La sconfitta della grande guerra fu pagata a caro prezzo dalla Germania, messa in ginocchio e ridicolizzata dai vincitori con il trattato di Versailles. Nonostante la proclamazione della Repubblica di Weimar, il Paese era disastrato dalla fame, dalla disoccupazione, con l’inflazione che raggiunse livelli talmente spaventosi da ridurre il marco a carta straccia. I tumulti di piazza, i disordini erano all’ordine del giorno e il governo appariva troppo debole per poter arginare la protesta e le insurrezioni che rendevano sempre più concreto, lo spettro di una rivoluzione filo-bolscevica.
In questo quadro angosciante e caotico, si ritrovò a convivere Adolf Hitler, sconvolto da una sconfitta attribuibile, nei suoi pensieri, al tradimento degli ebrei e dei comunisti, da lui considerati i veri nemici del popolo tedesco.
Nel luglio 1919 il giovane Hitler, nato a Branau (Austria) il 20 aprile del 1889, entrò in contatto con il partito dei lavoratori tedeschi, un piccolo gruppo nazionalista di estrema destra guidato da Anton Drexler, che traeva le proprie origini da circoli e sette esoteriche come la Thule.
Dopo aver scritto nel settimanale del partito, il Volkischer Beobachter di Monaco, e dopo aver esposto in una birreria di Monaco, in 25 punti il suo programma, fondato su teorie razziali, il 10 luglio 1921 Adolf Hitler fu nominato capo del movimento che era stato ribattezzato "partito nazional-socialista dei lavoratori tedeschi"; l’emblema della formazione divenne la svastica, un’ antica immagine della tradizione indoeuropea simboleggiante la fortuna; nelle teorie occulte della Blavatsky, la svastica era il simbolo esoterico più importante, da lei indicato come l’emblema della razza ariana.
Il partito fu anche organizzato militarmente, attraverso la nascita delle SA (squadre d’assalto), i gruppi paramilitari nazisti, diretti dal comandante Ernst Rohm, che vennero impiegati da Hitler e dai suoi seguaci nel colpo di stato del novembre 1923, fallito, che provocò l’arresto del futuro fuhrer e la sua condanna a cinque anni di reclusione nel carcere di Landsberg.
In realtà la prigionia durò meno di un anno e fu proprio
durante la sua detenzione che Hitler dettò al camerata e fedele amico Hess il
"Mein Kampf", la bibbia della dottrina nazional-socialista ove furono
esposti i principi cardine di un’ideologia fondata sulla necessità di garantire
alla razza ariana la giusta espansione verso i territori orientali ed il
dominio sui popoli inferiori tra cui, in primis, quello ebraico, considerato la
causa di tutti i mali e, come tale, da eliminare.
Uscito dal carcere, in seguito ad amnistia, Hitler riorganizzò il partito che nel giro di pochi anni sarebbe tragicamente passato dall’anonimato delle elezioni del 1925, agli 800 mila voti e 12 deputati nel 1928 e ai sei milioni e mezzo con 107 deputati del 1930, grazie alla veemente arte oratoria del suo capo che colpiva profondamente l’animo frustrato dei tedeschi, umiliati dalle condizioni di Versailles, con discorsi invocanti la nascita di una grande Germania votata alla rivincita.
Adolf Hitler fu nominato, il 30 gennaio 1933, dallo stesso Hindenburg, cancelliere del reich; il primo atto di una storia fatta di orrori e sofferenze era stato dunque scritto.
Il 28 febbraio del 1933, approfittando dell’incendio del reichstag attribuito ai comunisti, vennero emanate le prime leggi volte ad eliminare le libertà civili ed ogni forma di opposizione politica, mentre, dopo lo scioglimento del parlamento e le contestuali nuove elezioni che attribuirono ai nazisti la maggioranza, anche grazie al terrore scatenato dalle milizie paramilitari del partito, il 23 marzo Hitler si faceva attribuire i pieni poteri, in parallelo a quanto aveva fatto Mussolini nel 1926; solo due giorni prima era stato istituito il tribunale politico speciale, il Volksgerichtshof.
Il 26 aprile 1933 nacque la temibile GESTAPO, la polizia segreta, che insieme alle SA diede il via in tutto il paese a terrificanti azioni di repressione; il 14 luglio, il partito nazional-socialista divenne l’unico consentito mentre tutti i movimenti della defunta repubblica di Weimar vennero eliminati.
La dittatura fu consolidata il 2 agosto 1934, quando alla morte di Hindenburg Hitler si addossò la duplice carica di presidente e primo ministro; meno di due mesi prima, il 30 giugno nella cosiddetta "notte dei lunghi coltelli", su ordine del fuhrer le SS di Himmler avevano massacrato in un drammatico regolamento di conti, Rohm ed i vertici delle SA, sospettati di cospirazione ai danni del potere centrale.
Uscito dal carcere, in seguito ad amnistia, Hitler riorganizzò il partito che nel giro di pochi anni sarebbe tragicamente passato dall’anonimato delle elezioni del 1925, agli 800 mila voti e 12 deputati nel 1928 e ai sei milioni e mezzo con 107 deputati del 1930, grazie alla veemente arte oratoria del suo capo che colpiva profondamente l’animo frustrato dei tedeschi, umiliati dalle condizioni di Versailles, con discorsi invocanti la nascita di una grande Germania votata alla rivincita.
Adolf Hitler fu nominato, il 30 gennaio 1933, dallo stesso Hindenburg, cancelliere del reich; il primo atto di una storia fatta di orrori e sofferenze era stato dunque scritto.
Il 28 febbraio del 1933, approfittando dell’incendio del reichstag attribuito ai comunisti, vennero emanate le prime leggi volte ad eliminare le libertà civili ed ogni forma di opposizione politica, mentre, dopo lo scioglimento del parlamento e le contestuali nuove elezioni che attribuirono ai nazisti la maggioranza, anche grazie al terrore scatenato dalle milizie paramilitari del partito, il 23 marzo Hitler si faceva attribuire i pieni poteri, in parallelo a quanto aveva fatto Mussolini nel 1926; solo due giorni prima era stato istituito il tribunale politico speciale, il Volksgerichtshof.
Il 26 aprile 1933 nacque la temibile GESTAPO, la polizia segreta, che insieme alle SA diede il via in tutto il paese a terrificanti azioni di repressione; il 14 luglio, il partito nazional-socialista divenne l’unico consentito mentre tutti i movimenti della defunta repubblica di Weimar vennero eliminati.
La dittatura fu consolidata il 2 agosto 1934, quando alla morte di Hindenburg Hitler si addossò la duplice carica di presidente e primo ministro; meno di due mesi prima, il 30 giugno nella cosiddetta "notte dei lunghi coltelli", su ordine del fuhrer le SS di Himmler avevano massacrato in un drammatico regolamento di conti, Rohm ed i vertici delle SA, sospettati di cospirazione ai danni del potere centrale.
Da quel momento le squadre d’assalto, i camerati della prima
ora, coloro che avevano condiviso l’ascesa al potere del nazismo, uscirono di
scena insieme alle loro famigerate camicie brune per far posto all’ordine nero
delle SS dello stesso Himmler, che avrebbero dato vita negli anni successivi ai
più terrificanti e macabri massacri che la storia ricordi, divenendo
tragicamente il cinico e zelante braccio armato di una folle ideologia.
Nel contempo i vertici nazisti cominciarono con regolare perseveranza ad attuare la loro politica antisemita, cominciata con l’azione di boicottaggio contro le attività ebraiche e con il rogo dei libri di scrittori ebrei, al fine di purificare la cultura tedesca; il 15 settembre 1935 vennero emanate le leggi di Norimberga, che tolsero agli ebrei ogni diritto politico proibendo anche i matrimoni misti, al fine di tutelare la purezza della popolazione di razza ariana; la stessa propaganda diretta dall’abile ed intelligentissimo dottor Joseph Goebbels, martellava continuamente le menti dei cittadini, con discorsi e articoli volti a screditare ferocemente il "traditore giudeo" nemico della patria e del popolo tedesco.
La vera e propria azione di persecuzione cominciò però il 9 novembre 1938, quando nella "notte dei cristalli", al fine di vendicare l’uccisione avvenuta a Parigi di un diplomatico tedesco da parte di un dissidente ebreo, furono distrutti negozi, case, sinagoghe, profanati cimiteri e sterminate intere famiglie.
Nonostante il nazismo avesse cominciato a gettare la maschera, il consenso di Hitler e del suo movimento negli anni pre-bellici raggiunse livelli trionfali. Il fuhrer aveva infatti trasformato un paese alla fame, distrutto, umiliato, in una nazione che stava ritrovando l’antica potenza ed i fasti perduti; la miseria degli anni venti, la disoccupazione, il collasso economico, erano ormai soltanto un ricordo; Hitler infiammava le folle con discorsi esaltanti la grandezza della Germania, di una nazione destinata a vendicare le umiliazioni subite e a riconquistare un posto di prim’ordine in Europa e nel mondo.
Il nazionalismo cancellò l’inflazione, fece ritrovare ai tedeschi il benessere perduto: anche grazie al potenziamento dell’industria bellica, tutti lavoravano, ogni famiglia poteva vivere serenamente, le città erano più floride ed eleganti che mai, degne cornici per i rappresentanti della razza perfetta.
Ai congressi del partito di Norimberga, alle olimpiadi di Berlino del 1936, Hitler, di fronte a folle oceaniche e deliranti, in un clima di esaltazione collettiva, appariva come il condottiero invincibile di una nazione ritrovata, più possente che mai, che cominciava a preoccupare il mondo intero per le sue smanie di grandezza e per la sua esuberanza.
Nel contempo i vertici nazisti cominciarono con regolare perseveranza ad attuare la loro politica antisemita, cominciata con l’azione di boicottaggio contro le attività ebraiche e con il rogo dei libri di scrittori ebrei, al fine di purificare la cultura tedesca; il 15 settembre 1935 vennero emanate le leggi di Norimberga, che tolsero agli ebrei ogni diritto politico proibendo anche i matrimoni misti, al fine di tutelare la purezza della popolazione di razza ariana; la stessa propaganda diretta dall’abile ed intelligentissimo dottor Joseph Goebbels, martellava continuamente le menti dei cittadini, con discorsi e articoli volti a screditare ferocemente il "traditore giudeo" nemico della patria e del popolo tedesco.
La vera e propria azione di persecuzione cominciò però il 9 novembre 1938, quando nella "notte dei cristalli", al fine di vendicare l’uccisione avvenuta a Parigi di un diplomatico tedesco da parte di un dissidente ebreo, furono distrutti negozi, case, sinagoghe, profanati cimiteri e sterminate intere famiglie.
Nonostante il nazismo avesse cominciato a gettare la maschera, il consenso di Hitler e del suo movimento negli anni pre-bellici raggiunse livelli trionfali. Il fuhrer aveva infatti trasformato un paese alla fame, distrutto, umiliato, in una nazione che stava ritrovando l’antica potenza ed i fasti perduti; la miseria degli anni venti, la disoccupazione, il collasso economico, erano ormai soltanto un ricordo; Hitler infiammava le folle con discorsi esaltanti la grandezza della Germania, di una nazione destinata a vendicare le umiliazioni subite e a riconquistare un posto di prim’ordine in Europa e nel mondo.
Il nazionalismo cancellò l’inflazione, fece ritrovare ai tedeschi il benessere perduto: anche grazie al potenziamento dell’industria bellica, tutti lavoravano, ogni famiglia poteva vivere serenamente, le città erano più floride ed eleganti che mai, degne cornici per i rappresentanti della razza perfetta.
Ai congressi del partito di Norimberga, alle olimpiadi di Berlino del 1936, Hitler, di fronte a folle oceaniche e deliranti, in un clima di esaltazione collettiva, appariva come il condottiero invincibile di una nazione ritrovata, più possente che mai, che cominciava a preoccupare il mondo intero per le sue smanie di grandezza e per la sua esuberanza.
Dopo il 'Patto d'Acciaio'
con l'Italia fascista, il primo settembre del 1939 la Germania invade la
Polonia, provocando lo scoppio della seconda guerra mondiale. Successivamente
la spinta espansionistica porterà alla invasione di numerosi paesi, tanto che
alla fine del 1942, Hitler era alla guida di un impero sconfinato, che si
estendeva dalle coste dell’atlantico fino al Caucaso, dai deserti del nord
Africa ai ghiacci del polo.
Nulla sembrava poter fermare i progetti del nazional-socialismo, volti a realizzare la conquista dello spazio vitale ad est, per fornire al supremo popolo ariano la giusta espansione, ai danni dei popoli inferiori; ma nel giro di pochi mesi le sorti del conflitto mutarono radicalmente, con i primi drammatici rovesci degli eserciti tedeschi, cominciati rovinosamente a Stalingrado e proseguiti in Normandia, con lo sbarco alleato del giugno 1944.
Ebbene, da quelle tragiche sconfitte il fuhrer non si riprese più, specialmente dopo il fallito attentato avvenuto nel suo quartier generale di Rastenburg.
L’Hitler degli ultimi tempi era un uomo totalmente distrutto, nel fisico e nel morale, al pari di una Germania allo stremo, devastata dai bombardamenti alleati e attaccata ad est dai sovietici e ad ovest dagli anglo-americani; rinchiuso nel suo bunker, il suo stato di salute peggiorò sempre di più.
Ad alleviare le sofferenze di un Hitler assolutamente distrutto, contribuì la presenza di Eva Braun, la sua amante, che decise di seguirlo sino alla morte. Hitler sposa Eva Braun il 29 aprile del 1945, ma la felicità durò poco in quanto, per volere dello stesso Hitler, l'indomani due capsule di cianuro posero fine alla loro esistenza. I loro corpi, su disposizione dello stesso furher, vennero cremati per evitarne lo scempio, poco prima dell'arrivo dell'Armata Rossa.
La capitolazione, che pose termine alla spirale di violenza, non riuscì a rimuovere e a cancellare il ricordo di una tragedia costata 50 milioni di morti e destinata a rimanere indelebile, nelle memorie collettive.
Nulla sembrava poter fermare i progetti del nazional-socialismo, volti a realizzare la conquista dello spazio vitale ad est, per fornire al supremo popolo ariano la giusta espansione, ai danni dei popoli inferiori; ma nel giro di pochi mesi le sorti del conflitto mutarono radicalmente, con i primi drammatici rovesci degli eserciti tedeschi, cominciati rovinosamente a Stalingrado e proseguiti in Normandia, con lo sbarco alleato del giugno 1944.
Ebbene, da quelle tragiche sconfitte il fuhrer non si riprese più, specialmente dopo il fallito attentato avvenuto nel suo quartier generale di Rastenburg.
L’Hitler degli ultimi tempi era un uomo totalmente distrutto, nel fisico e nel morale, al pari di una Germania allo stremo, devastata dai bombardamenti alleati e attaccata ad est dai sovietici e ad ovest dagli anglo-americani; rinchiuso nel suo bunker, il suo stato di salute peggiorò sempre di più.
Ad alleviare le sofferenze di un Hitler assolutamente distrutto, contribuì la presenza di Eva Braun, la sua amante, che decise di seguirlo sino alla morte. Hitler sposa Eva Braun il 29 aprile del 1945, ma la felicità durò poco in quanto, per volere dello stesso Hitler, l'indomani due capsule di cianuro posero fine alla loro esistenza. I loro corpi, su disposizione dello stesso furher, vennero cremati per evitarne lo scempio, poco prima dell'arrivo dell'Armata Rossa.
La capitolazione, che pose termine alla spirale di violenza, non riuscì a rimuovere e a cancellare il ricordo di una tragedia costata 50 milioni di morti e destinata a rimanere indelebile, nelle memorie collettive.
http://www.specialissimo.it/curiosi/cultura-generale.asp
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