“La pittura è
una lunga fatica di imitazione di ciò che si ama.” Renato Guttuso
Rigogliosa Sicilia su tela
Esponente della cultura dell'area comunista, famoso
pittore, Renato Guttuso nasce a Bagheria il 26 dicembre 1911.
I genitori, per contrasti con l'amministrazione
comunale di Bagheria dovuti alle loro idee liberali, scelgono di denunciare la
nascita a Palermo il 2 gennaio 1912.
Il talento di Guttuso è precoce e a soli tredici anni
inizia a datare e firmare i propri quadri. Appena diciassettenne (1928) ha
l'occasione di allestire la sua prima mostra a Palermo.
I primi quadri raffigurano i suoi contadini siciliani
e compaesani; tra i suoi quadri celebri vi sono "Fuga dall'Etna" del
1937, e "Vuccirria", che celebra il popolare mercato di Palermo.
La sua esecuzione prettamente figurativa affronta i
temi del mondo contadino e rurale, temi sociali e soggetti dichiaratamente
politici.
Si trasferisce a Roma dove stringe rapporti di
amicizia e professionali con i pittori Birolli, Fontana e Persico.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale Guttuso
dipinge una serie di quadri dal titolo "Gott mit Uns" - "Dio è
con noi" - motto che raffigura inciso sulle fibbie dei soldati nazisti. Il
suo messaggio polemico affiora con prepotenza. La sua espressione ideologica
raggiungerà l'apice con l'opera "I funerali di Togliatti",
che diventerà manifesto dell'antifascismo.
Nel dopoguerra segue stilisticamente il primo periodo
di Pablo Picasso,
il cosiddetto "periodo blu". Nel 1946 fonda il "Fronte Nuovo
delle Arti", insieme a Birolli, Vedova, Morlotti e Turcato.
Alla fine degli anni '60 esegue dei quadri che
riflettono la situazione europea e francese. Si sposta a Parigi dove ritrae i
giovani nelle prime marce di protesta in quello che diverrà poi il leggendario
"maggio francese".
Dal 1969 in poi si stabilisce a Roma, nella strada dei
pittori, via Margutta: sua compagna è Marta
Marzotto, splendida contessa ex mondina ed ex
modella. In questo periodo realizza una serie di quadri autobiografici, tra i
quali spicca uno dei suoi migliori lavori, la "Strega Malinconica",
datato 1982.
Dopo la morte della moglie Guttuso si riavvicina alla
fede cristiana, di cui aveva comunque sempre condiviso a modo suo i valori
umani e di pietà per gli oppressi. Morirà dopo poco la compagna, il 18 gennaio
1987 a Roma. Alla sua città natale lascia in eredità molte opere che sono
raccolte oggi nel museo di Villa Cattolica.
Guttuso non ebbe mai figli, se non uno adottivo, Fabio
Carapezza Guttuso, il quale dopo la morte del padre, ha fondato gli
"Archivi Guttuso".
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