotidiano del contadino, del barcaiolo, del cammelliere.

La musica indiana era in principio articolata secondo solo tre note, che nel corso del tempo sono diventate dapprima cinque e più tardi sette. Oggi la melodia è costruita su una scala che comprende ventidue microtoni e crea infinite gamme di variazione. Nella sua straordinaria peculiarità, rimane però una musica estremamente lontana dalla tradizione occidentale.

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