Il 16 Ottobre giornata internazionale
dell’alimentazione, in Francia debutta la prima piattaforma per combattere lo
spreco domestico di cibo: nella sola Europa, infatti, circa 90 milioni di
tonnellate annue finiscono nella spazzatura, per un valore di 100 miliardi di euro.
Soprattutto, il 53% proviene dalle famiglie e oltre la metà potrebbe essere
ancora consumato. Di qui la star-up dell’associazione Hopl-IopFood: “Crea spazi
di solidarietà che connettono con il vicinato persone in situazioni di
difficoltà alimentare. A loro si dà cibo non in una logica caritatevole ma in
una forma di condivisione”, spiega il fondatore Jean-Claude Mizzi. Conferma
Luca Falasconi, docente di Politica agraria all’Università di Bologna e
responsabile scientifico del progetto Reduce (segue box): È nel frigo, nella
dispensa e nelle mense scolastiche che ogni giorno cibo ancora buono e sano
inizia il suo percorso verso la discarica”. Ammettiamolo nelle nostre vite a
geometrie e famiglie variabili fare la spesa in modo misurato è complesso, e in
pattumiera finisce più cibo di quanto vorremmo. Succede anche al ristorante, ma
lì possiamo avvalerci della save bag
per portare a casa gli avanzi: idea del Banco alimentare realizzato con Cuki al
quale hanno aderito vari ristoranti (elenco su bancoalimentare.it) contribuendo
alla consapevolezza degli italiani che, rassicura Falasconi, sta crescendo: “E’
l’industria che potrebbe venirci incontro sviluppando più servizi a latere dei
prodotti: i consumatori vedono di buon occhio migliorie tecnologiche sulle confezioni
e anche sui frigoriferi, che aiutino il controllo della conservazione”. Nel
frattempo, la collaborazione tra negozianti e consumatori potrebbe essere una
soluzione virtuosa facile. Francesco Ardito, business development strategist
nell’hub del Politecnico di Torino, due anni fa ha creato
lastminutesottocasa.it, un’app per offrire ai venditori la possibilità di
cedere a fine giornata le eccedenze a basso costo e all’acquirente di
risparmiare portando a casa cibo di qualità: una notifica sul cellulare informa
il consumatore che abita in zona ed è iscritto alla community delle offerte. Un
progetto utile, ma circoscritto ai digitalizzati tagliando fuori i più anziani
o chi non può permettersi uno smartphone. Ha però il pregio di favorire un
processo di cambiamento nelle nostre abitudini di consumo, restituendo al cibo
un valore etico e non solo economico.
Box:
Quei 700 gr In Più
In Italia ogni famiglia
getta in discarica circa 700 gr di alimenti la settimana, oltre 2kg e mezzo al
mese, metà dei quali ancora buoni da mangiare: significa che gli scari
domestici pesano per il 77% sullo spreco totale di alimenti, per un valore di
12 miliardi di euro l’anno. Al centrosud si butta di più cibo cotto, al
centronord quello fresco. In Wuropa l’8,5% della popolazione, cioè 43 milioni
di persone, che vivono soprattutto nelle città, si trovano in condizioni di
indigenza alimentare, a fronte di uno sperpero spropositato di cibo,
soprattutto in casa. Questi dati emergono da un’indagine di Reduce, un progetto
all’interno della campagna europea di sensibilizzazione Spreco Zero) di
ricerca, educazione e comunicazione per la prevenzione degli sprechi
alimentari, finanziato dal ministero dell’Ambiente in collaborazione con il
Dipartimento di Scienze e Tecnologia Agroalimentari dell’Università di Bologna
e la società di ricerca SWG.info: sprecozero.it
Raethia Corsini – News – Donna di La Repubblica – 7 ottobre
2017-
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