I Francesi scelsero un
vagone ferroviario, posto su un binario della Piccardia. Non avrebbero mai
lontanamente immaginato di dover, un giorno, 22 anni dopo! salire nuovamente,
in ben altre vesti, su quella stessa carrozza! Con gli stessi avversari!
di Daniele
Vanni
L’armistizio di Compiègne(in francese Armistice de
Rethondes) fu l’armistizio sottoscritto alle ore 11:00 dell’11 novembre
1918 tra l’Impero tedesco e le potenze Alleate in un vagone ferroviario nei
boschi vicino a Compiègne in Piccardia; l’atto segnò la fine dei combattimenti
della prima guerra mondiale.
Chissà, se i Francesi,
-non credo proprio che in quei momenti i Tedeschi pensassero ai santi! –
sapessero che nel capoluogo della regione, la Piccardia, in quelle ore si
faceva festa. Infatti, ad Amiens, l’11 novembre, era la festa di S. Martino!
Perché, se il santo
era diventato vescovo e poi patrono di Tours, nel centro della Francia, era
qui, ad Amiens, dove c’era la fiera tribù celtica degli Ambiani (sconfitti, ma
poi nuovamente insorti contro Cesare) dove Martino fece il miracolo del
mantello!
Il fallimento delle
offensive di primavera aveva reso evidente all’Alto Comando tedesco che la
vittoria sugli Alleati non era possibile. Il crollo della Bulgaria e la
situazione insostenibile sul fronte occidentale, divenuta ancora più
grave con l’arrivo in massa del corpo di spedizione americano, costrinse i
vertici militari tedeschi a cercare una soluzione non militare.
Alla fine di settembre
ciò che l’Alto Comando temeva maggiormente era il crollo del fronte
occidentale, e l’avanzata nemica entro i confini del Reich. Il 29 settembre
1918 l’Alto Comando si rivolse ai politici (che sino ad allora avevano avuto un
ruolo marginale) intimando di dare il via a trattative volte ad un armistizio.
Si trattò di un tentativo – dopo due anni di dittatura militare di fatto
di addossare ai civili la responsabilità della sconfitta.
Si giunse a stabilire
una data per un incontro solamente dopo trattative durate settimane e uno
scambio di note diplomatiche con il Presidente degli Stati Uniti Woodrow
Wilson. Dopo un’attesa durata più di un mese, l’8 novembre una delegazione di
funzionari civili tedeschi, guidati dal segretario di Stato Matthias Erzberger,
ottenne il permesso di recarsi in Francia. Nel frattempo la situazione era
precipitata: l’Austria-Ungheria si era dissolta, e la stessa Germania era in
preda alla rivoluzione: il 9 novembre venne proclamata la Repubblica, e il
giorno seguente il Kaiser riparò nei Paesi Bassi.
I Francesi decisero che le trattative dovessero svolgersi in un vagone
ferroviario, in un bosco nei pressi di Compiègne.
Quando si arriverà ad
un altro armistizio, quello poi siglato alle 18,50 del 22 giugno 1940, per la
cessazione delle ostilità tra la Francia ed il Terzo Reich, Hitler scelse
immediatamente e pretese! la zona di foresta vicino a Compiègne, come sede per
le trattative e pretese che le delegazioni francesi e tedesche si incontrassero
nello stesso vagone ferroviario utilizzato nel 1918 all’atto della resa
tedesca! A tale scopo il vagone fu portato fuori dal museo dove era stato
collocato e preparato per lo svolgimento delle nuove trattative!
Ma ritorniamo alla
fine della Prima Grande Guerra.
I margini di trattativa erano comunque molto ristretti: ai tedeschi furono
concesse 72 ore per decidere, e i colloqui avvennero solo con ufficiali di
rango inferiore.
Le condizioni poste dagli Alleati erano estremamente dure e ponevano i
tedeschi di fronte al fatto compiuto (comprensibilmente, visto la disperata
situazione tedesca).Erzberger, ritenendo il documento troppo duro, volle consultarsi con Berlino,
ma poté mettersi in contatto solo con il capo di stato maggiore dell’esercito,
Paul von Hindenburg, che si trovava presso il suo quartier generale a Spa.
L’indicazione di Hindenburg fu di sottoscrivere l’armistizio a qualsiasi
condizione, vista la situazione in Germania.
Punti principali
dell’armistizio
Cessazione delle
ostilità entro sei ore dalla firma dell’armistizio
Ritiro entro 15 giorni
delle truppe tedesche da tutti i territori occupati in Francia, Lussemburgo,
Belgio, nonché dall’Alsazia-Lorena
Entro i successivi 17
giorni abbandono di tutti i territori sulla riva sinistra del Reno, e consegna
delle guarnigioni di Magonza, Coblenza e Colonia alle truppe d’occupazione
francesi
Consegna alle forze
alleate di 5.000 cannoni, 25.000 mitragliatrici, 3.000 mortai e 1.400 aeroplani
Consegna di tutte le
navi da guerra moderne
Consegna a titolo di
riparazione di 5.000 locomotive e 150.000 vagoni ferroviari
Annullamento del
trattato di Brest-Litovsk
Si trattava di
condizioni volte ad impedire che il Reich potesse riprendere le ostilità, e
vennero di fatto confermate con il Trattato di Versailles.
Il ritiro delle circa
190 divisioni tedesche terminò il 17 gennaio 1919.Firmatari
Per la Triplice
Intesa:
Ferdinand Foch per la
Francia
Ammiraglio Rosslyn
Wemyss per la Gran Bretagna
Ammiraglio Hope e
Capitano di Marina Mariott per gli Stati Uniti d’America
Per l’Impero tedesco:
Segretario di Stato
Matthias Erzberger,
Conte Alfred von
Oberndorff, ministero degli Esteri
Generale Detlof von
Winterfeld, esercito imperiale
Capitano Ernst
Vanselow, marina imperiale
Commemorazione
Durante la prima
guerra mondiale, in Gran Bretagna, si producevano ghirlande di papaveri che
venivano usate per celebrare e ricordare i soldati caduti per la patria. Nel
mondo anglosassone questo fiore (uno dei pochi in grado di nascere anche in un
devastato campo di battaglia) simboleggia i caduti della prima guerra mondiale
e di quelle successive, ed in memoria dei caduti una piccola corona di papaveri
rossi viene posata sui monumenti di guerra.
In molte nazioni
all’epoca alleate l’11 novembre è considerata festa nazionale (con varie
denominazioni: Armistice Day, Remembrance Day, Poppy Day; negli USA coincide
anche con il Veteran Day) e viene celebrato con due minuti di silenzio alle ore
11 dell’ 11 novembre (“the eleventh hour of the eleventh day of the eleventh
month”).
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