Strage a Nassiriya
Era il 12 novembre del 2003 quando,
nell’ormai tristemente nota Nassiriya, nel sud dell’Iraq, un camion-cisterna
esplodeva forzando l’entrata di una delle due basi cittadine del contingente
italiano.
Morivano così i carabinieri Massimiliano
Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Andrea Filippa, Enzo Fregosi,
Daniele Ghione, Horacio Majorana, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo
Merlino, Alfio Ragazzi e Alfonso Trincone. Insieme a loro restano a terra i
militari dell’esercito Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi,
Emanuele Ferraro e Pietro Petrucci. Restano uccisi anche due civili italiani:
sono il cooperante Marco Beci e il regista Stefano Rolla che con la sua troupe
sta seguendo proprio l’attivita’ dei carabinieri italiani in terra d’Iraq. I
feriti alla fine saranno 58. 28 le vittime, tra cui 19 italiani tra
Carabinieri, militari e civili.
L’operazione Iraqi Freedom (OIF), o seconda guerra del Golfo, inizia nel marzo 2003. Il 1 maggio
dello stesso anno la guerra è ufficialmente finita e la risoluzione ONU 1483
invita tutti gli Stati a contribuire alla rinascita dell’Iraq, favorendo la
sicurezza del popolo iracheno e lo sviluppo della nazione. L’Italia partecipa
attraverso la missione
“Antica Babilonia”fornendo forze armate dislocate nel sud
del Paese, con base principale a Nasiriyya, sotto la guida inglese. La missione
italiana inizia il 15 luglio 2003 ed è un’operazione militare con finalità di peacekeeping
(mantenimento della pace), con l’obiettivo di ricostruire il
“comparto sicurezza” iracheno attraverso l’assistenza per l’addestramento e
l’equipaggiamento delle forze, sia nel contesto della NATO sia sul piano
bilaterale; creare e mantenere la necessaria cornice di sicurezza; concorrere
al ripristino di infrastrutture pubbliche ed alla riattivazione dei servizi
essenziali , nonché al mantenimento dell’ordine pubblico, al controllo del
territorio e al contrasto alla criminalità, alla gestione aeroportuale e alle
attività di bonifica.
Il 12
novembre 2003 il grave attentato di Nasiriyya. Alle ore 10:40 ora
locale, le 08:40 in Italia, un camion cisterna pieno di esplosivo scoppia davanti
la base MSU (Multinational Specialized Unit) provocando l’esplosione del deposito
munizioni. Il Carabiniere Andrea Filippa, di guardia all’ingresso della base
“Maestrale”, riesce ad uccidere i due attentatori suicidi, così che il camion
non esplode all’interno della caserma, ma sul cancello di entrata, evitando una
strage di ancor più ampie proporzioni. I primi soccorsi vengono prestati dai
Carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo.
L’altra sede, “Libeccio”, distante poche centinaia di metri dalla prima, rimane
anch’essa danneggiata dall’esplosione. E’ una vera e propria ecatombe:
l’edificio principale crolla a seguito della terribile deflagrazione, il
deposito munizioni rimane coinvolto innescando una seconda sequenza di esplosioni,
proiettili vaganti vengono lanciati in ogni direzione. In pochi secondi laddove
sorgeva la base resta soltanto un enorme cratere e i corpi senza vita di 19
connazionali.
Due mesi dopo
l’attentato, il Reggimento CC lascia definitivamente anche la Base “Libeccio”,
trasferendosi alla base di “Camp Mittica” nell’ex aeroporto di Tallil, a 7 km
da Nasiriyya, mentre la camera ardente viene immediatamente allestita nel
Sacrario delle Bandiere del Vittoriano, per accogliere le salme rimpatriate e
dar loro l’ultimo saluto. I
funerali di Stato si svolgono il 18 novembre 2003 nella basilica di San Paolo fuori le mura, a Roma, officiati dal
cardinale Camillo Ruini, alla presenza delle più alte autorità dello Stato, e
con vasta (circa 50.000 persone) e commossa partecipazione popolare. Per quel
giorno fu proclamato il lutto
nazionale.
I morti ed i feriti dell’attentato sono
stati insigniti della Croce d’Onore con una cerimonia tenutasi il 12 novembre
2005 presieduta dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Alle
vittime dell’attentato sono state inoltre intitolate numerose vie, piazze e
monumenti in tutta Italia.
La
missione termina ufficialmente il 1 dicembre 2006. Le complesse attività logistiche, iniziate il 23 settembre, per il
rientro in Patria di personale, mezzi e materiali durano fino al 30 novembre
2006. Il 1 dicembre, alla presenza del Ministro della Difesa e del Capo di
Stato Maggiore della Difesa, si svolge la Cerimonia dell’ammainabandiera che
conclude l’impegno italiano a Nassiriyah.
Nel 2009, tre anni
dopo, viene istituita la “Giornata
del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la
pace” che si festeggia ogni anno il 12 novembre, anniversario degli attentati.
Nell’ambito delle commemorazioni il ministro Mario Mauro consegnerà oggi, alle
15.30, a Palazzo Barberini (Sala del Trono) la ‘Medaglia della Riconoscenza’ ai familiari
delle vittime di quella strage. “Un gesto – si legge nel
comunicato diramato dalla Difesa – a
quanti hanno donato la propria vita in difesa del bene comune per la pace, la
sicurezza e la stabilità internazionale nello svolgimento di attività di alto
valore umanitario all’estero, che vuole essere momento fondamentale per
rafforzare la coesione di un popolo, attraverso la condivisione del patrimonio
di valori comuni, di cui i nostri valorosi caduti sono testimonianza luminosa“.
L’istituzione del 12 novembre quale
giornata in cui ricordare i Caduti militari e civili delle missioni
internazionali per la pace rappresenta il riconoscimento del Paese per coloro
hanno onorato il nome dell’Italia e il nostro tricolore in tutto il mondo. Una
data per celebrare la memoria di quegli italiani che, impegnati in diversi
Paesi del mondo nelle missioni a sostegno della pace e della sicurezza
internazionale, hanno perso la vita nell’adempimento del dovere, mantenendo
vivo l’esempio di tanto coraggio e di tanta dedizione mostrato dai nostri
militari e civili.
Una data dolorosa per
tutti gli italiani, in cui diciannove connazionali, come ricordato dal
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, “donarono il bene supremo della vita
ispirandosi a un nobile intento di pace e mirando a sostenere la rinascita ed
il progresso civile dello stato iracheno” divenendo così “un
esempio di mirabile dedizione al senso del dovere e dell’amor patrio”.
Sono trascorsi ben 10 anni da quei
tragici fatti, ma il ricordo è sempre vivo, anche e soprattutto tra la gente
comune, che in occasione della Giornata della memoria del 12 novembre continua
a dimostrare tutta la sua vicinanza alle famiglie dei caduti.
La Giornata consentirà
oggi a tutti i cittadini l’opportunità di unirsi nel ricordo di coloro che sono
caduti, tributando loro, come ogni anno, il doveroso omaggio per il sacrificio
profuso in difesa dei
diritti fondamentali dell’uomo, della democrazia e nel fronteggiare il terrorismo in ogni sua forma ,ispirandosi ai dettami della nostra Costituzione.
Martina Pelucchi – 12 Novembre 2017 – News.Leonardo.it
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