Una delle favole del mio libro di quasi cinquanta anni fa era
"il fiore azzurro della felicità". Un prode cavaliere (credo
giapponese, a giudicare dalle immagini che ricordo) un giorno sente parlare del
rarissimo fiore azzurro della felicità e parte alla sua ricerca, per donarlo
alla sua amata e conquistarne l’amore. Lo cerca nei prati lussureggianti, nelle
colline ridenti, in fondo all’oceano, in cima a montagne ghiacciate, nel cuore
di un vulcano, in foreste tenebrose, in mezzo ad un deserto popolato di
scorpioni e serpenti velenosi, nel cielo, aggrappato alle ali di un"
aquila, nella solitudine, in mezzo alla gente. A tutti chiede, ma invano. Tutti
hanno sentito parlare del fiore azzurro della felicità, molti sono partiti alla
sua ricerca, ma nessuno l"ha mai trovato.
Un giorno, durante il suo ormai disperato pellegrinare, il prode
cavaliere incontra un vecchio saggio, seduto all"ombra di una roccia. A
lui pone l"eterna domanda: "Dove nasce il fiore azzurro della
felicità? Dove posso trovarlo?" e il vecchio saggio risponde
finalmente "Figlio mio, non troverai il fiore azzurro
della felicità in cima ad un monte, nel fondo di un oceano, nel cuore di un
vulcano, nel deserto, nella foresta, dentro le nuvole. Non lo troverai nella
vittoria, nella ricchezza, nella potenza. Il fiore azzurro della felicità può
nascere e vivere solo dentro il tuo cuore, sta a te seminarlo, farlo crescere e
conservarlo."
Anche io, da adulta, ho cercatoli fiore azzurro della felicità.
In viaggi esotici, in cima ad un monte, in una casetta solitaria, tra i fiori,
in un libro. Anche, a volte, in una boutique o in una gioielleria,
nella realizzazione personale e sociale. Soprattutto l’ho cercato nel viso di
un bambino, nelle mani di un uomo, nel sogno di amare e di essere amata. Non
l"ho trovato.
Infine anche io ho incontrato un aiuto meraviglioso, che mi ha
aiutato a scovare il piccolo seme nel mio cuore, l’ha accarezzato, nutrito e
curato. Il fiore azzurro della felicità è timidamente sbocciato nel mio cuore.
E se a volte sembra appassire, quando c"è un dolore, piccolo o grande, una
contrarietà, un relatore che non arriva ad un convegno, un compleanno che
nessuno ricorda, una causa che va male anche se il cliente ha ragione e proprio
ce l’abbiamo messa tutta, ma il giudice proprio non vuol capire, basta la
rugiada di un sorriso, di una parola, la meraviglia del miagolio di un gattino,
del volo di un uccello, a fargli rialzare il capolino.
E mentre organizzo un convegno, preparo un dolce, innaffio i
miei fiori, mi reco a conoscere il beneficiario dell’ultima Amministrazione di
Sostegno che mi è stata assegnata, il fiore azzurro nel mio cuore risplende e
il suo profumo pervade tutto quello che faccio.
Ma in un angolo, e dovunque nel mio cuore, rimane sempre il
dolore, la nostalgia, lo struggimento per un amore immenso, dolcissimo, timido
e sfacciato, soltanto sognato, che non può essere corrisposto se non, forse, da
un affetto altrettanto grande, ma di altra natura. E forse questo amore è il
seme del mio fiore azzurro della felicità.
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