Ho 15 Anni e frequento il V ginnasio in un liceo marchigiano.
Sono “nichilista attiva”, anzi molto attiva, perché mi chiedo spesso, pensando
al futuro: fra qualche anno riuscirò a stupire la gente raccontando qualcosa di
nuovo e un po' fuori dalle righe? L’unico motivo per cui mi pongo questa
domanda è che mi sembra che sia già stato raccontato tutto e la mia voglia di
lasciare il segno nel mondo svanirebbe. Per questo motivo mi dono attivata. Per
ora lascio il mio grande sogno in un cassetto trasparente, così che possa
rimanere chiaro l’obiettivo che vorrei raggiungere, e mi sto impegnando nella
mia vita di nichilista attiva che caratterizza quei giovani che, pur trovandosi
in un contesto nichilista come quello attuale che non negano ma riconoscono, ce
la faranno. Per tutto l’anno scolastico 2017-2018 ho scritto delle piccole
recensioni sul giornalino della mia scuola. Lavoro, per così dire, nel mondo
del cinema e posso condividere con i miei compagni di scuola la mia passione.
Inoltre, da qualche tempo, esco di casa con una piccola Canon e quello che mi
colpisce lo immortalo in uno scatto. Per questo ho deciso di partecipare a un
concorso del National Geographic (non che mi ritengo agli standard della famosa
rivista, però mi piace l’idea di poter finalmente partecipare a qualcosa che
potrebbe cambiare il mio futuro. Mi dono attrezzata e, dopo il liceo, spero che
la scelta del mio futuro sia semplice. Sogno o realtà?
Ci Sono Due tipi di
sogni: quelli notturni che non dipendono da noi, e quelli diurni, detti anche
“sogni a occhi aperti” che, come nel tuo caso così ben descritto, indirizzano
la vita. Entrambi i sogni sono sostenuti da una forza inconscia, evidente in
quelli notturni, ma non di meno in quelli diurni. E siccome nell’inconscio
abita la nostra parte folle, e la follia è ben più potente dell’umana ragione,
senza questa carica irrazionale nessun progetto susciterebbe una sia pur minima
attrazione. Ne consegue che male fanno genitori, insegnanti ed educatori a
trattare i sogni dei ragazzi come ingenuità o utopie, in nome del “sano
realismo” che tanto sano non è se spegne i progetti e toglie la forza ai sogni.
Per quanto riguarda il sogno notturno l’espressione in lingua italiana: “Io ho
fatto un sogno” non è corretta, come lo è invece l’espressione dialettale: “Mi
sono insognato”. No, infatti, non siamo gli autori del sogno notturno, per la
semplice ragione che questo ci accade per cu il posto dell’Io (sogno) è preso
dal Mi (accade di aver sognato). Capiamo subito che, a differenza dei sogni a
occhi aperti, nel sogno notturno il soggetto non è artefice della propria vita,
ma, come scrive Ludwig Binswanger, è vissuto dalla vita, e perciò diventa
“funzione di vita” e non esprime, come quando è desto, una “storia di vita”.
Inoltre, come avvertiva Eraclito: “ Coloro che sono desti hanno un mondo
comune, mentre i dormienti si volgono ciascuno a un mondo comune. La mancanza di
un mondo comune, dove bisogna fare i conti anche con gli altri, dove gli altri
non sono solo i nostri simili, ma anche le regole, le leggi, le istituzioni che
regolano la vita con gli altri, rende il sogno notturno onnipotente. Di questo
parere era anche Freud, secondo il quale il sogno notturno soddisfa (in modo
allucinatorio) i nostri desideri, che invece, nello stato di veglia, devono
fare i conti con il principio di realtà che, come ci ricorda Freud: “ammonisce
alla moderazione o alla pazienza”. Per vivere e realizzare se stessi, il sogno
deve essere grande e carico di quella potenza che solo la follia che ci abita è
in grado di conferirgli. A partire da questo sogno e sospinti dalla sua carica,
si cominciano a fare sul piano di realtà quelle cose che hanno attinenza col
sogno, scrivendo come fai tu articoli sul cinema, per il giornalino della
scuola, girando con una macchina fotografica per imparare a riprodurre in
immagine la realtà partecipando a concorsi con la consapevolezza che è
difficile vincere, ma che bisogna comunque partecipare perché si possano aprire
strade che ci consentono “con pazienza e moderazione” di realizzare il sogno.
Senza sogni, infatti, non si è in grado neppure di individuare i percorsi
idonei a realizzare quell’aspirazione segreta che se ne sta nascosta dentro di
noi, e nel suo nascondiglio custodisce la nostra essenza che il sogno ci
rivela. In questo senso, scriveva opportunamente Ralph Vaul Start: “Mira in alto. Perché le stelle
giacciono nascoste nella tua anima. Sogna intensamente, perché ogni sogno
precede l’obiettivo.
umbertogalimberti@repubblica.it – Donna di
La Repubblica – 10 novembre 2018
Nessun commento:
Posta un commento