Una storia: quando è nata e chi dirige la Federal Reserve
Tutti criticano la Fed, lunga vita alla Fed… Ma
quando è nata e chi dirige la Federal Reserve Bank?
Donald Trump, in uno dei suoi numerosi attacchi
all'attuale numero uno della Federal Reserve, ha sparato cannonate,
rivendicando il suo diritto a poterlo licenziare. Ma il Presidente può
avere questo potere?
E soprattutto quando è nata l'attuale Banca Centrale
Americana che tutti invocano a gran voce quando le cose vanno per il verso
sbagliato? Per rispondere a queste ed altre domande riguardo all'istituzione
finanziaria più influente del pianeta, bisogna fare un passo indietro e
ritornare nel lontano 1789. In quei mesi tumultuosi ci fu non solo la presa
della Bastiglia a Parigi ma George Washington fu eletto Presidente degli Stati
Uniti d'America promulgando la nuova Costituzione.
Il primo tentativo di istituire una moneta nazionale negli Stati Uniti ebbe
luogo già durante la Guerra d'indipendenza ancor prima dell'unificazione
nel 1776. In quel periodo il Congresso, così come le singole colonie,
cominciarono a stampare i cosiddetti Continentals. Queste emissioni ibride tra
banconote e obbligazioni, furono prodotte su una carta filigranata spessa e
grossolana, ed erano garantite unicamente dalla riscossione delle tasse nei
territori controllati. Non c'erano quindi depositi di metallo prezioso a
supporto e questo ben presto si rivelò un enorme problema. Durante la
rivoluzione, il congresso emise quasi 250 milioni di Dollari di valuta
Continentale.
Un profluvio di banconote che unito alla stampa incontrollata di falsi da parte
dei coloni, provocò una fortissima svalutazione con conseguente caduta del loro
potere d'acquisto. Nel 1780 i biglietti arrivarono a valere meno di un
quarantesimo del valore facciale. Il congresso cercò di promulgare delle leggi
per ritirare dalla circolazione i vecchi biglietti ed emetterne di nuovi; ma
fallì miseramente. A furia di produrli fuori controllo, i Continentals erano
diventati carta straccia cessando di circolare già nel maggio 1781. Dopo questo
tracollo, Robert Morris venne nominato sovraintendente alle Finanze e ottenne
l'approvazione per costituire un istituto finanziario centrale, ovvero la Bank
of North America, che prese vita nel 1782.
La banca fu finanziata grazie a un prestito in oro offerto dalla Francia che il
dirigente utilizzò in buona parte per supportare le fasi finali della guerra
d'indipendenza. Proprio a causa della dolorosa esperienza dei Continental
Dollars i delegati alla Convenzione di Filadelfia si sentirono in dovere di
includere nella Costituzione una clausola che obbligasse ad emettere titoli o
banconote esclusivamente garantite da metallo prezioso. Ma come detto la prima
vera istituzione che abbia svolto le funzioni di banca centrale fu
la First Bank of United States autorizzata proprio dal
Presidente George Washington nel 1791, su sollecitazione di un altro
padre della Patria Alexander Hamilton. L'istituzione fu approvata nonostante la
forte opposizione di diversi parlamentari tra cui il futuro presidente
Jefferson.
Negli anni successivi ci fu moltissima confusione, fin
quando Andrew Jackson strenue oppositore dell'idea di una banca centrale, nel
1833 decise di prelevare tutti i depositi federali per farli convogliare su un
numero di istituti privati selezionati dal suo esecutivo. Queste società
creditizie erano state create sul modello della Banca d'Inghilterra ma
ebbero vita breve. Fra il 1837 e il 1862 non ci fu nessuna banca centrale, e i
25 anni che trascorsero sono ricordati come “the Free
Banking Era”. Anni nei quali vennero emesse
banconote su carta velina da un gran numero di piccoli istituti aprendo una
fase raccontata sapientemente da molti film Western con rapine di banditi
incappucciati in filiali di Banchette regionali servite da diligenze. Per porre
fine al caos di quel periodo, nel 1863 fu istituito un sistema di banche
nazionali ma anche questo comportò l'ennesima crisi e la necessità di una
profonda riforma del sistema finanziario. In poco tempo si verificarono una
serie di crisi economiche, prima fra tutte quella del 1873, che passò alla
storia col nome di prima grande depressione, e poi quelle del 1893 e del 1907
che non lasciarono più spazio a soluzioni tampone. Durante l'Ottocento, e in
particolare nella seconda metà del secolo, gli Stati Uniti furono protagonisti
di una straordinaria espansione territoriale, demografica ed economica che,
dopo il primo conflitto mondiale, li portò a subentrare all'Inghilterra come
nazione egemone dell'economia mondiale. Gli States come spesso vengono
chiamati, si porranno all'avanguardia anche per il progresso tecnologico e
dell'organizzazione imprenditoriale. All'inizio dell'Ottocento la popolazione
americana superava a malapena i cinque milioni di abitanti, in gran parte
concentrati nelle originarie 13 colonie della costa atlantica, mentre alle
soglie del ‘900 la popolazione raggiuse quasi i 90, sparsi su un territorio di
più di otto milioni di chilometri quadrati con ricchezze naturali e
paesaggistiche senza pari. Con l'annessione della California nel 1850 e
successivamente dell'Oregon e di Washington, gli Stati Uniti acquistarono la
fisionomia definitiva di nazione affacciata sui due oceani. Ma per dare forma
ad una banca di emissione nazionale con un consiglio ed un presidente
indipendenti dalla politica bisognerà attendere lo scoppio della prima guerra
mondiale. Infatti la Banca Centrale Americana più comunemente conosciuta come
Federal Reserve System, o più informalmente FED, nacque nel bel mezzo di
un panico diffuso che avrebbe potuto comportare la fine del sistema finanziario
Statunitense ancor prima del suo definitivo consolidamento.
Ma andiamo per gradi. Tutto iniziò nell'Ottobre del
1907 quando il Dow Jones cadde del 50% dal suo picco dell'anno precedente.
File di persone si precipitarono agli sportelli diffondendo il panico in
tutta la nazione e molte banche statali e locali furono costrette a dichiarare
bancarotta. Alla base di questo tracollo ci fu la manipolazione del prezzo
delle azioni della United Copper Company, una società produttrice di rame.
Molte delle banche coinvolte nel progetto speculativo persero una fortuna,
subendo perdite immense che si diffusero successivamente a tutto il territorio
nazionale. Questo disastro unito ad un panico generalizzato scatenò la corsa
agli sportelli. Una situazione che avrebbe potuto essere ancora peggiore se non
ci fosse stato l'intervento del finanziere John Pierpont, alias J.P., Morgan,
che impegnò grandi somme personali, e convinse gli altri banchieri di New York
a fare lo stesso, per sostenere il sistema bancario ormai allo sbando. La
situazione lentamente si calmò e si riuscì a fermare l'emorragia. Pochi mesi
più tardi il Congresso Americano emanò l'Aldrich–Vreeland Act, che prese
provvedimenti per una moneta sotto il controllo statale costituendo una
commissione d'intervento, la National Monetary Commission. La Commissione
avanzò diverse proposte per l'introduzione di un'istituzione che avesse il
compito di prevenire e contenere eventuali crisi finanziarie. Nonostante il
partito Democratico fosse inizialmente contrario all'idea, nel novembre del
1912 vincendo le elezioni sia al Congresso che per la Casa Bianca, con
l'elezione di Woodrow Wilson, le cose subirono un'improvvisa accelerazione. La
proposta di Aldrich fu approvata diventando legge. La FED fu istituita
dal Congresso degli Stati Uniti con l'approvazione del Federal
Reserve Act il 23 dicembre del 1913 e iniziò le sue operazioni nel 1916.
Il Federal Reserve System da quel momento fu costituito da una banca centrale
con sede a Washington e da quindici banche regionali nelle principali città del
Paese. La nuova istituzione fu posta sotto l'autorità del Governo, che nominava
i membri del Federal Reserve Board, il Segretario del Tesoro ed il Controllore
della politica monetaria. Sembrava finalmente la soluzione a tutti i problemi.
Invece nel bel mezzo di un'atmosfera di euforia economica, sostenuta da una
crescita senza precedenti, improvvisamente, nell'Ottobre del 1929, la Borsa di
New York crollò inesorabilmente aprendo un periodo di lunga depressione che
trascinò dietro sé tutto e tutti.
Negli Stati Uniti fallirono 640 banche e decine di
migliaia di risparmiatori finirono sul lastrico. La crisi ben presto dilagò in
tutti gli altri paesi occidentali. A questo si accompagnarono una serie di
effetti sull'economia reale che decretarono una drastica riduzione degli scambi
internazionali crollati in pochi mesi di oltre l'80%. Tutto questo non fu
passeggero e divenne il sinonimo del tracollo stesso di un intero sistema
economico, industriale ed agricolo. La crisi del '29 fu dunque, in primo luogo,
un'occasione per ripensare alla struttura economica stessa di un capitalismo
che aveva fatto il suo tempo e che se avesse voluto continuare a vivere,
avrebbe dovuto sottoporsi a una cura da cavallo. L'errore iniziale della Fed fu
continuare a contrarre l'offerta di moneta rifiutandosi di salvare le banche in
difficoltà a causa della corsa agli sportelli. La crisi aveva mostrato i limiti
del sistema. Conseguentemente il Banking Act del 1935 trasformò
il Federal Reserve Board, in Board of Governors, che acquisì un
potere di controllo sulle banche regionali. Venne inoltre istituito
il Federal Open Market Committee (FOMC), il comitato che decide la
politica monetaria e in particolare regolamenta i tassi d'interesse. È una
struttura privata e indipendente dal governo statunitense, con finalità
pubblicistiche e con alcuni aspetti di natura privatistica. La Fed viene
considerata una banca centrale indipendente perché le sue decisioni non sono
ratificate da alcun organo del potere esecutivo o legislativo. Il Federal
System è oggi costituito da una agenzia governativa centrale, il Board of
Governors of the Federal Reserve System, con sede a Washington D.C. e composto
da 7 governatori nominati dal Presidente degli Stati Uniti e da dodici banche
regionali. Sia il Board che le 12 Reserve Bank condividono responsabilità nel
campo della vigilanza sugli intermediari finanziari e le loro attività, nonché
l'offerta di servizi bancari alle istituzioni creditizie ed al governo. Ma è il
FOMC responsabile della definizione delle operazioni di mercato aperto, il
principale strumento della Fed per influenzare i tassi di interesse sui mercati
monetari e finanziari. Quindi per rispondere alla nostra domanda
iniziale, i membri del Board una volta nominati non possono essere rimossi fino
alla scadenza del loro mandato. Come disse un giorno un saggio: “Gli insicuri
camminano modesti a testa bassa, gli spavaldi incedono fieri a testa alta: in
entrambi i casi il rischio di inciampare è elevato.” - (Alex
Ricchebuono)
https://www.we-wealth.com/news/pleasure-assets/monete-francobolli/storia-quando-nata-chi-dirige-federal-reserve
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