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sabato 5 febbraio 2022

Lo Sapevate Che: Trent’anni fa usciva Innuendo, l’ultimo album dei Queen con Freddie Mercury: Dopo vent'anni di hit da primato, dischi di platino, tour mondiali, la band "regina" scrive l'ultima pagina della sua storia, che è la storia della musica rock e pop


Il 4 febbraio 1991 la band pubblicava il disco numero 14, l’ultimo del frontman, che l’Aids si sarebbe portato via il 24 novembre dello stesso anno. All’epoca le sue condizioni di salute non erano note, ma i brani parlavano per lui

 

Il 4 febbraio 1991 usciva Innuendo, ambizioso quanto straordinario album dei Queen, reduci allora dal successo di A Kind Of Magic e The Miracle. Nessuno di noi, all’epoca, poteva saperlo, ma sarebbe stato l’ultimo lavoro della band con Freddie Mercury. Il frontman, infatti, veniva a mancare il 24 novembre dello stesso anno. Leggendo tra le righe dei testi, viaggiando nell’atmosfera di quelle tracce e osservando attentamente le immagini dei video si potevano, però, già cogliere gli indizi della malattia. Il senso di paura per la morte è presente in tutto il disco.

Chi ha visto Bohemian Rhapsody, il film di Bryan Singer dedicato ai Queen, potrebbe pensare che Freddie Mercury abbia confessato ai compagni di essere sieropositivo prima del Live Aid, nel 1985.In realtà, è accaduto più tardi. Quando la sieropositività, scoperta nel 1987, è diventata AIDS conclamato, nel 1989, l’artista è stato costretto a condividere il suo stato di salute. Era novembre, le registrazioni di Innuendo – iniziate a marzo – entravano nel vivo per continuare durante tutto il 1990. Il disco sarebbe dovuto uscire alla fine di quell’anno, ma le condizioni di Mercury hanno costretto a posticipare l’uscita a febbraio del 1991.La salute del cantante è stata tenuta nascosta ai media, anche se, durante un’apparizione ai Brit Awards del 1990, qualcuno ha cominciato a porsi il problema. Tutto questo influirà sui testi e sulle atmosfere dell’album, intriso di malinconia, ma anche pieno di momenti energici.

Così è stato subito definito Innuendo. Di sicuro per le sue caratteristiche: una lunga suite (sei minuti e mezzo) composta da vari movimenti che mescola hard rock, flamenco, operetta e progressive rock, in un andirivieni tra generi che spiazza continuamente. Il tema principale, dall’andamento di un bolero, è nato da una jam session tra Brian MayJohn Deacon e Roger Taylor. Freddie Mercury ha aggiunto la parte della melodia e il testo, completato poi da Taylor. Ma la scintilla che ha reso Innuendo un brano unico è arrivata per caso: Steve Howe, il chitarrista degli Yes, si trovava nello studio di registrazione e Freddie lo ha invitato a suonare una parte. Howe ricorda che gli è stato suggerito di fare qualcosa alla Paco De Lucia, e così il flamenco irrompeva nella canzone, per poi lasciare spazio a un bridge dal sapore di musica classica: quando la voce di Freddie intonava le parole “You can be all you want to be” partiva un coro da operetta. E poi ritornava la chitarra di Brian May con un potente assolo hard rock. Canzone eclettica e multiforme, alla sua uscita è stata accompagnata da un video altrettanto sorprendente. Realizzato in stop-motion con figure di plastilina, è stato ambientato in un cinema dove scorrevano sullo schermo spezzoni di vecchi video della band. I quattro musicisti sono stati rielaborati secondo vari stili: Mercury secondo quello di Leonardo da Vinci, May degli incisori Vittoriani, Taylor di Jackson Pollock e Deacon di Pablo Picasso. Si dice che il titolo della canzone, insinuazione, fosse dedicato alla stampa, che aveva iniziato a diffondere illazioni sulla salute di Mercury.

Dopo una notte di bevute

I’m Going Slightly Mad, il brano più teatrale e folle del disco (influenzato dal commediografo inglese Noël Coward), è uno dei segnali più forti di ciò che stava capitando a Freddie Mercury con la confessione e la voglia di esorcizzare la malattia  “Sto impazzendo lentamente, alla fine è successo”. Si diceva che la demenza potesse essere uno degli effetti collaterali dell’AIDS e l’arista provava a esorcizzarla: sopra una cupa e ossessiva base di tastiere elettroniche, lui rideva della sua stanchezza e della sua malinconia. Non solo nel pezzo, nato dopo una notte di bevute: anche nel video (struggente) la condizione di Mercury si rendeva evidente. Girato in bianco e nero, il volto del cantante, nonostante il trucco pesante, risultava emaciato. “Quando registrammo il video di Slightly Mad*, Freddie era completamente andato. Di norma, sotto la luce, tutti hanno molto caldo. Freddie aveva degli scaldini all’interno dei vestiti che portava”, *si legge nella biografia di Mercury. I quattro musicisti erano agghindati come in un’esibizione da teatro dell’assurdo: Brian May aveva un becco da pinguino, Roger Taylor un bollitore da tè in testa e guidava un triciclo, John Deacon indossava un cappello da jolly, come un buffone di corte, e Freddie Mercury – in guanti bianchi e scarpe a punta – sfoggiava prima una parrucca e poi un casco di banane in testa, mentre in scena si aggirava un gorilla.

I still love you

È These Are The Days Of Our Lives la confessione a cuore aperto di Freddie Mercury, anche se è stata scritta da Roger Taylor pensando ai figli che crescevano. Ma, dopo la scomparsa del frontman, la canzone ha acquistato un significato diverso. È stata l’ultima registrata normalmente dai quattro Queen. Semplice, dolce e dolente, partiva con il ritmo di conga e percussioni. Le parole “Someday I’ll be there to remind you that I still love you, I still love you” e “un giorno ci sarò per ricordarti che ti amo ancora, ti amo ancora” suonavano come un ideale testamento. Il video? Ancora più struggente. Era il maggio del 1991 e Mercury attraversava la fase terminale della malattia: non riusciva quasi più a camminare, e rimaneva immobile per quasi tutta la clip, che, girata a colori, è stata virata in bianco e nero proprio per rendere meno evidenti i segni della malattia (nella versione originale si notano molto di più). Eppure Freddie voleva che venisse documentata, che ne restasse testimonianza. Nell’ultima sequenza, dopo aver guardato in macchina, alzava gli occhi al cielo e sorrideva sereno, per scomparire dopo aver detto ai suoi fan “I Still Love You” (“Vi amo ancora”).

The Show Must Go

Ma lo spettacolo deve andare avanti. Freddie Mercury voleva così. E allora, The Show Must Go On, forse il brano più famoso di Innuendo, con cui si chiudeva il disco. Un altro ideale testamento dell’artista. In realtà non è stato scritto da lui, bensì da Brian May, che è riuscito davvero a raccontare il mondo attraverso gli occhi di Mercury. Enfatico, epico, intenso, il pezzo The Show Must Go On si reggeva su quattro accordi solenni e incalzanti di tastiere. È entrato subito nella storia ed è stato oggetto di numerose riletture (famosissima quella nel musical di Baz Luhrmann Moulin Rouge!, interpretata da Nicole Kidman e Jim Broadbent). È stato May a realizzarne una demo, raggiungendo vette altissime nel punto di “On with the show”: le aveva cantate in falsetto e non credeva fosse possibile farle a voce piena. Ma Mercury, buttati giù due bicchieri di vodka, ne è stato capace. Non è riuscito invece a girare il video, che è stato confezionato come un’antologia di immagini della band.

Ricordati di me

Tutte queste canzoni non sono state mai suonate dal vivo dai Queen con Freddie Mercury. Il gruppo, infatti, si era ritirato dalle scene dopo il tour di A Kinf Of Magic. La prima occasione per sentirle live sarebbe stato il Freddie Mercury Tribute, ovvero il concerto andato in scena a Wembley il 20 aprile del 1992.A cantare Innuendo, con i tre Queen rimasti, è stato Robert Plant con l’aggiunta di alcune citazioni di Thank You e Kashmir dei Led Zeppelin. Non è stato un caso: Mercury aveva confidato a Plant di aver scritto il testo di Innuendo proprio pensando ai Led ZeppelinThese Are The Days Of Our Lives è stata interpretata da George Michael e Lisa Stansfield, The Show Must Go On da Elton John. Ma lo show di Freddie Mercury e dei Queen non si sarebbe fermato lì: lo spettacolo doveva andare avanti e così è stato.

https://www.wired.it/play/musica/2021/02/04/queen-30-anni-innuendo-ultimo-album-freddie-mercury/

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