Tormentone di vita quotidiana e tante ricette culinarie italiane ed estere
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venerdì 30 novembre 2012
Lo Sapevate Che: La Prostituzione...
La Prostituzione Non E’ Un Problema
Di Ordine Pubblico
Il fenomeno è ineliminabile, ma si può governare.
La prostituzione non è un problema di ordine pubblico, ma una questione sociale che coinvolge tutti i cittadini, i desideri sessuali consumistici dell’uomo di questi anni, specchio di una società e della sua non-educazione sessuale.
A un elevato allarme sociale non corrisponde una reale presa di coscienza del problema; la legge Bossi è antiquata e illiberale: è impossibile applicare una legge che regolamenti e imponga come-quando-dove si può vendere e comprare sesso, fino a vietarlo. Io posso predicare la mia morale cattolica senza però imporla agli altri.
Bisogna innanzitutto trovare quegli strumenti che diano la possibilità di superare il bisogno di prostituzione (come l’educazione sessuale) e attuare le politiche sociali.
E’ necessario partire da questo. Sottolineare che il solo aspetto criminale nella prostituzione è lo sfruttamento, salvando il rispetto dei diritti umani e civili, il diritto alla libertà di movimento di ciascuno.
La legge Merlin vieta la schedatura, ma bisogna migliorare le condizioni di vita delle persone e puntare sulla organizzazione autogestita in modo che nessuna terza persona gestisca e sfrutti le persone.
Via tutti i racket, nemmeno al chiuso aumenterebbe il danno per chi si prostituisce.
Ci sono già leggi per il rispetto della morale e del pudore. Una repressione indiscriminata oltre che lesiva dei diritti non sarà mai educativa né preventiva.
Ogni controllo sanitario coercitivo è una violazione dei diritti umani (allora dovrebbe essere esteso a tutte le persone sessualmente attive!).
I servizi sanitari pubblici devono essere potenziati insieme ai consultori familiari, va incentivato l’uso del preservativo. L’autodeterminazione e la coscienza personale di ognuno sono le chiavi per eliminare lo sfruttamento e far sì che ciascuno sia libero di usare il proprio corpo. Così si potrà evitare la clandestinità che porta al peggioramento delle condizioni di lavoro con il conseguente aumento di ogni tipo di rischio.
Don Andrea Gallo – Se Non Ora, Adesso –
Le Donne, I Giovani, La Liberazione Sessuale
Lo Sapevate Che: L'Alitalia...
Salvare L’Alitalia
Follia A Caro Prezzo
Il primo trimestre di utile operativo non impedirà ad Alitalia di chiudere l’anno con una perdita ingente, superiore al 2011. Per il 2013 la società promette un utile operativo, anche se credo che la previsione non sconti la recessione in atto, e sia viziata dall’irrazionale esuberanza che contagia i manager quando annunciano gli obiettivi. Comunque, quello che conta è l’utile netto; altrimenti si continua a distruggere patrimonio. Ma un ritorno stabile all’utile non pare futuribile.
A quattro anni dal “salvataggio”, Alitalia rimane dunque in dissesto, ennesimo esempio di una grande azienda italiana in difficoltà: sottodimensionata per competere nel mercato globale; concentrata su un mercato domestico che non cresce; zavorrata dalla passata mala gestione; e “ristrutturata” pensando alla struttura proprietaria (e alla rete di interessi che si cela dietro la scusa della difesa dell’italianità) piuttosto che alla struttura di mercato nella quale l’azienda dovrebbe competere. I risultati si vedono.
In questo Alitalia non fa eccezione: le vicende di Telecom, del sistema bancario, di Finmeccanica e partecipate, di Fonsai, della Rai, di molte altre aziende energetiche, dell’editoria, dei trasporti, dell’acciaio e persino del tessile ne condividono le caratteristiche salienti. La differenza è che qui il salvataggio è che qui il salvataggio è avvenuto a spese dei contribuenti (che hanno pagato due volte, visto che lo Stato ci ha perso pure come azionista); è stato orchestrato da un banchiere che ora è ministro dello Sviluppo e che sovraintende alle ristrutturazioni aziendali; e ha coinvolto il gotha degli imprenditori italiani.
Prima di occuparsi della struttura proprietaria, ogni ristrutturazione dovrebbe partire dalla struttura di mercato in cui l’azienda opera. Per capire quella delle linee aeree, bastava guardare agli Usa: il 70% del mercato è delle compagnie tradizionali, con gli hub; il resto delle low cost, con coli point to point. Due segmenti di mercato differenziati, perché diversi sono i servizi offerti, e nessuna compagnia è mai riuscita a
competere in entrambi. In ogni segmento c’è forte concentrazione per via di margini bassi ed economie di scala; tre compagnie hanno il 66% del primo, Southwest il 50% dell’altro. L’Europa procede nella stessa direzione Lufthansa,
British-Iberia e Air France-Klm dominano il segmento hub; Easyjet e Ryanair il low cost.
Pretendere che con questa struttura del settore Alitalia potesse competere da sola contro le tre maggiori compagnie, partendo da un mercato domestico tra i più deboli in Europa, e con azionisti senza capitali, è stata una follia. Pretendere di competere anche nel low cost, trasformando AirOne, un’altra follia. Aver acquistato Air One, in difficoltà. La follia più grande, servita solo a far rientrare le banche dall’esposizione verso la compagnia di Toto, e assicurarsi il monopolio sulla Milano-Roma.
Su questo monopolio si è puntato tutto per mascherare la follia iniziale, anche a costo di derogare alla legge Antitrust e fare incetta di slot a Linate cercando di comperare le altre compagnie in dissesto (oltre ad AirOne, Volare e WindJet). Ma non si è prevista la concorrenza dei treni veloci, che ha messo in crisi il monopolio ben prima dell’Antitrust.
Poi si è puntato su Fiumicino come hub, pur avendo la clientela potenziale per le tratte più remunerative a Milano, mantenendo inutilizzati gli slot a Malpensa per ostacolare la concorrenza e vendendo, per far cassa, quelli preziosi, a Londra.
Infine, si è fatto il papocchio dell’italianità, invece di vendere subito Alitalia. Peggio: facendo entrare Air France, le è stato concesso di fatto un diritto di prelazione, gratis, a rilevare in futuro Alitalia, pregiudicandosi così la possibilità di metterla all’asta per incassare il premio di controllo. Purtroppo la compagnia francese è anche quella nelle condizioni peggiori di fare la miglior offerta: soltanto in tre degli ultimi 15 anni è riuscita a generare un cash flow positivo, e perderà quasi un miliardo nel 2012. Insomma, un vero capolavoro.
Alessandro Penati – Repubblica – 10-11-12
Delizia del Palato!
Per 6 persone
1 confezione di pasta sfoglia fresca rotonda, 100 gr di zucchero semolato, 50 gr di zucchero a velo, 2,5 dl di latte, 2,5 dl si panna, 30 gr di burro, 100 gr di mascarpone, 30 gr di farina, 120 gr di cioccolato fondente, il succo di un arancia spremuta, la scorza a filettini di 2 arance e 1 limone non trattati. Burro, farina, fagioli secchi per la tortiera. Due arance per guarnire il piatto di portata.
Imburrare e infarinare una tortiera di circa 25 cm di diametro e foderarla con la pasta sfoglia, formando tutto attorno al perimetro un bordo con la pasta leggermente ripiegata e disegnata con i rebbi della forchetta. Bucherellare il fondo della pasta e ricoprirla con i fagioli secchi. Fare cuocere in forno preriscaldato a 180°per 30 minuti. Far sbollentare i filettini delle arance in acqua bollente per 5 minuti, poi farle appassire in 30 gr di burro spumeggiante per 5 minuti. In una ciotola montare i 2 tuorli con 40 gr di burro, unire 30 gr di farina e versare a filo il latte intiepidito a cui avrete aggiunto il residuo zucchero semolato e le scorze del limone. Cuocere mescolando, la crema sino che sia addensata. Fare raffreddare, unire il succo d’arancia e metà delle scorzette di arancia, il mascarpone prima mescolato con un cucchiaio di legno per ammorbidirlo. Amalgamare bene. Montare 2 dl di panna con lo zucchero a velo e incorporare delicatamente al composto. Riempire la pasta sfoglia a cui avrete tolto i fagioli e sistemato in un piatto da portata, con il composto preparato, livellare la superficie e mettere in frigorifero per 1 ora. Nel mentre grattugiare il cioccolato fondente e farlo sciogliere a calore dolcissimo con la panna residua. Togliere la torta dal frigorifero e lasciarla a temperatura ambiente per pochi minuti. Spalmarvi su tutta la superficie il cioccolato fuso, raffreddato e guarnire con le restanti scorzette d’arancia. Lavare, asciugare e tagliare a fette di ½ centimetro le due arance. Guarnire con le fette appoggiate sul piatto di portata, tutto attorno alla sfoglia.
Magnifico, Meraviglioso Pesce!
Salmone e Broccoletti
Per 4 persone
4 tranci di filetto di salmone di circa 100 gr l’uno, 700 gr di broccoletti, 2 limoni non trattati, origano, olio, sale, pepe.
Fare lessare i broccoletti per 8 minuti, scolarli e tenerli al caldo. Foderare il cestello per la cottura a vapore con qualche foglia di bietola e cuocere ogni trancio per 10 minuti. Nel frattempo preparare la salsina: sbattere con i rebbi di una forchetta il succo e la buccia grattugiata di 1 limone con 4 cucchiai d’olio, una grattugiata di pepe e ½ cucchiaio di origano. Mescolare bene e versare sul pesce, servire subito.
Per 4 persone
800 gr di filetti di sogliola ( possono essere anche spigola, orata, merluzzo ), 2 carote, una costa di sedano, 2 pomodori maturi, basilico, 1 limone, 1 arancia, 20 mandorle pelate, burro, olio, sale e pepe.
In un padellino, senza unire grassi, fate dorare leggermente le mandorle. Pulite e lavate carote e sedano,, riducendoli a bastoncini sottili. Eliminate la pelle ai pomodori e tagliate a dadini la polpa. Appassite le verdure in una capiente padella con olio, per 10 minuti. Unite i filetti di pesce, alzate la fiamma e girateli dopo 2 minuti. Abbassate nuovamente la fiamma e bagnate con il succo degli agrumi. Salate, pepate e cuocete ancora per 5 minuti, poi unite i dadini di pomodoro. Lasciate cuocere per 5 minuti coperto e alla fine unite le mandorle, il basilico spezzettato e il burro a pezzetti. Sistemate i filetti di pesce in un piatto di portata e coprite con le verdure e il sughetto.
Per 4 persone
4 patate, 2 cipolle di Tropea, 20 pomodorini, 600 gr di alici, timo secco, finocchietto selvatico 2 rametti, olio, sale e pepe.
Sbucciate e tagliate a cubetti le patate. Fate a fettine le cipolle di Tropea. Tagliate a metà i pomodorini. Incidete lungo il ventre le alici e staccate la testa, tirandola delicatamente verso la coda, eliminando anche la lisca centrale. Apritele a libro, lavatele e asciugatele con carta assorbente. In una padella mettete 5 cucchiai d’olio, unite le patate e le cipolle, un pizzico di timo secco e 2 rametti di finocchietto selvatico. Fate appassire a fuoco lento, mescolando spesso. Aggiungete le alici e i pomodorini, salate e pepate. Coprite e cuocete a fuoco lento per 10 minuti. Servite caldo.
giovedì 29 novembre 2012
Pensieri: Saluto
Foto La strada della Felicità
Se non hai sogni, sei come morto. <gabbiano>
Buona giornata a tutti!
Lo Sapevate Che: Considerazioni...
18 agosto
…Conversare in tutta complicità con un gatto siamese, o un cocker, starnutire sette volte di fila, essere il primo a intravedere la guglia della chiesa di Trégunc, portarsi dietro tutto l’occorrente per un pic-nic, cantare Stormy Weatther con l’intonazione di Lena Horne oppure Over the Rainbow come Judy Garland, sforzarsi di cantare Mexico come Luis Marino ma non azzeccare mai l’acuto, perdersi nei cieli sconfinati dei film di John Ford, sorvolare la savana a bordo di un piccolo aereo da turismo, giocare a rimbalzello, fremere d’impazienza, sentire le papille gustative che si contraggono a contatto con lo zenzero, toccare il muso umido di un vitellino, trovare dei funghi, raccogliere mirtilli selvatici, andare in cerca di conchiglie quando il mare si ritira, contemplare la cucina, la camera da letto o lo studio dopo le grandi pulizie, rimasticare delle parole strane (acquaio, antifona, mitridatizzazione, hapax ecc.), prendere la funivia, sussultare ogni volta che a teatro battono tre colpi sul palco per segnalare l’inizio dello spettacolo, giocare a nascondino, avere la pelle d’oca e sentire i peli che si rizzano, vincere un oggetto inutile a una pesca di beneficenza, sentirsi vagamente inquieti mentre si percorre un grande viale alberato a notte fonda, farsi una lunga doccia, farsi massaggiare la testa, ……
Fraçoise Héritier – Il Sale Della Vita
Lo Sapevate Che: La Manovrina...
Gentile Augias, su alcuni media si parla di Imu sulle attività
Commerciali della Chiesa: la normativa del governo riguarda però tutti gli enti no-profit, non solo quelli ecclesiastici che, tra l’altro, sono il 4% del totale. Tutte le realtà no-profit come Onlus, mense Caritas, associazioni di volontariato, Misericordie, case di accoglienza per ragazze madri, comunità terapeutiche eccetera, svolgono in qualche misura attività commerciali. Saranno anch’esse tassate pur non svolgendo attività lucrative? Mi auguro che si faccia questa distinzione evitando la chiusura di opere sociali e di assistenza ai più poveri che lo Stato non sarebbe in grado di sostenere.
Goran Innocenti – innocentigoran@yahoo.it
Caro Augias, riguardo all’Imu “ecclesiastico”la bocciatura squisitamente tecnica da parte del Consiglio di Stato del provvedimento del governo è di una tale semplicità di motivazioni che da sola basta a mostrare quanto quel tentativo fosse politico. Non dico che fosse succube per rispetto a chi ci sta tirando fuori dai guai economici.
Giovanni Moschini – g.moschini@yahoo.it
Del piccolo raggiro organizzato dal governo, si è parlato poco, dopo che Valentina Conte su Repubblica ha lanciato il tema. Quasi che l’argomento interessasse solo una parte del Paese e non l’Italia tutta intera anche per il concreto rischio di sanzioni europee richiamato dal Consiglio di Stato. Non mi sarei aspettato da una persona seria come Mario Monti la manovrina che qualcuno nei suoi uffici ha escogitato. Si era estesa la delega accordata al governo con un emendamento dissimulato in un altro decreto (riguardava gli Enti Locali) assolutamente incongruo rispetto all’argomento in discussione. Sugli esodati c’è stato un drammatico balletto di cifre. S’è detto che si trattava di calcoli complicati e che era stato commesso un errore. Va bene, passi; importante è correggersi. Nel caso dell’Imu invece lo stesso sotterfugio usato denuncia la cattiva coscienza di chi l’ha escogitato. Il signor Innocenti obietta che la normativa non riguarda solo la Chiesa cattolica. Questo giornale l’ha scritto chiaramente così come ha precisato che il rischio di dover chiudere istituti caritativi non esiste. Gli esempi proposti sono evidente paradossali. Nel caso della Chiesa invece è chiaro che per esempio le attività di tipo alberghiero sono una forma di concorrenza sleale. Ora si correrà ai ripari, probabilmente. Resta l’umiliazione di dover ripetere sempre le stesse cose.
Corrado Augias – c.augia@repubblica.it
La Repubblica – 15-11-12
Frittate, Gustose Frittate!
Per 4 persone
5 uova, 2 grosse cipolle rosse, un mazzetto di salvia, olio, sale e pepe.
Togliete la buccia alle cipolle e affettatele. Lavate le foglie di salvia e asciugatele, spezzettatele con le mani. In una padella fate scaldare 2 cucchiai d’olio e fatevi rosolare le cipolle con la salvia, a fiamma media, per 5 minuti. Battete le uova in una ciotola con un pizzico di sale e una macinata di pepe. Unite le cipolle e la salvia. Mescolate e regolate di sale e pepe. In una padella con 3 cucchiai d’olio caldo, versatevi il composto e fatelo rapprendere e dorare da entrambi i lati. Fate scivolare la frittata sul piatto di portata e servitela tagliata a fette accompagnandola con insalatina stagionale.
Per 4 persone
3 uova, 30 gr di parmigiano grattugiato, 50 gr di pane grattugiato, una presa di cannella, una macinata di noce moscata, la buccia di un limone biologico tritata, burro, sale, pepe.
Sbattere le uova in una terrina, aggiungere il formaggio, il pane grattugiato, una presa di sale, una presa di cannella, una grattata di noce moscata e di pepe, la buccia tritata del limone. Lavorare bene il composto, versarlo in una tortiera imburrata con 20 gr di burro e fare cuocere in forno preriscaldato a 180° per 15 minuti.
Per 4 persone
6 uova, 8 falde di peperoni grigliati e pelati, 100 gr di mortadella, olio, sale.
In una scodella sbattere le uova per ½ minuto, evitando di farle diventare liquide. Unire alle uova la mortadella, privata della pelle e ridotta a piccoli tocchetti, salare e mescolare. Tagliare a piccoli tocchetti anche i peperoni e unirli al composto. In una padella scaldare 3 cucchiai d’olio, unire il composto e far cuocere da entrambe le parti per 2 minuti.
Frittata: consigli per fare bene una frittata
Quando in una frittata si uniscono verdure acquose, bisogna stare attenti alla quantità di olio che si usa: troppo poco, brucerebbe la frittata e non si addenserebbe. La giusta dose di olio: Un Cucchiaio Ogni Uovo.
Le verdure, soprattutto se cotte, devono essere ben cotte e venire ben strizzate dall’acqua residua.
Perché la frittata assorba poco grasso di cottura, il condimento quando cuoce, deve essere molto caldo, altrimenti le uova anziché rapprendersi rapidamente, restano semiliquido e in più assorbono molto grasso.
Una soluzione alternativa, anziché cuocerla in padella nell’olio, si può cuocere la frittata nel forno: bisogna preriscaldare il forno a 180° e metterci la teglia imburrata, che dovrà contenere poi la frittata. Poi estrarla dal forno, versarvi il composto per la frittata e infornare a 160°, cuocendo sino a quando le uova siano ben rapprese.
Per rendere le frittate più delicate e leggero il gusto il gusto delle uova, si può utilizzare la panna da cucina – 1 cucchiaio a persona - , che va unita al composto poco alla volta. Oppure si può aggiungere un pizzico di maizena, stemperato con 1 cucchiaio di latte freddo.
mercoledì 28 novembre 2012
Pensieri: Saluto
Il Senso della Vita - Pensare di conoscere tutto di una persona è come pensare che il mare finisce
all'orizzonte. (web)
Buona serata a tutti!
Lo Sapevate Che: Prima di Tutto...
Prima Della Fede Viene L’Etica
In questo momento sento una forte indignazione, ma anche un certo sollievo. Sono indignato prima di tutto contro l’indifferenza di tutti coloro che continuano a far finta di niente o hanno fatto finta di niente fino a ieri e adesso invocano un cambiamento, ma sono anche sollevato perché una minoranza sempre più consistente che da tempo attacca il pensiero unico dei partiti sta avendo sempre più forza e prospettiva. La chiamavano antipolitica, mentre è desiderio di una nuova politica. La maggioranza e l’opposizione non vogliono capire che c’è un nuovo vento, una nuova spinta antioligarchica dal basso, come hanno dimostrato il referendum recentemente la raccolta di firme contro l’attuale legge elettorale.
E la Chiesa? Sembra essere indifferente alla richiesta di nuova democrazia e sempre più distante dallo spirito che aveva contraddistinto il Concilio vaticano II: Il cardinale Tarcisio Bertone, in occasione del referendum sull’acqua, ha detto che abbiamo bisogno dei talenti privati. Ma che cosa vuol dire talenti privati?
La mia è un’indignazione grandissima, lo grido pubblicamente da tutte le parti.
Il messaggio di Gesù – prima della fede viene l’etica – è
completamente disatteso, tradito. L’incoerenza è totale. In questo deserto risalta ancora di più il fulgido esempio di coerenza e generosità di Vittorio Arrigoni, nuovo profeta che viene dalla Striscia di Gaza e che morendo invoca: “Restiamo umani”. Io lo chiamerei profeta disarmato, laico, che dice al mondo occidentale e orientale la cosa più giusta nel momento più vero.
Forse è troppo arduo essere dei portatori di speranza: troppe le attese che ci si sente addosso, troppe le inadempienze e le delusioni che inevitabilmente si accumulano, troppe le invidie e le gelosie di cui ci si sente oggetto, troppo grande il carico d’amore per l’umanità e di amori umani che si intrecciano e non si risolvono, troppa la distanza con ciò che si riesce a compiere.
Sono più che indignato, sono proprio incazzato, non si può dire, ma è così.
Don Andrea Gallo – Se Non Ora, Adesso –
Le Donne, I Giovani, La Liberazione Sessuale
Lo Sapevate Che: Un Regalo Per L'Inverno!...
Una Fortuna, Un Regalo Per Il Prossimo Inverno!
Lo Zenzero
Un toccasana naturale contro l’influenza, dal potere antinfiammatorio e analgesico, molto simili a quelli dell’aspirina. Le sostanze contenute si chiamano gingerolo e shogaoli e sono contenute nell’olio essenziale, che dà allo zenzero il tipico aroma pungente.
Lo zenzero è ricchissimo di oli essenziali, resine e mucillagini ed è un antinfiammatorio ed un antipiretico naturale, ma non solo perché lo zenzero stimola anche la digestione (per questa ragione è spesso utilizzato in cucina, in piatti unti o elaborati), per la circolazione sanguigna, potente antiossidante e fortissimo anti-nausea. Non mai da utilizzare se si soffre di calcoli biliari dato che stimola cistifellea.
Per combattere influenze, bronchiti, raffreddori, preparate un decotto con 4 o 5 fettine di zenzero fresco o con ½ cucchiaino di quello secco. Bevetene diverse tazze al giorno. Il liquido serve anche per fare degli impacchi al petto. Serve se si soffre di piccoli disturbi intestinali e ha straordinari effetti antinausea.
Lo zenzero grattato sul cibo aumenta le secrezioni gastriche favorendo la digestione: è ottimo soprattutto dopo un pasto un po’ pesante.
E’ anche un ottimo rimedio contro la febbre: tagliate alcune fettine sottili di radice fresca, versatevi sopra una scodella di acqua bollente, lasciate in infusione coperto per pochi minuti e bevete ben caldo. Lo stesso infuso agisce come preventivo contro il contagio delle malattie infettive e potrà servirvi per combattere il mal d’auto, di nave e di aereo.
Lo zenzero è uno stimolante dell’appetito, quindi una tazza di infuso presa prima dei pasti aiuta chi soffre di disappetenza: preparatelo versando un litro d’acqua bollente su un grammo di radice sminuzzata, coprite e lasciate in infusione per una decina di minuti, filtrate, lasciate raffreddare e bevetene una tazza come aperitivo. Se invece avete la digestione difficile, bevete una tazza da tè della stessa tisana (calda) dopo il pranzo. Se soffrite di nausea, soprattutto se aspettate un bambino, le proprietà dello zenzero verranno in vostro aiuto: prendetene 2 grammi di polvere e…la nausea sparirà.
Tisana disinfettante allo zenzero: come preparare il tè bancha
Il tè bancha è un tipo di tè utilizzato nella cucina macrobiotica, è un tè ricco di ferro, calcio e vitamina A ed è quasi completamente privo di caffeina risulta quindi un validissimo alleato per la nostra salute.
Una tisana rinvigorante scaccia malanni è utilizzare due cucchiaini di tè, 2 chiodi di garofano, un piccolo pezzetto di cannella ed una grattugiata di zenzero essicato oppure un pezzetto di zenzero fresco direttamente nella tazza con l’acqua bollente. L’infusione deve durate dai tre ai cinque minuti con la tazza coperta.
Questa tisana presa 3 volte al giorno aiuta a tener lontana mal di gola e raffreddore e per i primi sintomi anche a combatterli.
Potrete usare l’olio essenziale soprattutto esternamente e con molta attenzione, non superando mai le dosi indicate perché, dato il suo alto potere riscaldante, può causare irritazioni cutanee. Vi tornerà utile per curare reumatismi, artriti e dolori muscolari. Preparate perciò un olio da tenere nell’armadietto dei medicinali. In una bottiglietta di vetro scuro da 30 centimetri cubi, con tappo a contagocce, versate olio di sesamo o di girasole fino a ¾ , fate cadere 3 gocce di olio essenziale di zenzero, 3 di olio essenziale di origano e 3 di olio essenziale di rosmarino. Riempite con altro olio o di sesamo o di girasole. Massaggiate le parti dolenti del corpo con questo preparato. Anche i crampi di stomaco e quelli provocati dai dolori mestruali si attenuano frizionando la parte dolente con 2 gocce di olio essenziale di zenzero diluite in un paio di cucchiaini d’olio d’oliva.
Delizia Del Palato!
Per 4 persone
4 mele, 4 uova, farina, zucchero semolato, burro, sale. Zucchero a velo per spolverare.
Lavare le mele, pelarle e tagliarle a pezzetti. Farle cuocere a vapore per circa 20 minuti, e comunque finchè siano morbide. Metterle in una terrina e schiacciarle con l’aiuto di una forchetta. In una terrina lavorare con una frusta le uova con un pizzico di sale, 4 cucchiai di zucchero semolato e 2 cucchiai di farina. Unire la purea di mele e amalgamare con cura gli ingredienti. In una padella fare fondere 30 gr di burro. Versarvi il composto preparato e lasciare rapprendere da un lato a fuoco vivace. Girare la frittata dall’altro lato con l’aiuto di un largo piatto piano o di un coperchio. Completare la cottura dal nuovo lato. Sistemare la frittata su un piatto da portata e spolverizzarla con zucchero a velo. Servirla tiepida.
Bontà col Pesce!...
Per 4 persone
500 gr di lumachine di mare, 100 gr di parmigiano grattugiato, 1 spicchio d’aglio, 2 foglie di alloro, un pizzico di peperoncino, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, 150 gr di farina per polenta, olio, sale.
In una casseruola con 3 cucchiai d’olio, fare appassire lo spicchio d’aglio tritato, le foglie di alloro, il prezzemolo e il pizzico di peperoncino, aggiungere le lumachine prima ben lavate, scolate e asciugate. Farle cuocere mescolando un po’ per 8 minuti. Togliere dal fuoco e lasciarle raffreddare. Estrarre dal guscio i molluschi con l’aiuto di uno stuzzicadenti, avendo cura di rimuovere l’opercolo corneo e rimetterle nella casseruola con il loro fondo di cottura. Preparare la polenta con acqua e farina e prima della fine della cottura, insaporirla con 3 cucchiai d’olio, il parmigiano grattugiato, regolare di sale e pepe. Servire la polenta con le lumachine ed il loro sughetto, accompagnando a piacere con purea di verdura a vostro piacimento.
Per 6 persone
350 gr di farina, 150 gr di burro, 300 gr di calamaretti e 300 gr di seppioline, 500 gr di cozze, 250 di gamberi, 3 uova, 1 dl di panna, 3 spicchi d’aglio, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, vino bianco, olio, sale e pepe. Burro e farina per la pirofila.
In una terrina mettere la farina con 150 gr di burro a dadini, un pizzico di sale e 2 cucchiai di acqua gelata. Mescolare rapidamente gli ingredienti, formare una palla con la pasta, raccoglierla in una pellicola e metterla in frigorifero per ½ ora. Nel mentre pulire gamberetti e seppioline, eliminare teste e tagliare le sacche a fettine. In una padella con 3 cucchiai d’olio, far rosolare 2 spicchi d’aglio e unire le fettine di pesce, rosolare per 2 minuti, bagnare con ½ bicchiere di vino bianco e lasciare cuocere coperto per 15 minuti. Unire il cucchiaio di prezzemolo, salare e pepare. Lavare sotto l’acqua corrente le cozze. Metterle in una padella con ½ bicchiere d’acqua, 1 spicchio d’aglio, coprire e farle aprire. Togliere i molluschi dalla valve. Togliere dai gamberi il carapace e il sbudellino nero. Su di un piano di lavoro leggermente infarinato stendere la pasta a 3 mm di altezza. Foderare con la pasta una tortiera imburrata e infarinata. Bucherellare il fondo della pasta con i rebbi di una forchetta. Riempire il suo interno con tutti i pesci. In una scodella battere le 3 uova, unire il dl di panna, salare, pepare e mescolare. Versare il composto sui pesci. Mettere la tortiera in forno preriscaldato a 180° per 35 minuti.
martedì 27 novembre 2012
Lo sapevate che: Osservazione, momento presente...
Eckhart Tolle
Osservazione, momento presente, ricordo di sé, vivere nel qui e ora
E' la nostra mente a causare i nostri problemi, non le altre persone, non "il mondo esterno". E' la nostra mente, con il suo flusso di pensieri pressoché costante, che pensa al passato e si preoccupa del futuro. Noi commettiamo il grave errore di identificarci con la nostra mente, pensando che questa sia la nostra identità, mentre in realtà noi siamo esseri ben più grandi.
Se sei in grado di essere totalmente presente, facendo ogni passo nell'Adesso, se sei capace di sentire la realtà di cose tali come "il corpo interiore", l'"arrendersi", il "perdono" ed il "non manifestato", allora ti aprirai all'esperienza di trasformare il potere di Adesso.
Tu non sei la tua mente!
La consapevolezza è la via d'uscita dal dolore
Come entrare in profondità nell'Adesso
Strategie mentali per essere nell'Adesso
Come accettare l'Adesso e il significato dell'Arrendersi
Eckhart Tolle è nato in Germania, dove ha trascorso i primi tredici anni della sua vita. Dopo essersi laureato all'Università di Londra, ha svolto un lavoro di ricerca e di supervisione presso l'Università di Cambridge. All'età di ventinove anni una profonda trasformazione spirituale ha dissolto la sua vecchia identità ed ha radicalmente mutato la sua vita.
Eckhart Tolle
Lo Sapevate Che: Questa Europa....
Schulz:Questa Europa
E’ Come Frankeinstein,
Ora Serve più Politica
Ogni volta che Martin Schulz viene in Italia, paga
Pegno: deve fare una battuta su Silvio Berlusconi. Che nel 2003, a Strasburgo, fresco presidente di turno del Consiglio Ue, si indispettì per le sue domande su Lega, conflitto di interessi e altri pasticci, e gli offrì il ruolo di Kapò in un film italiano.
Oggi che il socialdemocratico Schulz presiede il Parlamento europeo, ha un tono più diplomatico e, invece di interferire sul pittoresco S.B., attacca gli speculatori dell’euro: “Monti ha riportato l’Italia al centro della politica europea, ma quello che è successo con lui e il suo predecessore dimostra che sui mercati domina una logica perversa. Berlusconi ha abbassato molto le entrate dello Stato diminuendo le tasse, e ha alzato ancora di più il debito sovrano, ma ora che avete al governo un professore di Economia, persona calma, di stile, che ha imposto al Paese un rigore terribile, i mercati non si fidano. Qualcuno mi spiega perché? La Ue deve darsi in fretta gli strumenti per combattere gli speculatori. Perché i soldi risparmiati da Monti con grandi sacrifici della gente finiscono nelle loro tasche invece di rientrare nell’economia”.
Sul rigore, targato Merkel o Monti, Schulz obietta: “Il rilancio dell’economia non passa solo attraverso i tagli, gran parte del Parlamento europeo l’ha capito: Sistemare i conti è una questione di giustizia, per non lasciare il nostro debito ai nostri figli. Ma non s’è mai visto un riassetto del bilancio senza investimenti”. L’altra parola d’ordine a Bruxelles, per i Paesi in crisi, è stabilità: traducendo liberamente, per l’Italia si potrebbe intendere Monti bis, ma non per il lessico politico di Schulz: “Dio solo sa che la stabilità è necessaria”.
Stabilità messa a rischio dall’avanzata di Grillo che promette sfracelli anche oltre confine, con il referendum sull’euro. Mentre ha tuonato più volte contro la Lega e altri partiti xenofobi e antieuropeisti, Schulz non sembra preoccupato più di tanto dalle intemperanze grilline. “ Rappresentano un disagio, molto presente nell’Unione, che nasce dalla diffidenza e dallo scontento verso le istituzioni nazionali ed europee, ma può essere recuperato. Non è giusto attaccare l’etichetta di euroscettico tutti quelli che criticano Bruxelles. Buona parte di loro condivide l’idea di una responsabilità comune che, superando le frontiere, ma rispettando le differenze, affronta le sfide del XXI secolo. Solo che, come mi ha detto una volta Wim Wenders, per molta gente “l’idea è diventata l’amministrazione”. Siamo considerati troppo tecnocratici, distanti. Abbiamo creato un Frankestein transnazionale: ci vuole più politica, più trasparenza, più visibilità. E meno organismi: quando elenco il Parlamento europeo, il Consiglio europeo, la Commissione europea, il Consiglio dell’Unione europea, mi direi da solo: appena hai finito spegni la luce”.
Paola Zanuttini – Venerdì di Repubblica 23-11-12
Bocconcini...Ma Che Bontà!
Per 4 persone
½ kg di petto di pollo, 1 cespo di insalata scarola riccia, 1 mazzetto di rucola, 50 cl di aceto balsamico di Modena, 50 gr di farina, 60 gr di burro, sale, pepe.
Per 4 persone
600 gr di fesa di tacchino, 2 scalogni, 30 gr di burro, 1 pompelmo rosa, 2 arance, 1 limone, 1 bustina di zafferano, 5 cucchiai di latte , un ciuffo di prezzemolo, sale, pepe.
Tagliate a dadini 600 gr di fesa di tacchino, affettate a velo 2 scalogni e fateli appassire in una padella antiaderente con 30 gr di burro. Unite i dadini di tacchino infarinati e fateli dorare a fuoco vivo, salate, pepate, poi bagnate con il succo di 2 arance, 1 limone e 1 pompelmo rosa e fateli cuocere a fuoco lento per 20 minuti coperti, mescolando spesso. Unite 6 cucchiai di latte in cui avrete sciolto una bustina di zafferano e continuate la cottura a fuoco vivo, in modo da far addensare il sugo. Profumate con un ciuffo di prezzemolo tritato e a piacere, una macinata di pepe. Servite.
Per 4 persone
500 gr di lonza di maiale, 1 cipolla bianca, 1 spicchio d’aglio, ½ bicchiere di vino bianco secco, 1 dl di brodo vegetale, 1 finocchio, 1 porro, 350 gr di patate, timo, olio, sale e pepe.
Tagliare a cubetti di 3 cm di spessore, pure il porro e tagliarlo a rondelle, eliminare le foglie più dure al finocchio, tenere da parte le foglioline verdi delle punte, lavarlo e tagliarlo a fettine sottili. Sbucciare la cipolla e l’aglio e tritarli finemente. In un tegame con 3 cucchiai d’olio, farvi rosolare i bocconcini di maiale, facendoli dorare da tutti i lati, salarli e peparli, prelevarli con una paletta forata e tenerli da parte. Nello stesso tegame, far appassire la cipolla e l’aglio tritati, versare il vino bianco e farlo evaporare a fuoco vivace. Unire i cubetti di carne, un pizzico di timo e continuare la cottura a tegame coperto, per 15 minuti. Aggiungere le rondelle di porro e le fettine di finocchio, qualche cucchiaio di brodo vegetale, un po’ di sale e di pepe, continuando a cuocere per 20 minuti e mescolando ogni tanto. Nel frattempo pelare le patate, lavarle, ridurle a tocchetti e farle cuocere per 10 minuti in coperte di acqua salata in ebollizione. Scolarle bene, aggiungerle alla carne 10 minuti prima del termine di cottura. Distribuire sul piatto di portata carne e verdure, cospargerle con le foglioline di finocchio spezzettate e tenute da parte.
lunedì 26 novembre 2012
Lo Sapevate Che: Rafforziamo Le Nostre Difese
Inaugurare la nuova agenda colorando l’autunno di rosa.
Bastano pochi rocchi sapienti, frutta e verdura di stagione,
Pennellate di freschezza sul viso, un po’ di sport, lunghe
Passeggiate, e una bella scorta di energia per l’inverno.
Se al rientro in ufficio dopo il dolce naufragar dell’estate ci si ritrova con raffreddore, insonnia, attacchi di fame, umore “uggioso”, niente paura: domare il “mal d’autunno” è possibile. Anzi, la stagione di mezzo è la più favorevole per capitalizzare energie per l’inverno. Perché settembre è anche il mese della produttività e dei buoni propositi e non c’è periodo migliore per fare un pieno di salute.
Innanzitutto riscoprendo – perché no? – dolci e intimi piaceri, come la lettura di un bel libro in compagnia di una buona tisana bollente. Oppure cucinando gustose verdure di stagione; l’orto in questo periodo trabocca letteralmente
di ogni genere di leccornie, dal cavolo (in ogni sua versione, ricco di antiossidanti, vitamine e minerali) alla zucca (saziante, ipocalorica e salutare). Anche i legumi tornano gloriosamente alla ribalta e forniscono l’energia necessaria per affrontare i primi freddi. Via libera pertanto alle zuppe: con riso o pasta, come vellutate o passati, sono un vero e proprio concentrato di benessere.
Dissetante e diuretica, un posto d’onore va attribuito anche alla frutta, vero e proprio alleato della bellezza. L’uva, ad esempio, è un ottimo alimento ricco di antiossidanti e può essere utilizzata anche per preparare maschere per il viso. L’autunno, infatti, è anche la stagione più indicata per occuparsi della salute della propria pelle, dopo l’indigestione di sole estiva. Al rientro dalle vacanze,
la cute abbronzata tende inevitabilmente a virare al giallo, mentre rughe e macchie causate dal sole spiccano come nonmai. Gli effetti della salsedine, del vento, della sabbia e del cloro si uniscono a quelli dei raggi solari nel disidratare e ispessire la pelle del viso, rendendola meno elastica. Dopo il rientro in città, poi, la pelle deve fare nuovamente i conti con lo smog, freddo e umidità, che la sottopongono in tempi rapidi a nuovo stress. L’ideale per uscire da questo impasse? Prolungare l’effetto dell’abbronzatura con prodotti a base di betacarotene e tirosina o con autoabbronzanti, che tendono al contempo al ripristino delle condizioni ottimali dell’epidermide. Fondamentale anche la pulizia del viso in autunno, che deve essere comunque ben calibrata:ottimale è lavare il viso alla mattina con sostanze né troppo aggressive né troppo blande e con acqua povera di calcare. Un semplice rimedio naturale è la maschera al vapore: all’acqua si può aggiungere camomilla se la pelle è secca, foglie di menta e scorze di limone se invece è grassa.
Anche i capelli, resi secchi e opachi dal sole, hanno necessità di ripristinare la struttura proteica. Per tornare ad avere una testa di ricci definiti e brillanti sarà importante l’assunzione di proteine, ingredienti principali per lo splendore naturale capelli. L’albume d’uovo potrà essere utilizzato anche per un impacco iperproteico da applicare direttamente sulla chioma. Qualora si volesse invece dare nuova vita a un colore un po’ spento dall’acqua di mare e dai raggi solari, un buon trattamento all’henné è sempre un’ottima soluzione, grazie ai riflessi ramati o rosso tiziano che lucidano e donano corposità. Si può applicare anche per riflessare colpi di sole color cioccolato o nocciola quando perdono tono. Tanti piccoli segreti per prepararsi all’inverno con sprint e in splendida forma.
A:Manzoni & C – Salute di Repubblica – 16.10.12
Lo Sapevate che: Nidi Pubblici...
Nidi Pubblici
Profitti Privati
Le amministrazioni che rinunciano a dare servizi per affidarli a chi ci lucra, nel migliore dei casi sono inefficienti
Sono una coordinatrice di un nido di Roma, una città che, per quanto riguarda il servizio della primissima infanzia, cerca di fare il possibile per azzerare le lunghe graduatorie della lista di attesa, dove ovviamente tutti si riversano per approfittare di tariffe mensili accessibili, stante la forte differenza economica e non solo, delle strutture pubbliche e private.
E spiego qual è la perplessità e il disagio che vivo da un po’ di tempo nel contestare la tendenza, molto diffusa, di affidare a gestioni di affidare a gestioni private strutture comunali, bellissime e nuovissime, date in concessione e gestite dai soliti grandi nomi che poi si dividono magistralmente la grande torta.
Le scuse che vengono messe avanti sono piuttosto ridicole: le strutture sono rimaste chiuse per troppo tempo e si rischia così di non aprirle mai, pensiamo ad azzerare la famosa lista d’attesa, diamole in gestione a chi poi si organizza e pensa alla gestione totale. Già proprio così, arrivo io, vinco la gara e non vi dico come,
metto su il mio personale e attrezzo il tutto in tempi record.
Che vergogna: l’introito mensile così va alla gestione privata e non, come sarebbe ovvio, nelle casse comunali che ne avrebbero davvero bisogno! Qual è il problema se la struttura esiste ed è agibile? Quello di cercare il personale? Arredare il nido? Perché si lascia ciò che è pubblico in mano a chi sappiamo benissimo fa i propri interessi? A questo proposito ci sarebbe molto altro da dire, magari alla prossima lettera.
Laura Cicuti
Il problema dei nidi è una questione molto seria: col gran parlare che si fa oggi, da parte di tutti i partiti, di aiuti e sostegno alle famiglie, si dimentica che l’aiuto fondamentale è quello di concedere alle madri il “tempo”, e non costringerle a interrompere il rapporto di lavoro, soprattutto in questo periodo di crisi, per poter accudire i figli negli anni della loro prima infanzia. A questa ipocrisia dei politici se ne aggiunge un’altra che chiede a gran voce parità di diritti tra uomini e donne (abbiamo persino un Ministero delle Pari Opportunità), quando sappiamo che la prima opportunità per una donna è quella di uscire di casa ed esercitare un’attività lavorativa remunerata che la emancipi dalla condizione di casalinga e la renda partecipe della vita sociale.
Ma anche per questo ci vuole “tempo”, che un’ottima rete di nidi, pubblici o aziendali, potrebbe garantire. E invece questa rete non c’è, obbligando le donne, oltre all’abbandono del lavoro, alla rinuncia alla propria realizzazione. Poi ci si lamenta che non nascono figli in Italia, e però non si creano le “condizioni materiali” che favoriscono la procreazione che pure molte donne desiderano.
Il discorso tuttavia non finisce qui. E, come lei osserva giustamente, alcune amministrazioni si ritengono sensibili a questo problema quando scoprono che nel loro territorio ci sono strutture inutilizzate che potrebbero essere adibite ad asili nido e ad asili per l’infanzia. Avuta questa illuminazione, però, la luce subito si spegne: o perché gli amministratori pubblici non sanno gestire queste strutture – e allora viene da chiedersi perché fanno gli amministratori – o perché hanno amicizie o clientele – e allora siamo alla corruzione, spesso impunita.
E’ ovvio che le imprese private che appaltano servizi pubblici, non lo fanno per sensibilità o solidarietà sociale, ma per trarre profitto. E se esiste un margine di profitto, perché le amministrazioni non se ne avvantaggiano?
Così si appaltano servizi per l’infanzia, si finanziano scuole private, si affidano alla libera iniziativa persino le riscossioni delle tasse, per poi scoprire che qualcuno, come le cronache di questi tempi hanno riferito, si intasca anche le tasse dello Stato che, a quanto pare, lo Stato non è in grado di riscuotere da sé.
La storia che lei riferisce è emblematica di come le amministrazioni non sappiano investire per il bene pubblico, incamerando, al posto delle imprese private, risorse che potrebbero tradursi in un miglioramento dei servizi di cui la cittadina ha estremo bisogno.
E se da qui nascesse quel sentimento pericoloso che oggi chiamano antipolitica, generata non solo dalla corruzione, ma anche dall’inerzia e dall’incapacità delle amministrazioni che preferiscono assegnare ai privati anche quei profitti che, dalla gestione delle strutture appaltate, si potrebbero ottenere?
Umberto Galimberti – Donna di Repubblica – 17-11-12
Delizia del Palato!
Torta di Nocciole
Per 6 persone
250 gr di farina, 200 gr di zucchero, 200 gr di nocciole tostate, 3 uova, 1 bustina di lievito per dolci, 100 gr di burro, ½ bicchiere di latte, farina per la pirofila, burro, farina e zucchero, olio.
Mettere nel mixer il burro, tenuto prima a temperatura ambiente e ridotto a tocchetti. Unirvi lo zucchero. Lavorarlo brevemente sino ad ottenere un morbido composto. Incorporarvi le uova, una alla volta, sempre mixerando. Unire di seguito 2 cucchiai d’olio, il latte, la farina a cui avrete incorporato il lievito in polvere. Poi a mano con l’aiuto di una spatola di legno, unitevi le mandorle tostate e tritate. Amalgamate con delicatezza, affinché il composto risulti soffice. Imburrare una pirofila rotonda e cospargerla con zucchero e farina mescolati insieme. Versate il composto preparato, livellandolo. Mettere la pirofila in forno preriscaldato a 150° per 30 minuti. Sfornare e attendere che si raffreddi per sformarla nel piatto di portata. Accompagnare con una ottima crema pasticciera, corretta con 1 bicchierino di liquore Cointreau.
Verduriamo?
Broccoletti in Torta
Per 6 persone
Una confezione rotonda di pasta sfoglia fresca, 1 kg di broccoletti, 150 gr di caciocavallo, 3 dl di latte, farina, 100 gr di speck tagliato a cubetti, 2 uova, noce moscata, parmigiano grattugiato, burro, sale e pepe.
Staccate le cimette belle dei broccoletti, lavatele e cuocete a vapore per 10 minuti. In una casseruola fate scaldare il latte, unite 50 gr di burro, portate quasi a bollore e unite , sempre mescolando con un cucchiaio di legno, 50 gr di farina, cuocendo finchè la besciamella sarà densa. Salatela, pepatela e grattugiate un pizzico di noce moscata. Togliete dal fuoco e unitevi le due uova sbattute e 100 gr di parmigiano grattugiato. Foderate una pirofila da forno rotonda imburrata, con la pasta sfoglia. Metteteci nel fondo i broccoletti, sistemateci sopra il caciocavallo tagliato a fettine e lo speck. Infine unite il composto con la besciamella. Fate cuocere in forno preriscaldato a 180° per 25 minuti. Servitela tiepida.
Per 4 persone
200 gr di riso Originario, 1 bustina di zafferano, 8 foglie di verza, 2 uova, pangrattato, olio, sale. Lattuga per accompagnare, zucchero, aceto, olio, sale.
domenica 25 novembre 2012
Lo Sapevate Che: Il Maiale.....
Considerazioni…divertenti…
· L'orgasmo di un maiale dura 30 MINUTI (Oh cazzo !!!)... Uno scarafaggio vive fino a nove giorni senza la sua testa prima di morire di fame (Brrr... ma io sto ancora pensando al maiale)... Il maschio di mantide non riesce ad avere rapporti con la sua testa attaccata al corpo. La femmina da il via ai preliminari tagliandogliela di netto (Amore, sono tornatoooo. AHHH)... La pulce può saltare fino a 3
...50 volte la dimensione del proprio corpo. Sarebbe come per un umano saltare quanto un campo da calcio. (30 minuti. Maiale fortunato. Riuscite ad immaginarlo?)... Il pesce gatto ha circa 27000 papille gustative (Cosa sarebbe così gustoso nel fondo di un ruscello?)... Alcuni Leoni si accoppiano oltre 50 volte al giorno (Ma vuoi mettere il maiale? Qualità oltre la Quantità)... Gli elefanti sono gli unici animali che non possono saltare (Questo era veramente interessante da sapere)... L'urina del gatto è fluorescente sottoposta a luce nera (Mi chiedo quanto abbiano pagato quelli che hanno scoperto sta cosa)... L'occhio di un'ostrica è più grande del suo cervello (Ne conosco alcuni così)... Le stelle di mare non hanno cervello (E ne conosco altri così)... Uomini e delfini sono gli unici che fanno sesso per piacere (E i maiali? I delfini sanno dei maiali?)... Ora che avete sorriso almeno una volta, dovete condividere queste informazioni... ci vuole solo il tempo di un copia in incolla... Lo stesso tempo dell'orgasmo di molti umani... E portate rispetto al maiale !!!
Lo Sapevate Che: Troppi Pesticidi....
Ancora Troppi Pesticidi
Dentro il Tè Cinese
E’ colpa anche del clima
Dopo L’allarme di Greenpeace, Pechino aveva promesso
Di intervenire per ridurre i fitofarmaci. Mai i contadini resistono a causa del caldo, funghi e parassiti sono in aumento.
Ombre scure continuano ad allungarsi sul tè cinese. A maggio uno studio di Greenpeace aveva messo in luce la preoccupante quantità di pesticidi nelle sue foglie e, dopo questo allarme, il governo di Pechino si era impegnato a ridurre del 20 per cento la quantità di pesticidi usati nelle piantagioni. Ma non è così semplice: in un’inchiesta dello Xinnim Weekly il reporter Zhang Ruxin racconta infatti che gli agricoltori difendono l’uso di fitofarmaci anche tossici, perché li considerano indispensabili contro gli insetti. E questi ultimi, insieme alle malattie delle piante, in Cina sono in grado di distruggere fino al 70 per cento delle colture. La situazione è poi particolarmente delicata proprio nel caso del tè, che per crescere ha bisogno di luoghi caldi e umidi, habitat ideali per i parassiti.
“Il fatto è che nelle campagne cinesi c’è poca informazione sugli effetti dei pesticidi sull’uomo” spiega Federica Ferrario, responsabile del settore agricoltura di Greenpeace Italia. “Pochi sanno che, come rivela uno studio del 2011 della Southeast University di Nanjing, oltre l’8 per cento di chi lavora con queste sostanze subisce danni alla salute”.
C’è poi il problema dei controlli, ostacolati dagli stretti tempi di lavorazione delle foglie di tè, appena 4-5 ore, che rendono quasi impossibile far analizzare le piante appena colte. Inoltre, pur essendo 42 i pesticidi proibiti in Cina, non sono fissati limiti per la presenza di residui nel tè: ciò permette alle aziende di commercializzare foglie con residui, sostenendo che risalgono ad anni fa.
Non stupisce perciò che su 18 tipi di tè venduti a Pechino, Chengdu e Haikou, Greepeace abbia trovato, in ogni campione, tracce di almeno 3 pesticidi, inclusi il metomil (altamente tossico, secondo l’Oms), il fenvalerate e l’endosulfano, insetticida bandito dalla Convenzione di Stoccolma del 2011. Quattordici campioni contenevano poi fungicidi che, secondo studi Ue, compromettono la fertilità e causano danni genetici.
Infine, solo il 2 per cento del tè in Cina, è biologico. E la colpa è anche di cambiamenti climatici. “Il riscaldamento globale ha reso più facile ai parassiti superare l’inverno” spiega Ferrario “e i contadini reagiscono con dosi massicce di fitofarmaci”.
Giuliano Aluffi – Venerdì di Repubblica – 16-11-12
Meraviglia delle Meraviglie! Che Dolcezza!...
Per 6 persone
Per la pasta sfoglia attenetevi alla ricetta in fondo pagina, o se volete potete usare la pasta sfoglia in rotoli congelato o non. Per il ripieno e crema pasticciera: 1 lt e ½ di latte, 250 gr di zucchero, una presa di sale, 13 tuorli d’uovo, 90 gr di farina bianca, 1 bustina di vanillina, 1 bicchiere di Rum, gr 100 di cioccolato fondente. Per la pasta bignè: 250 gr di acqua, gr 250 di burro, gr 250 di farina, 7 uova, una presa di sale. Per la copertura: 150 gr di zucchero.
Tirate la sfoglia e fate un disco per foderare il fondo di una tortiera di cm. 28 di diametro. Cuocere in forno a 220° per 15 minuti, dopo averla preventivamente bucherellata con i rebbi di una forchetta e ricoperta con legumi secchi. Per la pasta bignè, portate a ebollizione l’acqua con il burro e il sale. Aggiungete mescolando la farina, preventivamente setacciata, fino ad ottenere una palla compatta. Mettete l’impasto ancora caldo in una terrina, mescolando aggiungete uno alla volta i tuorli delle uova. Lavorate l’impasto finchè assume un aspetto lucido e liscio. Imburrate la placca del forno e formate (anche con la siringa da pasticciere) tanti mucchietti della grandezza di 1 noce, lasciandoli ben distanziati. Cuocete in forno preriscaldato a 210° per 20 minuti. Per la crema pasticciera vedere ricetta in elenco. Sciogliete a bagnomaria il cioccolato, unitelo alla crema pasticciera ancora tiepida e con una tasca da dolce farcite i bignè. In un pentolino fate sciogliere a fuoco medio lo zucchero per la copertura con 3 cucchiai di acqua. Quando sarà di un bel colore dorato intenso, immergetevi velocemente la parte inferiore e superiore dei bignè. Distribuite quindi i bignè uno vicino all’altro sulla pasta sfoglia. Immergete la parte inferiore dei rimanenti bignè nel caramello e fateli aderire al bordo dello strato precedente. Con una tasca da dolci riempita con la crema pasticciera rimasta, formate tanti ciuffetti all’interno del dolce. Per decorare, riscaldate a fiamma bassissima lo zucchero, mescolando continuamente. Quando lo zucchero è sciolto, toglietelo dal fuoco e fatelo raffreddare, finchè provandone la consistenza con una forchetta, scenderà a fili, che tirerete da un bordo all’altro della torta.
Per 6 persone
250 gr di farina, 250 gr di burro, un pizzico di sale, ½ bicchiere di acqua.
Mescolate la farina con l’acqua fredda e se vi piace con un po’ di acqua e limone e un pizzico di sale. Dovrete ottenere una pasta omogenea né troppo dura né troppo molla, che riunirete in una palla e lascerete riposare in luogo fresco per 15 minuti. Stendete poi la pasta in una sfoglia rettangolare e mettetevi sopra il pezzo di burro intero, poi piegate la pasta a portafoglio per ricoprire il burro completamente. Passateci sopra il mattarello, dopo averlo cosparso di farina, (cospargete di farina anche la spianatoia) badando che il burro non fuoriesca dai lati, e piano, piano, formare una nuova striscia che ripiegherete di nuovo a portafoglio, ovvero in tre parti. Fate riposare la pasta ancora per 15 minuti, poi passatevi sopra ancora il mattarello, spianandola nel senso opposto. Tirate e ripiegate la pasta ancora 4 volte, dandole così 6 giri e facendola riposare per 15 minuti dopo ogni giro. Se volete fare i voul au vent, tirate la pasta ad uno spessore di ½ cm, tagliate delle ruote del diametro di 6 cm . Ne taglierete altrettante, ma con un buco centrale di 4 cm ., da sovrapporre a quelle piene. Mettetele quindi sulla piastra del forno, ricoperta con carta da forno, spennellatele con uovo sbattuto con 2 cucchiai d’acqua e fate cuocere in forno preriscaldato a 180° per 15-20 minuti.
Per 6 persone
Gr 250 di farina bianca, gr 200 di burro, gr 5 di sale, dl 1,5 di acqua.
Setacciare la farina a fontana sulla spianatoia e ponetevi al centro il sale e l’acqua. Mescolate gli ingredienti con la punta delle dita senza lavorare troppo il composto. Date alla pasta la forma di una palla e incidete la superficie con un taglio a croce, copritela e lasciatela riposare per 15 minuti. Lavorate il burro fino a quando avrà la stessa consistenza della pasta e dategli la forma di un quadrato di circa 2 cm di spessore. Spolverizzate di farina il piano di lavoro. Con il mattarello, tirate la pasta a forma di quadrato, anche questo di 2 cm di spessore, ponetevi sopra il quadrato di burro, facendo attenzione che a ogni lato di quest’ultimo corrisponda un angolo del quadrato di pasta. Ripiegate le estremità della pasta verso il centro e chiudete a pacchetto il burro. Con il mattarello stendete l’impasto fino ad ottenere un lungo rettangolo, date poi un primo “giro di pasta” ripiegando la sfoglia su se stessa in tre parti, in modo da ottenere un quadrato. Ripetete questa operazione, quindi coprite la pasta e lasciatela riposare per 15 minuti nella parte bassa del frigorifero. Ripetete l’operazione per altre volte per un totale di 6 giri, lasciando riposare la pasta in frigorifero ogni 2 giri per 15 minuti. A questo punto la pasta è pronta. Tiratela con il mattarello allo spessore desiderato e tagliatela in funzione dell’impiego finale.
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