L’incoronazione di Napoleone Bonaparte avviene il 2 dicembre 1804 nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi, alla presenza del papa Pio VII. Durante la cerimonia, Bonaparte, per legittimare il potere imperiale, vuole recuperare l’antico rito medievale inaugurato da Carlo Magno, in cui il papa, in quanto rappresentante terreno della divinità, consacra il sovrano ponendogli la corona sulla testa.
Anche
in questa occasione Napoleone vuole affermare la supremazia dello Stato sulla
Chiesa con un atto estremamente simbolico: toglie
la corona imperiale dalle mani del papa e se la pone lui stesso sul capo, dopo
incorona anche la nuova imperatrice, sua moglie Giuseppina. A tale
evento storico viene dedicato un dipinto dall’artista francese Jacques-Luis
David, oggi conservato nel Museo del Louvre a Parigi.
Per
l’artista francese Napoleone incarna la materializzazione dei sogni di riscatto
di un’intera generazione di giovani inquieti che prima della rivoluzione, a
causa dei loro natali nobili, sono stati costretti alla rassegnazione.
Napoleone diviene così il continuatore degli ideali rivoluzionari, anche se la
cerimonia di incoronazione sta trasformando la Repubblica in Impero.
Nel
dipinto si possono osservare alcuni elementi simbolici, come ad esempio i
colori utilizzati per gli abiti dell’imperatore e dell’imperatrice (il rosso,
il bianco e l’oro), che rappresentano la forza vitale dei sovrani e
dell’Impero. Altro elemento simbolico sono le due corone, una sul capo di
Napoleone e l’altra nelle sue mani, nell’atto di posarla sul capo la quale
rappresenta il potere universale.
È
possibile osservare anche l’imperatrice in ginocchio in segno di sottomissione
a Napoleone e la croce che rappresenta la Chiesa cristiana. Tutti questi
elementi permettono di comprendere lo scopo celebrativo del dipinto di David,
che intende sicuramente esprimere la potenza, l’autorità, la sovranità di
Napoleone di fronte alla Francia e alla Chiesa stessa.
Curiosità
sull’incoronazione di Napoleone
Vi sono però alcuni retroscena che
vale la pena ricordare. Inizialmente, quando Papa Pio VII acconsente di recarsi
a Parigi per officiare l’incoronazione di Napoleone, viene stabilito che
sarebbe stata eseguita la liturgia d’incoronazione del pontificale romano. Invece,
appena il Papa giunge in terra di Francia, Napoleone lo persuade a introdurre
altri elementi innovativi, come ad esempio:
- il canto del Veni Creator Spiritus (Vieni Spirito Creatore) nella
processione d’ingresso del monarca;
- l’apposizione dell’olio sacro
sulla testa e sulle mani del sovrano, anziché sul braccio destro e sulla
schiena e sul collo;
- l’inclusione di molte
preghiere e formule derivate dal cerimoniale d’incoronazione dei monarchi
francesi.
In sintesi una serie elementi
propri della tradizione romana francese che vengono combinati insieme in un
nuovo rito, unico, realizzato per l’occasione. Questo speciale rito,
composto ad hoc, permette, inoltre, a Napoleone
di rimanere perlopiù seduto e di non inginocchiarsi durante la cerimonia; ciò
riduce al minimo il suo omaggio alla Chiesa che egli, da repubblicano e da
rivoluzionario, non è minimamente intenzionato a rendere in modo eccessivo. Non
volendosi paragonare a un monarca ancien régime, Napoleone spiega: «Per essere un re si devono ereditare vecchie idee e
genealogie. Io non voglio discendere da alcuno.»
Lo storico J. David Markham, presidente dell’International Napoleonic Society, sostiene che se da un lato i
detrattori di Napoleone dicono che egli abbia strappato la corona dalle mani
del papa, un atto visto come incredibile arroganza, dall’altro lato si intende
il gesto di Napoleone semplicemente utile a simbolizzare che egli sta divenendo
imperatore sulla base dei suoi meriti e per volontà del suo popolo e non per
consacrazione religiosa.
Il papa è a conoscenza di questa
mossa fin dall’inizio della celebrazione e non ha mai avuto obiezioni al
riguardo (o perlomeno nulla poteva dire). Inoltre altre fonti sostengono che
Napoleone comunica a Pio VII che si sarebbe posto la corona sul capo da solo;
il Papa non solleva obiezioni e successivamente afferma: «Possa Dio confermarvi sul vostro trono e
possa Cristo darvi il governo».
Limitato nelle sue azioni, Pio VII
proclama poi la formula latina Vivat imperator in aeternum! (Viva l’imperatore in eterno!).
Al termine della messa, il papa si ritira in sacrestia, rifiutandosi di
partecipare al giuramento civile. Con le sue mani sulla Bibbia, Napoleone giura
pronunciando queste parole: «Io giuro di mantenere l’integrità del territorio della
Repubblica, di rispettare e rafforzare il rispetto del Concordato e la libertà
di religione, l’eguaglianza dei diritti, la libertà politica e civile,
l’irrevocabilità della vendita delle terre nazionali; non eleverò tasse se non
in virtù della legge; manterrò l’istituzione della Legion d’onore e governerò
col solo interesse, gioia e gloria del popolo francese».
Il titolo di Imperatore dei Francesi, in francese Empereur des Français, viene utilizzato dal Casato dei
Bonaparte a partire dalla proclamazione di Napoleone I a imperatore dal Senato
francese, il 14 maggio 1804, e la conseguente incoronazione, il 2 dicembre
dello stesso anno, nella Cattedrale di Notre-Dame, con la corona imperiale.
Con questo titolo si vuole
enfatizzare lo stretto legame fra il sovrano e il popolo francese, inteso come
Nazione, più che con la Francia. La vecchia formula di re di Francia e Navarra
caratterizzava la Francia come proprietà personale del sovrano, mentre il nuovo
termine indica una monarchia costituzionale. Il titolo di imperatore viene
volutamente creato per conservare, almeno nell’aspetto, la Repubblica francese
e per dimostrare che, in seguito alla Rivoluzione, il sistema feudale è stato abbandonato,
con la creazione di uno Stato nazionale, con cittadini uguali in quanto sudditi
del loro imperatore (lo Stato infatti diverrà ufficialmente Impero francese
solo il 1º gennaio 1809).
Con il titolo
di Imperatore dei
Francesi si intende dimostrare
che l’incoronazione di Napoleone non è una restaurazione della monarchia, ma
l’introduzione di un nuovo sistema politico: l’Impero francese (Empire français). Napoleone rimane sul trono sino al 22
giugno 1815, quando viene
sconfitto nella battaglia di Waterloo, esiliato e imprigionato
nell’isola di Sant’Elena. Bisogna ricordare, però, che il suo governo viene
interrotto dalla Restaurazione borbonica nel 1814 e dal suo esilio nell’isola
d’Elba, da dove riesce a fuggire per reclamare il trono e regnare come
Imperatore per altri 94 giorni prima della sua definitiva sconfitta. di Giordano Pulvino
https://www.fattiperlastoria.it/incoronazione-napoleone-bonaparte/
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