Restituire il futuro ai giovani. Coi
tempi che corrono sembra una mission
impossibile. E forse lo è. Eppure bisogna provarci, E Andrea Segrè accetta
la sfida di parlare alla generazione Z. Quella che va dai 13 ai 30. Che è
cresciuta a latte e tablet. Che nuota nel Web come un pesce nell’acqua. Ma
fuori dal mondo liquido non vede un orizzonte davanti a sé. Eppure il futuro
c’è. E l’economista dell’Alma Mater, nonché presidente di Fico, il più grande
parco agroalimentare del mondo, che aprirò i battenti il 15 novembre a Bologna,
lo sa bene. E prova a delinearlo nel suo nuovo libro Il gusto per le cose giuste. Lettera alla generazione Z
(Mondadori..). Un manifesto intelligente e pacato che propone di avere come
obiettivo nella vita “un dolce stil medio” equidistante dalla bulimia
consumistica come dall’antagonismo urlato e senza costruito, ma anche dal
qualunquismo del “nulla cambierà mai”. I pilastri dello stilmedismo sono la
lotta allo spreco alimentare, la cura di sé, degli altri e della natura, il
rispetto, la giustizia, l’equità, la sobrietà e la sostenibilità. Perché, dice
l’autore noi stiamo lasciando ai ragazzi un mondo insostenibile. E per uscire
devono scendere in campo e prenderlo loro in mano e in testa. Ma anche in
pancia, Con ragione e passione, tenacia e speranza. E’ quel che hanno sempre
fatto le generazioni per prendersi la scena della storia. Non si vede non
possano farlo i Centennials di questo secolo. Insomma la medietà di cui parla
Segrè è il contrario della mediocrità. È casomai un modo contemporaneo di
coniugare talenti e sentimenti. Così il proverbiale in medio stat virtus degli antichi torna, ma in versione 4,0.
Marino Niola
– Miti d’Oggi – Il Venerdì di La Repubblica – 22 settembre – 2017-
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