Nell'antica Roma, al posto della carta
igienica, si usava un particolare attrezzo simile allo scopino dei nostri
bagni, che veniva condiviso nelle latrine pubbliche.
Non era ancora stata inventata la carta igienica, ma gli antichi romani sapevano come pulirsi alla toilette. Secondo
diversi studiosi, al posto della carta, nei gabinetti dell'antica Roma, si utilizzava un particolare utensile igienico
chiamato tersorium.
SPUGNA E MUSCHIO.
Si trattava di una spugna marina infilata su di un
bastone, che veniva condivisa da chi utilizzava la latrina
pubblica. L’attrezzo, che era utilizzato anche come scopino, veniva poi pulito in un secchio con acqua e aceto
(con buona pace dell’igiene, poiché un simile trattamento non serviva di certo
a sanificare lo strumento).
Al posto della spugna, i soldati romani a volte utilizzavano anche il muschio, che però (per fortuna)
era usa e getta.
COME UNA SPADA.
Proprio un tersorium viene
menzionato da Seneca. Il filosofo romano, in una lettera delle Epistulae
morales ad Lucium (62 - 65), racconta che, alla metà del I secolo, un
gladiatore germanico usò questo attrezzo per suicidarsi.
Rimasto finalmente solo e senza
sorveglianza per andare in bagno prima di un'esibizione in anfiteatro, la usò
come una lancia, infilandosela in gola fino a soffocare.
Oggi si trova un tersorium raffigurato
nelle Terme dei Sette Sapienti a Ostia, l'antico porto di Roma, in un affresco del II
secolo.
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