Il Martedì Grasso è
l’ultima occasione in cui si potevano gustare i tipici dolci della festa
più allegra dell’anno, prima del periodo di digiuno e penitenza.
Fa eccezione Milano dove,
secondo il rito ambrosiano,
la Quaresima ha inizio la domenica seguente, per cui i festeggiamenti sono
posticipati di quattro giorni.
TRADIZIONE
Le origini del Carnevale ambrosiano risalgono ai
riti della fertilità con cui i popoli antichi desideravano propiziarsi un anno
favorevole dopo il rigido inverno. In questo periodo nell’antica Grecia si
celebravano i Baccanali e, successivamente a Roma, i Saturnali in onore di
Saturno, dio del grano, delle coltivazioni e del vino, come auspicio di buoni
raccolti. In questa festa i ruoli venivano invertiti, l’ordine delle cose
capovolto, per cui i ricchi potevano banchettare con i poveri, gli schiavi con
i padroni e per potersi sentire più liberi, tutti nascondevano il volto
dietro ad una maschera. Durante questi giorni la folla si riversava nelle
strade e, per non lasciare nessuno a bocca asciutta, si offrivano i frictilia,
dolci di facile preparazione che si potevano cuocere in grandi quantità in
breve tempo. Da questi derivano i tortelli, apprezzati soprattutto in Veneto e
Lombardia, che grassi, fritti, ricchi, rappresentavano la speranza di un anno
senza fame e quindi un augurio da condividere con gli amici.
Il Carnevale ambrosiano non ha date di
inizio ben definite; esiste una sorta di periodo di festa che inizia al termine
dell’Epifania fino alla prima domenica stessa di Quaresima per chi segue il
rito ambrosiano. La leggenda affida questa diversità proprio al Vescovo
Ambrogio che un anno, lontano dalla città per un pellegrinaggio, chiese di
aspettare il suo ritorno per iniziare i riti della Quaresima, in particolare la
somministrazione delle ceneri.
I milanesi furono ben felici di protrarre i festeggiamenti
per qualche giorno e da allora il Carnevale ambrosiano dura quattro giorni in
più rispetto ai periodi di festeggiamenti in altre regioni. Anche l’ipotesi più
plausibile circa il significato del nome, che lo vede derivare da “carnem
levare” in relazione all’astinenza dalle carni che caratterizza il periodo
quaresimale, indica la profonda relazione tra questa festa e il tempo liturgico
che segue.
Famoso per maschere e costumi,
il Carnevale di Milano è, quindi, un’occasione per lasciarsi andare a
qualche peccato di gola in più.
I Dolci tipici tutti rigorosamente fritti.
I Dolci tipici tutti rigorosamente fritti.
Che martedì grasso sarebbe,
altrimenti?
I Tortelli del
Carnevale Ambrosiano
Cugini delle
più famose castagnole, i tortelli
sono golose specialità tipiche milanesi. Denominati in origine “farsòe”, sono
nati a Milano per
festeggiare il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, il quale era definito nella
Bibbia “industriante in friggitoria”. Ben presto sono diventati anche un
dolce tipico del Carnevale
ambrosiano, il cui impasto ha una consistenza piuttosto
fluida, per cui viene immerso nell’olio caldo a cucchiaiate. Durante la
frittura, i tortelli di Carnevale aumentano di volume, rimanendo cavi
all’interno.
Per renderli ancora più
golosi, si possono quindi farcire con crema pasticcera, al limone, chantilly o
al cioccolato. La ricetta in due versioni qui di seguito:
Tortelli di Carnevale
Per 6 persone
280 gr di farina, 130 gr di burro, 140 gr di zucchero
semolato, 2 dl di latte, 1 bustina di vanillina, 1 limone non trattato, 8 uova
e 2 tuorli, 1 cucchiaino di bicarbonato, olio, sale.
Portare a ebollizione il latte con la scorza del
limone, la vanillina, 60 gr di zucchero, 2 dl di acqua, il burro, il
bicarbonato e un pizzico di sale. Togliere la casseruola dal fuoco e, in un
solo colpo, unire la farina e mescolare bene il composto con un cucchiaio di
legno finché si stacca dalla parete.
Trasferire l’impasto in una terrina e lasciarlo
intiepidire. Unirvi le uova, uno alla volta. Con 2 cucchiaini, prelevare un
quantitativo di pastella grande come una noce e tuffarlo nella padella dove
avrete messo abbondante olio e portato a ebollizione. Ripetere l’operazione,
non mettendo mai più di 5 o 6 tortelli e friggerli sin quando siano molto gonfi
e dorati da tutte le parti. Scolarli su carta assorbente da cucina. Proseguire
la cottura sino al termine della pastella, tenendo il forno pronto a 50° gradi
in modo da mantenere i tortelli caldi su un piatto. Servirli cosparsi con lo
zucchero residuo.
Oppure:
Tortelli di
Carnevale
Per 4 persone
300 gr di farina, 80 gr di burro, 5 uova, 70 gr di
zucchero a velo, 1 cucchiaio di acqua di fiori d’arancio, olio, sale.
Portare a ebollizione 3 dl e mezzo di acqua con il
burro ridotto a pezzetti e un pizzico di sale. Aggiungervi la farina e
mescolare bene con la frusta onde evitare la formazione di grumi. Fare cuocere
per 10 minuti, fino a quando il composto diventi sodo. Lasciarlo intiepidire,
aggiungere l’acqua di fiori d’arancio.
Separare gli albumi dai tuorli e amalgamare i tuorli,
uno alla volta all'impasto. Montare a neve fermissima gli albumi assieme a un
pizzico di sale e incorporarli al composto, mescolando con delicatezza dal
basso verso l’alto con l’aiuto di un cucchiaio di legno. In una larga padella
portare a bollore abbondante olio e immergervi l’impasto preparato a
cucchiaiate, distanziandole bene tra di loro. Fare friggere i tortelli sino
quando siano gonfiati e abbiano assunto un colore dorato. Farli scolare su
carta assorbente da cucina e spolverizzarli, dopo averli messi su un piatto da
portato, di zucchero a velo. Si possono servire in compagnia di crema
chantilly, pasticciera o al cioccolato.
Nessun commento:
Posta un commento