Siamo schiavi di inutili vecchie
abitudini, questa è la verità. Presto l’auto a guida autonoma ci darà ironici ma pesanti
colpetti sulle mani se toccheremo i suoi strumenti. Il sesso sarà una fusione
fra algoritmi scelti da due telefonini che si sono piaciuti e vogliono
rivedersi costringendo a incontrarsi i loro (si fa per dire) proprietari. I
domiciliari per tutti saranno obbligatori per avere il tempo di fare i sei o
sette lavori con cui si vive. In medicina si sa, ci sono gambe o braccia
perdute in qualche incidente che fanno ancora male, col dolore localizzato nel
vuoto dello spazio che occupavano. Allo stesso modo ci accadrà sempre più
spesso di reagire in automatico a stimoli che non sono più collegati a niente.
Ma pian piano ne usciremo. Questa è solo un’epoca di transizione. E poi non
tutto il bene viene per nuocere.
Massimo
Bucchi – Sottovuoto – Il Venerdì di La Repubblica – 8 ottobre 2017 -
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