Attentati di Parigi del 13 novembre 2015
Attacco suicida Strage
Sequestro ostaggi Data 13-14 novembre 2015
Luogo Parigi e Saint-Denis
Responsabili Abdelhamid
Abaaoud, Salah Abdeslam Conseguenze
Morti 137
(inclusi 7 attentatori) Feriti368
Gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 sono stati una
serie di attacchi terroristici di matrice islamica, sferrati da un commando
armato collegato all’autoproclamato Stato Islamico, comunemente noto come ISIS,
che li ha successivamente rivendicati; gli attacchi armati si sono concentrati
nel I, X e XI arrondissement di Parigi e allo Stade de France, a Saint-Denis,
nella regione dell’Île-de-France.
Gli attentati, avvenuti il giorno dopo la presunta morte del
boia Jihadi John, ad opera di un drone americano, notizia poi confermata dallo
stesso Stato Islamico il 19 gennaio 2016, sono stati compiuti da almeno dieci
persone fra uomini e donne, responsabili di tre esplosioni nei pressi dello
stadio e di sei sparatorie in diversi luoghi pubblici della capitale francese,
tra cui la più sanguinosa è avvenuta presso il teatro Bataclan, dove
sono rimaste uccise 90 persone.
Si è trattato della più cruenta aggressione in territorio
francese dalla seconda guerra mondiale e del secondo più grave atto
terroristico nei confini dell’Unione europea dopo gli attentati dell’11 marzo
2004 a Madrid.
Mentre gli attacchi erano ancora in corso, in un discorso
televisivo il presidente francese François Hollande ha dichiarato lo stato di
emergenza in tutta la Francia e annunciato la chiusura temporanea delle
frontiere.
Cronologia degli eventi
21:20: 1ª esplosione davanti al ristorante Events nei pressi
dell’ingresso D dello Stade de France, in zona Saint-Denis, venti minuti dopo
l’inizio della partita amichevole fra le nazionali di calcio di Francia e
Germania seguita, allo stadio, da 80.000 tifosi, tra i quali il presidente
della Repubblica francese François Hollande. Per non aggravare la tensione, la
partita prosegue; a causa dell’esplosione vi fu un morto, più l’attentatore,
identificato col nome di battaglia di Ukashah Al-Iraqi;
21:25: 1ª sparatoria nei pressi dei due ristoranti Le Carillon,
su Rue Alibert e Le Petit Cambodge, su Rue Bichat. Quattro terroristi
(Abdelhamid Abaaoud, Chakib Akrouh, Brahim e probabilmente suo fratello minore
Salah Abdeslam), a bordo di una SEAT León nera, hanno cominciato a sparare
all’incrocio con i loro AK-47 consumando circa 100 proiettili, inneggiando alla
Siria e all’Iraq e urlando in lingua araba: “Allahu Akbar!” (13 morti e 10
feriti gravemente);
21:30: 2ª esplosione davanti a un fast food Quick nei pressi
dell’ingresso H dello Stade de France, in zona Saint-Denis (nessun morto a
parte l’attentatore, identificato col nome di battaglia di Ali al-Iraqi);
21:32: 2ª sparatoria nei pressi del Café Bonne Bière e della
pizzeria Casa Nostra, in Rue de la Fontaine au Roi. Durante l’assalto alla
pizzeria, uno degli attentatori, probabilmente Salah Abdeslam, punta il proprio
fucile d’assalto contro la studentessa Barbara Serpentinie la sua amica Sophia
Bejali per ucciderle a bruciapelo, ma l’arma – a causa del termine dei
proiettili o di un’inceppatura – non riesce a fare fuoco, così le due fuggono e
l’attentatore si allontana dal luogo della sparatoria a bordo della SEAT León
nera (5 morti e 8 feriti);
21:36: 3ª sparatoria davanti al ristorante La Belle Équipe, nei
pressi di rue de Charonne, nell’XI arrondissement (21 morti e 9 feriti);
Dalle 21:40 alle 21:48: durante un concerto del gruppo rock statunitense Eagles of
Death Metal, iniziato alle 20:45 e con circa 1.500 spettatori, 3 terroristi
vestiti di nero (Ismaël Omar Mostefaï, Samy Amimour e
Foued Mohamed-Aggad), equipaggiati di zaini porta-caricatori, AK-47, di un
fucile a pompa, alcune bombe a mano e cinture esplosive, parcheggiano la loro
Volkswagen Polo nera accanto al teatro Bataclan, su Boulevard Voltaire, e due
minuti dopo uno dei tre manda un SMS a Mohamed Belkaid, il coordinatore
principale degli attacchi rifugiato in Belgio, in cui si legge: “Siamo partiti,
cominciamo”. La linea di ricezione viene immediatamente disattivata e gli
assalitori gettano il cellulare in un cestino della spazzatura situato nei
paraggi. Dopodiché, i
terroristi irrompono nel teatro sparando contro la folla, urlando “Allahu
Akbar!” e inneggiando alla Siria e all’Iraq.La prima raffica,
sparata mentre la band suona il brano Kiss the Devil, provoca una decina di
vittime (tra cui un addetto alla sicurezza e tre ragazzi, oltre all’addetto al
merchandising del gruppo) davanti all’ingresso, ma viene in un primo istante
scambiata per degli amplificatori o degli effetti pirotecnici. La seconda si
dirige verso il bar e mette in fuga il leader Jesse Hughes, il chitarrista Eden
Galindo, il bassista Matt McJunkins e il batterista Julian Dorio (che si era
riparato dietro le strumentazioni), mentre il chitarrista Dave Catching
continua ancora per qualche istante a tenere il centro del palco.Subito dopo i tre uomini si posizionano
sulla platea e sparano altre diverse raffiche sugli spettatori nel giro di 20
minuti.I presenti, terrorizzati dalle esplosioni delle granate,
tentano, con l’aiuto dei buttafuori, di evacuare il locale attraverso porte di
sicurezza e finestre laterali, mentre il resto dei membri della band riesce a
sopravvivere all’irruzione degli attentatori scappando da un’uscita dietro le
quinte, per poi rifugiarsi in una stazione di polizia. Altre 50 persone
scappano sul tetto, altre ancora si rifugiano nei bagni pubblici e nei
camerini. Un giornalista di Le Monde che abita al lato del teatro a
Saint-Pierre Amelot, si affaccia alla finestra del suo appartamento e riprende
con uno smartphone gli spettatori che fuggono attraverso le uscite di sicurezza
del Bataclan. Durante la carneficina, gli attentatori, mentre cominciano a
sequestrare le persone presenti, iniziano
anche a fucilare e uccidere numerosi ostaggi riversi per terra, intenti a
fingersi morti;
21:43: 3ª esplosione, 1 terrorista, identificato come Brahim
(fratello maggiore di Salah), esce dalla SEAT León nera e si fa esplodere nella
caffetteria Comptoir Voltaire nei pressi del teatro Bataclan, su Boulevard
Voltaire (nessun morto oltre all’attentatore, 15 feriti);
21:53: 4ª esplosione presso un McDonald’s situato a circa 400
metri dallo Stade de France, in zona Saint-Denis (nessun morto oltre
all’attentatore Bilal Hadfi, 11 feriti gravi);
22:00: allertato degli attacchi, un sovrintendente capo,
scortato da un suo collega, irrompe per primo al piano terra del teatro, si
ritrova faccia a faccia con uno dei terroristi posizionato a sinistra del
palco, che tiene sotto tiro uno degli ostaggi e lo uccidono mentre il giubbotto
esplosivo che indossava detona prima di crollare a terra.
22:09: giungono all’esterno del Bataclan le prime squadre della
Brigade de Recherche et d’Intervention, un corpo speciale della polizia
francese, equipaggiate con elmetti dotati di visiera antiproiettile,
passamontagna, giubbotti antiproiettile e fucili d’assalto. Un gruppo di 5
poliziotti appostati in un angolo accanto al teatro tra Voltaire Boulevard e
Saint-Pierre Amelot, viene accolto da una raffica di fucile Kalashnikov da uno
dei terroristi, riuscendo però a sfuggire alle pallottole.
22:15: intervengono altri 60 poliziotti della B.R.I. e gli
ufficiali tentano di organizzare un’irruzione all’interno del teatro sotto il
fuoco dei terroristi per soccorrere i superstiti. Nel frattempo, un totale di
430 pompieri della Brigade de sapeurs-pompiers de Paris, al comando del
generale Philippe Boutinaud, viene mobilitato in tutta la città con 21 squadre
di paramedici a bordo di 125 camion per prestare i primi soccorsi alle vittime;
22:30: il presidente Hollande lascia sotto scorta lo Stade de
France, per motivi di sicurezza;
22:45: intorno a quest’ora, intervengono sul luogo anche 10
agenti della Recherche, assistance, intervention, dissuasion, un altro corpo
speciale della polizia di frontiera comandato dal controllore generale
Jean-Michel Fauvergue, che si appostano all’esterno del piano terra del
Bataclan allo scopo di proteggere i poliziotti della B.R.I. in caso di
necessità;
23:00: una trentina di poliziotti della B.R.I., a gruppi di due,
raggiunge la platea attraverso due scale posizionate sulla balconata del
teatro, mentre gli spettatori sopravvissuti escono dai loro nascondigli
lasciando silenziosamente il luogo dell’attentato;
23:15: gli agenti, continuando la bonifica del piano superiore,
trovano due terroristi e un gruppo di 60-100 ostaggi rifugiati in una stanza
situata nell’ala ovest del teatro;
23:27: i terroristi, attraverso il cellulare di uno degli
ostaggi, minacciano i poliziotti e il negoziatore Pascal (già noto per aver
diretto le trattative con Amedy Coulibaly durante il sequestro del supermercato
ebraico Hypercacher del precedente 9 gennaio) di decapitare gli spettatori se
il resto degli agenti non abbandonerà il teatro. Nei successivi 50 minuti e
nelle altre quattro chiamate, i terroristi rifiutano di negoziare, ma le
chiamate fanno guadagnare il tempo necessario alla polizia per organizzare
un’operazione atta a soccorrere gli ostaggi;
23:37: viene attivato il piano “Rosso Alfa”, previsto per
portare soccorso in modo coordinato a un numero elevato di vittime in caso di
attentati multipli;
23:53: il presidente Hollande, abbandonato definitivamente lo
Stade de France, appare in diretta TV e dichiara ufficialmente in un discorso
lo stato di emergenza in tutto il paese e la temporanea chiusura delle
frontiere;
23:55: il governo francese si riunisce in un consiglio dei
ministri straordinario;
00:00: intorno a quest’ora i tifosi abbandonano completamente lo
Stade de France cantando l’inno nazionale francese La Marseillaise in segno di
solidarietà;
Dalle 00:18 alle 00:23: dopo circa un’ora di negoziazioni e il
successivo rilascio di 5 ostaggi, il commissario Christophe Molmy, comandante
supremo della B.R.I., e il suo vice George Salinas ordinano via radio di
iniziare un raid al teatro Bataclan. Nel corso dell’irruzione nel corridoio,
Mostefaï e Aggad usano gli ostaggi come scudi umani e aprono il fuoco contro
gli agenti armati di scudi balistici, ferendo uno di loro alla mano sinistra
mentre il resto dei poliziotti, sotto il comando di un capitano identificato
con lo pseudonimo di “Jeremy”, lanciano granate flash bang e fumogene. Durante
i cinque minuti di combattimento, gli agenti raggiungono la fine del corridoio
e un poliziotto armato di G36C spara ferendo a morte Aggad, provocando
l’innesco della cintura esplosiva e l’uccisione di lui stesso.
Poco dopo, Mostefaï, stordito dall’esplosione, viene infine
freddato da un agente della seconda colonna nel vano tentativo di afferrare il
detonatore per farsi saltare in aria. Dopodiché il resto degli ostaggi
sopravvissuti vengono immediatamente allontanati dal luogo della carneficina e
soccorsi dalle ambulanze;
00:58: termina ufficialmente il raid nel locale e i poliziotti
della B.R.I. e della R.A.I.D. fanno ritorno nelle loro caserme. Minuti dopo,
intervengono nella capitale anche diversi reggimenti dell’esercito francese
incaricati di pattugliare e mettere in sicurezza le strade.
90 persone in totale hanno perso la vita nel Bataclan;
01:00: l’ISIS rivendica ufficialmente, tramite Twitter, gli
attacchi alla capitale francese ed esulta, minacciando di colpire anche
Washington D.C., Londra e Roma. Contemporaneamente, le luci della Torre Eiffel
vengono spente come è regolare in questo orario, dopodiché saranno
costantemente spente per tutto il giorno seguente in segno di lutto;
01:20: Hollande e il premier Valls si recano al Bataclan a
portare la loro solidarietà. Dopodiché tornano al Ministero dell’Interno per
continuare a seguire gli sviluppi;
10:53: il presidente Hollande, in diretta dal Palazzo
dell’Eliseo, fa un discorso ufficiale alla nazione e al mondo intero,
dichiarando che la Francia sarà spietata nei confronti dello Stato Islamico e
condanna gli attacchi definendoli un “atto di barbarie assoluta”.
https://www.verdeazzurronotizie.it/accadde-oggi-13-novembre-2015-i-terribili-attentati-di-parigi/
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