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lunedì 8 aprile 2019

Lo Sapevate Che: Cultura in pillole: Il Training Autogeno...


Il training autogeno consiste nell’apprendimento graduale di una serie di esercizi di concentrazione psichica passiva che favoriscono il rilassamento.

Cos’è il Training autogeno

Il training autogeno si basa sul concetto di autogenicità, cioè permette di produrre da sé determinate modificazioni a livello dell’unità psiche/soma. Il training autogeno, infatti, è un metodo di auto-distensione che attraverso un atteggiamento di concentrazione passiva sul proprio corpo, mira a limitare le funzioni di controllo e ad attivare i processi distensivi e rigenerativi 

Il training autogeno permette a chiunque lo impari di poterlo poi gestire in maniera autonoma praticamente in qualsiasi situazione e luogo; l’apprendimento del metodo però ha regole precise e necessita di allenamento. Per apprendere ed utilizzare la tecnica, infatti, ci vogliono diversi mesi ed è necessario, inoltre, mantenere viva la pratica nel corso del tempo una volta terminato il training di base.
Il training autogeno di base consiste nell’apprendimento graduale di una serie di esercizi di concentrazione psichica passiva che permettono progressivamente il realizzarsi di spontanee modificazioni di funzioni involontarie che fanno capo ai vari sistemi organici: la muscolatura, il sistema cardiovascolare e neurovegetativo, l’apparato respiratorio.
A livello fisiologico il training autogeno produce una risposta trofotropica che consiste in una risposta a livello dell’ipotalamo, il quale riduce l’attività neurovegetativa e aumenta il tono parasimpatico. Il termine trofotropico deriva dall’unione dei due termini trofo e tropico e sta ad indicare, in biologia, il fenomeno per cui un organismo si sviluppa attraverso la sua nutrizione. In questo contesto esso indica la capacità dell’organismo di regolare, aumentandone l’intensità o inibendola, alcune funzioni viscerali (Sutera, 2013).
La risposta trofotropica può essere indotta sia stimolando i centri ipotalamici sia riducendo gli stimoli propriocettivi che giungono dalla periferia del corpo all’ipotalamo. Il sistema muscolo-scheletrico contribuisce più che ogni altro sistema all’invio di stimoli verso le formazioni ipotalamiche, cosicché riducendo il tono muscolare si riduce anche l’attivazione ipotalamica. Sul piano vegetativo la risposta trofotropica riduce la frequenza cardiaca e respiratoria, il tono muscolare, la pressione arteriosa e la secrezione delle ghiandole sudoripare mentre aumentano le funzioni motorie e la secrezione di sostanze gastriche nonché la secrezione di insulina. Lo stato di rilassamento che viene a crearsi in conseguenza di un adeguato allenamento e che parte dalla periferia, cioè dai muscoli, piuttosto che dalle aree centrali, corrisponde ad una risposta integrata ipotalamica con l’effetto di scaricare le tensioni in eccesso dovute all’ansia e allo stress e di recuperare un discreto benessere psicofisico (Sutera, 2013).
In sostanza il Training Autogeno non solo regola l’attività di singoli apparati, ma riesce anche, grazie a questo gioco di influenze reciproche, ad indurre uno stato di distensione che coinvolge l’intero organismo.
Questo stato di commutazione autogena, infatti, genera una deconnessione psichica permettendo il passaggio da uno stato di veglia ad uno stato di metabolismo di base simile al sonno (Schultz, 1986).
Il corpo, come sottolinea Galimberti (1997), è lo sfondo di tutti gli eventi psichici. Iltraining autogeno permette, dunque, di entrare in contatto con il proprio corpo diventando più consapevoli di sé. La persona riesce, grazie alla pratica di questa tecnica, ad entrare in uno stato d’attenzione passiva, a sospendere l’attività volitiva mettendo il mondo esterno tra parentesi e vivendo pienamente la propria corporeità. Si genera quella che viene chiamata commutazione autogena. La commutazione autogena è qualcosa che va oltre il rilassamento, è un cambiamento psicofisico globale che produce modificazioni fisiologiche e psichiche in noi stessi. Consideriamo lo stato di veglia e il rilassamento come gli estremi opposti.
Grazie a questa tecnica è possibile ritrovare un buon equilibrio psicofisico accedendo ad uno stato interno di benessere ed armonia. Con finalità terapeutiche il training autogeno offre la possibilità al paziente di esplorare il proprio corpo e liberare il suo linguaggio esprimendo quello che spesso non riesce a comunicare (Deganello, 2005 – 2006).
I benefici del training autogeno sono (Schultz, 1986; Peresson, 1985):
– Rilassamento e autoinduzione di uno stato di calma;
– Autoregolazione di funzioni corporee involontarie;
– Recupero energie fisiche e psichiche;
– Potenziamento delle prestazioni psicofisiche;
– Miglioramento delle capacità mnestiche;
– Autodeterminazione;
– Introspezione e autocontrollo.

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