Uno dei segreti della longevità,
dicono i medici, è una costante attività fisica. In provincia di Palermo, a
Petralia Sottana, Maria Cerami, 103 anni, per passare dalla camera da letto al
soggiorno, cosa che fa più volte al giorno, deve salire e scendere due rampe di
scale. Ogni domenica va a messa, e di tanto in tanto, anche a trovare qualche
amica. E non è l’unica centenaria di un paese la cui stessa geografia costringe
al movimento: le abitazioni sono a monte, la terra da coltivare e i pascoli a
valle. Forse è anche per questo motivo (e ci sono tuttora) parecchi super
anziani in buona salute, tra i quali una signora di 107 anni a Castelbuono,
mentre un’altra, a Isnello, è scomparsa da pochi mesi all’età di 110 anni. I
segreti della longevità degli abitanti di quest’area sono oggetto di uno studio
che il dipartimento di Biopatologia e biotecnologia mediche (Dibimed)
dell’Università di Palermo ha promosso in collaborazione con Michel Poulain,
demografo specializzato in questi studi all’Università di Palermo ha promosso
in collaborazione con Michel Poulain, demografo specializzato in questi studi
all’Università cattolica di Lovanio (Belgio) e di Tallinn. Nel 2000 fu lui,
notando la concentrazione di molti centenari nella provincia di Nuoro (30,9
ogni 100mila abitanti), a coniare il concetto di “zona blu” (blu perché
tracciava dei cerchi con la matita colorata per identificare le aree). Da
allora ne ha scovate altre quattro l’isola di Okinawa in Giappone, Loma Linda
in California, Nicoya in Costa Rica, Icaria in Grecia. Ora ipotizza che proprio
in Sicilia, nelle Madonie, si possa trovare la sesta. Nelle aree blu, è questa
l’ipotesi, si trovano persone che vivono decisamente più a lungo della media
per qualche fortunatissimo allineamento genetico e ambientale, tutto da
indagare. Intanto, per cominciare, i dati anagrafici raccolti in quattro comuni
delle Madonie (Petralia Sottana, Geraci Siculo, Isnello, Bompietro) hanno
confermato che in quest’area, che comprende 31 municipalità, la popolazione di
ultranovantenni o centenari è sovrarappresentata. “È quasi il doppio, 4,7 ogni
10.000 abitanti, rispetto alla media italiana “dice Calogero Caruso, ordinario
di Patologia generale all’Università di Palermo e coordinatore del progetto,
finanziato dal ministero, che collabora alla ricerca di Poulain. Il pool di
ricercatori indagherà i caratteri peculiari dei longevi: genetica,
alimentazione, abitudini di vita e, in generale, le condizioni di salute, per
poi identificare strategie da applicare anche altrove per contrastare le
malattie connesse all’invecchiamento. “Le Madonie sono, come le altre zone blu
del Pianeta, un’area storicamente isolata, con una popolazione che è riuscita a
mantenere uno stile di vita tradizionale: intensa attività fisica anche oltre
gli 80 anni, un livello ridotto di stress, un grande supporto della famiglia e
della comunità per gli anziani, consumo di cibo tradizionale (dieta
mediterranea) prodotto localmente (e dove c’è un maggior consumo di carne rossa
o uova e latticini si compensa con la positive nutrition, cioè il consumo di frutta e verdura a chilometro zero).
Poi, come sappiamo, il ruolo della genetica conta molto: almeno per un terzo
nel raggiungimento della longevità”.
Ivan Mocciaro – Scienze – Il Venerdì di La Repubblica – 2
febbraio 2018 –
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