Il 1° febbraio 1945 rappresenta una data che ha
cambiato per sempre la storia della donna in Italia. Il Decreto n. 23 decretava
la “Estensione alle donne del diritto di voto“.
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Il 1° febbraio 1945 è una data
storica nel percorso che porta alla uguaglianza di genere in Italia. Il Governo
presieduto da Ivanoe Bonomi con il Decreto numero 23 estese il diritto di voto a tutte le
donne maggiorenni. Da questo erano escluse le minori di 21 anni e le
prostitute. Ecco perché il 1 febbraio 1945 rappresenta una data epocale nel
percorso verso l’emancipazione femminile.
Il suffragio femminile
In Italia il suffragio femminile non fu introdotto
dopo la Prima Guerra Mondiale, ma sostenuto da attivisti Socialisti e Fascisti
e in parte introdotto dal governo di Benito Mussolini nel 1925. Nell’aprile del
1945, il governo provvisorio decretò l’emancipazione delle donne, che ne
consentiva la nomina immediata a cariche pubbliche: la prima fu Elena Fischli
Dreher. Nelle elezioni del 2 giugno 1946, tutti gli italiani votarono
contemporaneamente per l’Assemblea costituente e per un referendum che chiedeva
al popolo di scegliere per l’Italia la Monarchia o la Repubblica. Le elezioni
non si svolsero nel Venezia-Giulia e nell’Alto Adige perché erano sotto
l’occupazione alleata. La nuova versione dell’articolo 51 della
Costituzione riconosce le pari opportunità nelle liste elettorali.
Il diritto di voto per
le donne in Italia
Le donne votarono, per la prima volta, nelle elezioni
amministrative della primavera del 1946 nonché nel successivo referendum del 2
giugno, per l’elezione dell’Assemblea costituente e per il Referendum per la
scelta tra monarchia e repubblica. Il principio, contenuto nel decreto legge
del 1945 e firmato dal Luogotenente generale del Regno Umberto di Savoia (in
seguito Re col nome di Umberto II di Savoia), venne ripreso successivamente
dalla Carta costituzionale italiana. Essa entrò in vigore nel 1948 dopo la
conclusione della seconda guerra mondiale. Poco dopo con il Decreto nr. 74 del
10 marzo del 1946, si stabilì anche l’eleggibilità delle donne in ambito
politico e amministrativo. Così per la prima volta nella storia due donne
divennero sindaco. Ada Natali, a Massa Fermana, nelle Marche e Ninetta Bartoli,
a Borutta, in Sardegna.
Le suffragette
A livello mondiale il suffragio femminile, ovvero il
diritto di voto esteso alle donne, fu sostenuto dal movimento politico delle
cosiddette “suffragette”. Le origini moderne del movimento vanno ricercate
nella Francia del XVIII secolo. Le assemblee incaricate di eleggere i deputati
agli Stati generali presentarono nel 1789, all’inizio della rivoluzione
francese, all’Assemblea Rivoluzionaria i Cahier de Doléances des femmes, una
prima richiesta formale di riconoscimento dei diritti delle donne. Negli stessi
anni, sempre in Francia, Olympe de Gouges scrisse nel 1791 la Dichiarazione dei
diritti della donna e della cittadina, in cui dichiarava l’uguaglianza politica
e sociale tra uomo e donna.
La sua azione tuttavia terminò
quando iniziò a criticare lo stesso Robespierre, e nel 1793 venne
ghigliottinata. Il termine successivamente ha finito per indicare più in
generale la donna che lotta o si adopera per ottenere il riconoscimento della
piena dignità delle donne. Esso finì per coincidere in parte con il termine
femminista.
https://libreriamo.it/storie/diritto-di-voto-alle-donne-italiane-un-traguardo-da-ricordare/
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