Biografia
Andrej Dmitrievic Sakharov nasce il 21 maggio del 1921
a Mosca, figlio di Dmitri, un insegnante di fisica in una scuola privata, e
nipote di un importante avvocato dell'Impero Sovietico. Nel 1938 si iscrive
all'Università di Stato di Mosca, ma in seguito agli avvenimenti della Seconda Guerra
Mondiale è costretto a spostarsi ad
Asgabat, nell'odierno Turkmenistan. Qui consegue la laurea in Fisica. Viene poi
assegnato a un laboratorio a Ulyanovsk.
Nel frattempo Andrej Sacharov si
sposa con Klavdia Alekseyevna Vikhireva, che gli darà due figlie. Nel 1945 fa
ritorno a Mosca per studiare all'Istituto di Fisica dell'Accademia Sovietica
delle Scienze.
Il progetto della bomba
atomica
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, concentra le proprie
ricerche sui raggi cosmici, e nel 1948 prende parte al progetto
della bomba atomica sovietica guidato da Igor Tamm e da Igor
Kurchatov.
La partecipazione alle sperimentazioni sulle prime bombe
termonucleari fabbricate in Unione Sovietica dura fino al 1953. In
seguito Andrej Sacharov si concentra su ricerche sulla fusione
nucleare e sull'astrofisica applicata. Tra il 1957 e il 1958 contesta
gli esperimenti nucleari a scopo bellico.
Gli anni '60 e '70
Nel 1967 Sacharov arriva a intuire l'asimmetria
tra materia e antimateria nella composizione dell'universo,
suggerendo delle modifiche alla teoria della relatività avanzata da Albert Einstein.
Nel 1970 fonda il comitato per i diritti civili, volto a difendere i
perseguitati e i dissidenti.
Nel 1973 viene candidato per l'assegnazione del Premio
Nobel per la Pace, e l'anno successivo riceve il Premio mondiale Cino Del
Duca.
Premio Nobel per la Pace 1975
Il Nobel arriva nel 1975, con il comitato norvegese
che nella motivazione si riferisce allo studioso come al portavoce della
coscienza dell'umanità. Andrej Sacharov, secondo il comitato, ha enfatizzato in
maniera persuasiva che i diritti inviolabili dell'uomo costituiscono le sole
fondamenta per una cooperazione internazionale duratura.
Al fisico, tuttavia, non viene permesso di lasciare
l'Unione Sovietica per andare a ritirare il premio: il suo discorso viene
letto, quindi, dalla sua seconda moglie Elena Bonner (la prima
moglie era morta nel 1969) nel corso della cerimonia di consegna del
riconoscimento a Oslo. Il giorno dell'assegnazione del premio, Andrej si trova
a Vilnius, dove è in corso un processo che vede imputato Serkej Kovalev,
attivista per i diritti umani.
Sakharov, nel suo discorso per il Nobel, intitolato
"Pace, progresso, diritti umani", chiede di fermare la corsa
alle armi e di rispettare di più l'ambiente, i diritti umani e la cooperazione
internazionale. Nel discorso elenca una serie di prigionieri politici nell'Urss
e sostiene di voler condividere il riconoscimento con loro.
Nemico dell'URSS
Nel 1976, Yuri Andropov, capo del Kgb, considera Andrej
Sacharov il nemico numero uno dell'Urss. Lo studioso, quindi, viene
arrestato il 22 gennaio del 1980, in seguito alle sue proteste pubbliche per
l'intervento sovietico in Afghanistan dell'anno precedente. Viene spedito in
esilio interno a Gorky, città in cui gli stranieri non possono entrare.
Tra il 1980 e il 1986 il fisico viene tenuto sotto
controllo in maniera rigorosa dalla polizia sovietica. Il suo appartamento è
ripetutamente oggetto di intrusioni e perlustrazioni. Nel 1984 anche la moglie
di Sakharov, Elena Bonner, viene privata della libertà.
Gli scioperi della fame
Lo studioso inizia uno sciopero della fame, chiedendo
che a sua moglie venga permesso di recarsi negli Stati Uniti per sottoporsi a
un intervento al cuore.
Andrej viene ricoverato in ospedale e alimentato a
forza. Quindi, viene tenuto in isolamento per quattro mesi. Nell'agosto del
1984, Yelena viene condannata a un esilio di cinque anni a Gorky, e nell'aprile
dell'anno successivo il marito intraprende un nuovo sciopero della fame per
consentire alla donna di viaggiare all'estero e sottoporsi ai trattamenti
medici di cui ha bisogno.
Ricoverato di nuovo in ospedale e ancora alimentato a
forza, Andrej resta nella struttura fino al mese di ottobre, mentre il
Politburo dibatte sul suo destino. A Yelena viene finalmente concesso di
recarsi negli Usa, dove viene operata.
La fine dell'esilio e gli
ultimi anni
Yelena torna a Gorky nel dicembre del 1986 quando
Andrej Sacharov riceve la telefonata di Mikhail Gorbaciov -
che nel frattempo ha dato il la alla glasnost e
alla perestroika - il quale gli concede di tornare a Mosca.
Nel 1988 Andrej Sacharov si vede assegnare
dall'International Humanist and Ethical Union, l'International Humanist Award.
Nel frattempo aiuta le prime organizzazioni politiche indipendenti legali
dell'opposizione in Unione Sovietica.
Nel marzo del 1989 viene eletto nel nuovo Parlamento
ed è alla guida dell'opposizione democratica. Andrej Sakharov muore
a Mosca il 14 dicembre del 1989. Poco dopo le nove di sera si reca nel suo
studio per preparare un discorso importante, ma quando la moglie entra nel
locale, un paio di ore più tardi, lo trova disteso sul pavimento. Probabilmente
la causa della morte, giunta all'età di sessantotto anni, è stata un'aritmia
dovuta a una cardiomiopatia.
Memorie
Sulla sua vita e la sua esperienza in esilio, sia
Sacharov che la moglie Elena Bonner scrissero vari
libri. Il Norwegian Helsinki Committee
assegna dal 1980 il "Sakharov Freedom Award".
Inoltre dal 1988, ogni anno, il Parlamento europeo
assegna il "Premio Sakharov per la libertà di pensiero" a
personalità e organizzazioni che si sono distinte in attività a favore dei
diritti umani, così come nella lotta contro l'intolleranza, il fanatismo e
l'oppressione.
https://biografieonline.it/biografia-andrej-sacharov
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