“Io sogno per
vivere.” Steven Spielgerg
Sogni rappresentati su una
grande tela
Si elenchino non meno di venti nomi di registi di
fama mondiale. I veri cultori del cinema probabilmente arriverebbero a
cinquanta o più senza esitare. Tuttavia altrettanto probabilmente nessuno dei
semplici modesti appassionati escluderebbe il nome di Steven Spielberg, il
regista che con i suoi film ha registrato i più alti incassi della storia del
cinema, indicato dagli esperti come la più influente e potente figura
dell'industria cinematografica.
Di origini ebree, nato a Cincinnati (Ohio) il 18
dicembre 1946, Steven Spielberg trascorre i primi anni nel New Jersey, poi con
la famiglia si trasferisce in Arizona, presso la città di Scottsdale.
Il destino della su professione sembra segnato sin
dall'infanzia: pare che i severi genitori odiassero la tv, proibendo
addirittura al figlio di andare al cinema. Il giovane Steven allora,
procuratasi una modesta cinepresa, inizia a realizzare per conto proprio
pellicole 8mm.
Adolescente, Spielberg punta a fare maledettamente sul
serio: gira decine di modesti lavori, esplorando ogni genere, dal western
alla fantascienza.
Raduna addirittura un piccolo gruppo di spettatori paganti al quale mostrare un
suo lavoro, raccimolando ben 500 dollari. Vince inoltre un concorso per
cineamatori, a soli tredici anni.
Raggiunta l'età matura Spielberg mira verso Hollywood:
si reca a Los Angeles per frequentare i corsi di cinema della "University
of Southern California", ma la sua attività principale è quella di
curiosare, bazzicando qua e là per gli Studios. Durante una retrospettiva
organizzata dall'università conosce George Lucas,
con il quale inizierà fruttuose collaborazioni e con cui rimarrà sempre
saldamente legato da una bella amicizia.
Finalmente, dopo che "Amblin", un suo
cortometraggio, vince diversi premi ai Festival di Venice e Atlanta, il nome di
Spielberg viene notato da qualcuno della Universal, che lo ingaggia per la sua
sezione televisiva. E' il 1971 quando Steven Spielberg dirige per la tv
"Duel", il suo primo vero film.
Nel 1974 realizza "Sugarland Express", che
anticipa di un anno "Lo
squalo", il suo primo film a cui è stato
possibile applicare un significativo budget con una relativa vasta campagna
pubblicitaria: la pellicola è un successo strepitoso. Steven Spielberg può
permettersi di dedicarsi ad ambiziosi progetti nati nella sua mente
precedentemente "Lo
squalo": uno di questi è "Incontri
ravvicinati del terzo tipo". Con questo film Spielberg rivoluziona le
regole del genere fantascientifico, mostrando una visione
"umanizzata" degli alieni.
Del 1979 è "1941: allarme a Hollywood", uno
dei pochissimi film del regista che non ha incassato cifre record al
botteghino. Ma Spielberg torna campione d'incassi nel 1980 con "I
predatori dell'arca perduta", interpretato
da un giovane Harrison Ford nei
panni dell'avventuroso archeologo (che tornerà sugli schermi anche nel 1984 in
"Indiana Jones e il tempio maledetto" e nel 1989, con Sean Connery,
in "Indiana Jones e
l'ultima crociata").
E' sul set de "I
predatori dell'arca perduta" che Spielberg
conosce l'attrice Kate Capshaw, che diventerà sua moglie nel 1991.
Spielberg torna alla sua idea di cinema come
rappresentazione del fantastico, del sogno e della fantasia con la romantica e
moderna favola di "E.T - L'extraterrestre": la storia del piccolo
alieno abbandonato sulla terra commuove il pubblico di tutto il mondo e
polverizza ogni record d'incassi della storia del cinema.
Nel 1986 porta sul grande schermo "Il
colore viola", la versione cinematografica del
romanzo di Alice Walker, con un cast interamente composto da attori di colore,
tra cui spicca Whoopi Goldberg.
L'anno successivo, con "L'impero del sole"
racconta l'occupazione giapponese di Shangai narrandola (ancora una volta)
attraverso lo sguardo di un bambino, costretto in campo di prigionia.
Dopo la parentesi romantica di "Always - Per
sempre", dirige nel 1992 "Hook - Capitan Uncino",
con un inusuale Dustin Hoffman nei
panni del cattivo e con un Peter Pan (Robin Williams)
ormai adulto che non rinuncia a sognare.
Un anno dopo, il suo "Jurassic Park"
fa scoppiare il "culto" dei dinosauri.
Ancora prima di terminare le fasi della post produzione di quest'ultimo film,
si lancia nell'avventura di "Schindler's list". Steven Spielberg
abbandona il cinema ludico e sognatore per raccontare la storia di Oskar Schindler (interpretato
da un magistrale Liam Neeson)
e, attraverso la sua vicenda, mostrare l'orrore dell'olocausto e dei campi di
concentramento. Il film salda il conto aperto con l'Academy Award (più volte
nominato Spielberg non aveva mai vinto nulla) regalandogli le statuette per il
"Miglior film" e per la "Miglior regia".
All'edizione del 1993 della Mostra internazionale
d'arte cinematografica di Venezia, riceve il "Leone d'Oro" alla
carriera. Nello stesso anno Steven Spielberg, David Geffen (fondatore
dell'omonima casa discografica) e Jeffrey Katzenberg (ex dirigente
animazione Disney),
fondano la DreamWorks SKG(dalle iniziali dei tre), un'impresa di produzione e
distribuzione cinematografica, discografica e televisiva che si pone subito al
centro della scena di Hollywood. La prima pellicola prodotta dalla DreamWorks è
stata "The Peacemaker" (1997, di Mimi Leder, con Nicole Kidman e George Clooney),
un buon successo.
Nel 1998 arriva un altro Oscar come "Miglior
regista" per il film "Salvate il soldato Ryan",
nel quale inizia una positiva collaborazione con Tom Hanks.
Nel 2001 Spielberg ottiene un nuovo strepitoso successo con "A.I. - Intelligenza
Artificiale", progetto del genio di Stanley Kubrick attraverso
il quale il regista americano omaggia l'amico e maestro, regalando ancora una
volta al pubblico una storia commovente e piena di dolcezza, con un
bambino-automa come protagonista.
Traendo spunto da un geniale breve racconto di fantascienza,
partorito dalla fervida mente di Philip
Dick, Spielberg gira nel 2002 "Minority Report", poliziesco ambientato
nella Washington del futuro, con un Tom
Cruise in splendida forma. Instancabile,
nello stesso anno esce la commedia brillante "Prova a prendermi",
tratta dall'autobiografia di Frank
W. Abagnale, il più giovane ricercato dall'FBI,
con Leonardo
Di Caprio nel ruolo del malfattore e Tom
Hanks in quello dell'inseguitore.
Quest'ultimo nel 2004 è di nuovo protagonista, insieme a Catherine
Zeta Jones, di un film di Spielberg: "The
Terminal". Nell'estate del 2005 è uscito un
altro grande titolo: "La guerra dei mondi"
(con Tom
Cruise, tratto dal racconto di H.G.
Wells).
Il suo film "Munich" (2006, con Daniel
Craig e Geoffrey
Rush), ambientato nei giorni successivi
al massacro di undici atleti israeliani avvenuto
durante le Olimpiadi di
Monaco del 1972, è candidato a 5 premi Oscar, ma rimane a bocca asciutta.
Forse non tutti sanno che talvolta Steven Spielberg
compare nei suoi stessi film in piccolissime parti, peraltro non accreditate.
Un'altra curiosità: nel capolavoro di John
Landis "The Blues
Brothers" (1984), Spielberg recita la parte
dell'impiegato della contea di Cook.
Non è raro leggere il nome di Steven Spielberg tra i produttori
di altri grandi film di successo: i titoli sono numerosi, da "I
Goonies" (1985) a "Men in black"
(1997 e 2002), passando dalla trilogia di "Ritorno al futuro"
di Robert
Zemeckis, ai film d'animazione
("Balto", "Shrek"),
fino alle serie tv ("E.R.", "Band of brothers",
"Taken").
Steven Spielberg negli anni
2010
Dopo il ritorno alla regia nel 2008 in un nuovo
capitolo di Indiana Jones, "Indiana
Jones e il regno del teschio di cristallo",
i film successivi si Spielberg escono ad anni altalenanti. Tra questi non
mancano i kolossal, capaci di rastrellare statuette Oscar. In questi anni
ricordiamo: "Le avventure di Tintin - Il segreto dell'Unicorno"
(2011), "War Horse" (2011), "Lincoln" (2012), "Il ponte delle spie"
(2015), "Il GGG - Il grande gigante gentile" (2016), "The
Post" (2017), "Ready Player
One" (2018).
https://biografieonline.it/biografia-steven-spielberg
Nessun commento:
Posta un commento