“Amici, non
piangete, è soltanto sonno arretrato (epitaffio).” Walter Chiari
L'arte della spontaneità
Nasce come Walter Annicchiarico, a Verona il giorno 8
marzo 1924. Figlio di genitori di origine pugliese, il padre era un brigadiere
di professione; Walter ha solo 8 anni quando la famiglia si trasferisce a
Milano.
All'età di tredici anni si iscrive ad uno dei tanti
boxing club di Milano e nel 1939, non ancora sedicenne, diventa campione
regionale della Lombardia nella categoria dei Pesi piuma.
Dopo aver prestato servizio militare e aver intrapreso
per un breve periodo la carriera pugilistica,
Walter Chiari incomincia a realizzare il sogno di diventare attore.
Nell'immediato dopoguerra, è il 1946, fa una breve e casuale apparizione in uno
spettacolo intitolato "Se ti bacia Lola". L'anno seguente arriva il
suo esordio come attore cinematografico nel film "Vanità" di Giorgio
Pastina, per il quale si aggiudica un Nastro d'argento speciale come miglior
attore esordiente.
Nel 1950 è l'impareggiabile interprete della rivista
"Gildo". Poi è protagonista con Anna Magnani nel
capolavoro drammatico "Bellissima" diretto da Luchino Visconti.
Sempre nel 1951 viene acclamato in una rivista dal titolo "Sogno di un
Walter". In seguito continua ad alternare i successi cinematografici ai
successi sul palcoscenico. Si afferma come uno dei talenti più rivoluzionari
della comicità italiana.
Chiari propone un nuovo modo di recitare grazie alla
sua innata capacità di chiacchierare per ore con il pubblico e di interpretare
diversi personaggi.
Il suo modo di recitare è proprio così, veloce come
una chiacchierata continua.
Nel 1956 accanto alla bravissima Delia Scala,
prende parte alla commedia musicale dal titolo "Buonanotte Bettina",
di Garinei e Giovannini. Nel 1958 appare in televisione nel varietà "La
via del successo", dove accanto a Carlo Campanini, propone numeri già
collaudati nelle sue riviste, dal Sarchiapone - con Carlo Campanili come spalla
- al sommergibile, dalla belva di Chicago al bullo di Gallarate.
La collaborazione con Garinei e Giovannini prosegue
con la commedia musicale "Un mandarino per Teo" (1960), con Sandra Mondaini,
Ave Ninchi e Alberto Bonucci. Nel 1964 è uno straordinario interprete nel film
"Il giovedì", diretto da Dino Risi.
L'anno seguente interpreta due commedie teatrali, la prima a fianco di Gianrico
Tedeschi, dal titolo "Luv" (1965) di Shisgal, e la seconda a fianco
di Renato Rascel,
dal titolo "La
strana coppia" (1966) di Neil Simon.
Nel 1966 è il tartagliante signor Silence nel film
"Falstaff", diretto e interpretato da Orson Welles,
e l'italiano del miracolo economico, egoista e cinico, in "Io, io, io... e
gli altri", diretto da Alessandro Blasetti. Nel 1968 viene chiamato a
condurre per la televisione la famosissima trasmissione musicale
"Canzonissima", accanto a Mina e
a Paolo Panelli.
La sua è una fama di vero donnaiolo: molte bellissime
donne famose cadono ai suoi piedi, da Silvana Pampanini a
Sylva Koscina, da Lucia Bosè a Ava Gardner, da Anita Ekberg a Mina,
fino a che decide di sposare l'attrice e cantante Alida Chelli: i due avranno
un figlio, Simone.
Nel maggio del 1970 riceve un mandato di cattura. L'accusa
è molto pesante: consumo e spaccio di cocaina. Il 22 maggio 1970 viene
rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli e il 26 agosto prosciolto dalle
prime due imputazioni, le più gravi. Rimane però in piedi l'accusa di consumo
personale, per la quale ottiene comunque la libertà provvisoria.
La sua carriera subisce una sorta di retrocessione in
serie B. Solo nel 1986 inizia a tornare sulla cresta dell'onda: vanno in onda
in tv sette puntate della "Storia di un altro italiano", che
parafrasa la "Storia di un italiano", con Alberto Sordi,
un'intensa biografia filmata, che Tatti Sanguinetti gira per la RAI.
Ugo Gregoretti, direttore artistico del Teatro Stabile
di Torino, lo chiama per iniziare un'intensa collaborazione, dalla quale
nasceranno una memorabile interpretazione de "Il critico", caustica
commedia settecentesca di Richard Sheridan, e "Six heures au plus tard",
una prova d'attore a due, scritto da Marc Terrier, che Chiari recita insieme a
Ruggero Cara.
Peppino di Leva, poi, con il Teatro Regionale Toscano,
lo dirige insieme a Renato Rascel in
"Finale di partita" di Samuel
Beckett.
Arriva poi anche il risarcimento da parte del cinema.
Nel 1986 gira "Romance", film di Massimo Mazzucco, che viene
presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Tutti i cinefili lo aspettano
come sicuro vincitore del Leone d'oro per la migliore interpretazione, ma il
premio tocca a Carlo Delle Piane, che Walter aveva conosciuto e aiutato nei
suoi difficili inizi di carriera nel teatro di varietà.
Nel 1988 in televisione recita nello sceneggiato a
puntate "I promessi sposi", nel ruolo marginale di Tonio. Nel 1990
interpreta la sua ultima pellicola, nel film drammatico "Tracce di vita
amorosa", diretto da Peter Del Monte, offrendo ancora una volta
un'interpretazione perfetta.
Walter Chiari muore nella sua abitazione a Milano il
20 dicembre 1991 all'età di 67 anni, colto da un infarto.
A febbraio del 2012 la Rai produce una fiction in due
puntate dedicata alla tormentata vita dell'artista: il protagonista è l'attore
Alessio Boni.
https://biografieonline.it/biografia-walter-chiari
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