Etichette

mercoledì 31 marzo 2021

Speciale: Il menù del mercoledì e buon pranzo! …☺♥ …

 

Non tutti i gatti randagi vanno in paradiso.” Tina Pica

 

 

Linguine Nizzarde

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

450 gr di linguine, 2 pomodori, 1 spicchio d’aglio, un cipollotto, 1 cucchiaio di senape, 200 gr di fagiolini, 2 cucchiai di olive verdi snocciolate, olio, sale e pepe.

 

Togliete la pelle ai pomodori e tagliateli a grossi cubetti. Tritate l’aglio e affettate finemente il cipollotto. Mettete tutti questi ingredienti in una zuppiera e versatevi 6 cucchiai d’olio nel quale avrete sciolto il cucchiaio di senape. Salate e pepate. Lavate i fagiolini, spuntateli tagliateli a metà e fateli cuocere per 25 minuti a vapore. Teneteli al caldo. In una casseruola con abbondante acqua salata, fatevi cuocere al dente le linguine. Scolatele unitevi i fagiolini, le olive snocciolate e versate tutto nella zuppiera coprendo le verdure. Dopo un minuto mescolate energicamente il tutto e servite.

 

  

Piatto della Primavera con Uova Pomodori e Piselli

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

4-6 uova, 500 g di piselli, 400 g di passata di pomodoro, 1 cipolla, origano, alloro, olio extravergine di oliva

 

Affettate fina la cipolla e fatela appassire qualche minuto a fuoco dolcissimo in una padella o un tegame largo. Aggiungete la passata di pomodoro e lasciate cuocere semicoperto a fuoco moderato non più di 10 minuti. Il sugo deve restringersi e insaporirsi, ma deve restare un po’ fluido

Nel frattempo, versate mezzo litro di acqua leggermente salata in un secondo tegame, aggiungete una foglia di alloro, e portate a bollore. Versateci i piselli e lasciateli sobbollire finchè saranno cotti ma ancora ben sodi. Eliminate la foglia di alloro e scolateli.

Calate i piselli nel sugo di pomodoro, aggiungete una presa di origano, mescolate delicatamente e lasciate insaporire un minuto. Quindi con un cucchiaio pareggiate la superficie dei piselli e poi ricavate degli incavi, delle piccole fosse in numero uguale a quello delle uova

Rompete le uova separando le chiare dai tuorli. Versate le chiare nelle fossette fatte sui piselli (una per ogni incavo), mettete il coperchio e fate cuocere a fuoco moderato 3 minuti

Infine aggiungete anche i tuorli, spolverate con un minimo di sale, rimettete il coperchio, spegnete il fuoco e lasciate riposare 5 minuti prima di servire

.

 

 Coppa di Gelato all’Arancia

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

200 gr di zucchero, ½ lt di acqua, 7 arance, 1 limone, ½ lt di panna liquida, gelato alla vaniglia, 1 bicchiere di Cointreau.

In una casseruola con ½ lt d’acqua, unite 200 gr di zucchero e fate bollire per 10 minuti. Fate raffreddare lo sciroppo e aggiungetevi il succo di 3 arance e di 1 limone. Mescolate e unite la buccia grattugiata delle tre arance e ¼ di panna. Mettete il tutto nella gelatiera. Sbucciate 4 arance, tagliatele a fette e lasciatele per 5 minuti in fusione nel liquore, poi foderate con esse una grande coppa di vetro. Montate la panna restante, zuccheratela e coprite le pareti della coppa. Riempite poi col gelato di arancia che avrete tolto 5 minuti prima dal freezer. Guarnite con gelato alla vaniglia.

 

Lo Sapevate Che: Tina Pica: L’inconfondibile voce roca e l piglio un po' burbero l’hanno resa una delle attrici più simpatiche e popolari del cinema italiano tra gli anni Cinquanta e Sessanta


Non tutti i gatti randagi vanno in paradiso.” Tina Pica

 

Gioielli di Napoli

L'attrice italiana Tina Pica, vero nome Concetta, nasce a Napoli vicino al Borgo S. Antonio Abate il 31 marzo del 1884. La sua famiglia è composta interamente da attori: la madre, Clementina Cozzolina, è attrice e il padre Giuseppe Pica, e il famoso capocomico inventore del personaggio di Anselmo Tartaglia. I genitori hanno una piccola Compagnia teatrale itinerante che porta gli spettacoli anche in provincia. Così Tina, ancora bambina, recita con i genitori, solitamente in parti lacrimose e tristi come "La figlia di un condannato" , "La fanciulla di Pompei", "Le due orfanelle".

Già da bambina si distingue per la sua voce cavernosa e il fisico asciutto che la fa somigliare ad un bambino. Grazie proprio a questa particolarità una sera che il padre non sta bene interpreta lei stessa la parte di Anselmo Tartaglia, e in seguito impersona addirittura Amleto in una rivisitazione partenopea del grande dramma shakespeariano. La sua carriera teatrale inizia, dunque, quando ha a appena sette anni.

Negli Anni Venti fonda una sua compagnia con la quale metterà in scena spettacoli come "Il ponte dei sospiri" e "Il fornaretto di Venezia". Nel 1937 partecipa all'esordio cinematografico di Totò con il film "Fermo con le mani". La sua combattività e perseveranza la inducono a gestire lei stessa un teatro, il Teatro Italia, prima affiancata da Agostino Salvietti e poi da sola. Nello stesso tempo Tina Pica scrive opere teatrali che poi mette in scena, e traduce in dialetto napoletano opere altrui come il "San Giovanni decollato" di Nino Martoglio.

La svolta nella sua carriera avviene dopo l'incontro con Eduardo De Filippo, con il quale avrà sempre un rapporto conflittuale, che li vedrà ora collaborare insieme ed ora allontanarsi. Sembra che il ruolo di Concetta in "Natale in Casa Cupiello" sia stato creato da Eduardo proprio pensando a lei. Ed è con questo ruolo che inizia la collaborazione artistica tra i due che la vede partecipare a "Napoli milionaria", "Filumena Marturano", e "Questi fantasmi".

Dopo quest'ultimo lavoro, Tina Pica si allontana da Eduardo fino al 1954 per poi lavorare nuovamente con lui alla messa in scena di "Palommella zompa" e "Miseria e Nobilità". Nel 1955 però si consuma la rottura definitiva tra i due artisti: Tina infatti ha ottenuto un periodo di pausa da Eduardo De Filippo per lavorare al film "Pane, Amore e Fantasia" (1953, di Luigi Comencini) che la farà conoscere al grande pubblico nel ruolo della governante Caramella. La lavorazione del film però prende più tempo del previsto, e al suo ritorno Eduardo la accoglie piuttosto freddamente. Tina decide allora di abbandonarlo e dedicarsi unicamente alla carriera cinematografica.

Esclusa la recitazione, la sua sua unica passione è il gioco: sembra giochi a poker, al lotto, a carte e alla roulette. Si racconta che durante l'udienza concessa dal papa ad Eduardo De Filippo, dopo il grande successo di "Filumena Marturano", sussurri nell'orecchio del grande attore che quello è il momento giusto per chiedere tre numeri vincenti. Da parte di Tina non è, però, affatto irriverenza, anzi l'attrice è talmente religiosa che Eduardo le concede di portare in scena il suo modo di pregare. In "Napoli Milionaria", infatti, recita le orazioni in latino napoletanizzato proprio come fa nella sua vita di tutti i giorni.

Intanto al cinema continua il successo del personaggio di Caramella, e Tina recita al fianco di Vittorio De Sica in "Pane, amore e gelosia" (1954) per il quale vince il Nastro d'Argento come migliore attrice non protagonista e "Pane, amore e..." (1955). Vittorio De Sica la dirige successivamente nel ruolo della dolce nonna di "Ieri, oggi, domani" (1963), e ne "L'oro di Napoli" (1954).

Le vengono anche confezionati addosso alcuni film sulla falsariga dei personaggi di Caramella e di Nonna Sabella, tra questi: "Arriva la zia d'America", "La sceriffa", "La Pica sul pacifico" e "Mia nonna poliziotto". Oltre che con De Sica, collabora con Fernandel, Renato RascelDino Risi, e soprattutto con Totò nei film "Totò e Carolina" (1953, regia di Mario Monicelli) e "Destinazione Piovarolo" (1955, regia di Domenico Paolella).

La vita privata di Tina Pica è funestata da due terribili lutti: il primo marito, Luigi, muore dopo appena sei mesi di matrimonio, così come la loro figlioletta. Dopo molti anni Tina trova la serenità affettiva accanto a Vincenzo Scarano, appuntato di Pubblica Sicurezza. I due rimarranno insieme per circa quaranta anni, uniti anche dalla reciproca passione per il teatro. Scriveranno insieme persino due opere teatrali: "L'onorevole Pipì" e "Giacomino e la suocera".

Tina Pica si spegne a Napoli il 15 agosto del 1968, all'età di 84 anni.

https://biografieonline.it/biografia-tina-pica

Lo Sapevate Che: Carlo Rubbia: Fisico di fama mondale, è una delle personalità più eminenti della scienza contemporanea, premiato dai più prestigiosi atenei internazionali con 28 lauree honoris causa

 

Siamo su un treno che va a trecento chilometri all'ora, non sappiamo dove ci sta portando e, soprattutto, ci siamo accorti che non c'è il macchinista.” Carlo Rubbia

 

L'allenamento del fisico

Carlo Rubbia nasce a Gorizia il 31 marzo 1934, figlio di un ingegnere elettronico e di una insegnante di una scuola elementare. Si iscrive ai test di ammissione alla Normale di Pisa, ma non rientra nel ristretto numero di eletti, quindi si iscrive alla Facoltà di Ingegneria di Milano, ma il destino vuole che riprenda la via per la Scuola di Pisa dopo pochi mesi, grazie ad un posto rimasto vacante.

Presso la facoltà di Fisica toscana, si laurea con una tesi sugli esperimenti compiuti sui raggi cosmici, nel 1957, quindi inizia a collaborare con il suo relatore, il Professor Conversi, realizzando in questo periodo il primo rilevatore di particelle di gas.

Nel 1958 è ospite alla Columbia University, dove approfondisce gli studi sugli acceleratori di particelle.

Carlo Rubbia entra a far parte del CERN nel 1960, presso il quale si occupa di ricerca e sviluppo del Ciclotrone di Nevis sulle particelle elementari,del decadimento e la cattura nucleare dei mesoni. Promuovendo vari esperimenti, nel 1976, modifica un acceleratore SPS, allo scopo di far collidere le particelle protone-antiprotone aumentando l'energia prodotta: crea il collisionatore col quale nel 1983 scopre le particelle che sono responsabili dell'interazione debole, portando alla luce questa innovazione grazie anche al suo team di 100 scienziati, chiamato la UA1 Collaboration.

Nel 1984 riceve il Nobel insieme al suo collega Simon Van der Meer, mentre sta già progettando il LEP, un immenso collisionatore a elettroni e positroni.

Dal 1971 al 1988 insegna Fisica presso l'Harvard University (dove anche Higgins è Professore di Fisica), quindi dirige il CERN di Ginevra dal 1989 al 1993; dal 1994 dirige l'International Center for Theoretical Physics di Trieste; sempre nel capoluogo friulano crea il Laboratorio Luce di Sincrotrone, che utilizza fasci di particelle per esaminare, a livello sub-microscopico, la struttura dei materiali ma anche dei virus e delle proteine.

Nominato Presidente dell'ENEA nel 1999 è stato presidente fino al 2005.

Professore ordinario di Complementi di Fisica Superiore all'Università di Pavia, collabora dal 2006 con il Centro di ricerca sull'energia, l'ambiente e la tecnologia (CIEMAT), organismo spagnolo, per lo sviluppo del "solare termodinamico", alternativo al sistema fotovoltaico.

Alla fine del 2006 rientra a far parte dell'elite scientifica italiana, grazie all'attuazione del suo progetto "Archimede" e viene nominato Consigliere per le energie rinnovabili del Ministro dell'Ambiente.

Sposato con Marisa, professoressa di Fisica al Liceo, ha due figli: Laura, medico, e André, studente in Ingegneria Fisica. Alla fine del mese di agosto 2013 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nomina Rubbia senatore a vita

https://biografieonline.it/biografia-carlo-rubbia

Lo Sapevate Che: René Descartes (Cartesio): Universalmente riconosciuto come il padre della filosofia moderna, il suo metodo d’indagine ha rivoluzionato e diverse forme del sapere, della matematica e della letteratura

 

La lettura dei buoni libri è una sorta di conversazione con gli spiriti migliori dei secoli passati.” Cartesio

 

 

Pensare, quindi essere

René Descartes (conosciuto in Italia con il nome latinizzato di Cartesio) nasce il 31 marzo del 1596 a La Haye in Turenna, terzo figlio di Joachim Descartes, avvocato e consigliere al Parlamento di Bretagna a Rennes e di Jeanne Brochard. La famiglia, che possiede rendite e terre, conta numerosi magistrati, medici e funzionari delle imposte: il padre è insignito del titolo di "escuyer", primo grado della nobiltà. Alla morte della madre per parto, René è affidato alla nonna materna. Di salute delicata, impara a leggere ed a scrivere in casa, sotto la guida di un precettore.

Compie gli studi canonici nel collegio gesuita di La Fléche, dove resterà circa nove anni seguendo i tre corsi regolari di grammatica, retorica e filosofia che comprendevano insegnamenti di logica, dottrine umanistiche, fisica, metafisica e matematica con elementi di teoria musicale. Uscito dal collegio, ubbidendo ai desideri del padre, si reca a Poitiers per studiare diritto. Una volta maggiorenne, decide di entrare come volontario nell'esercito. La sua straordinaria intelligenza, però, lo porta addirittura ad interessarsi di arte delle fortificazioni, noché di prospettiva e di lingua fiamminga.

Incontra Isaac Beeckman, scienziato olandese, che lo incoraggia alla ricerca nel campo delle applicazioni della matematica alla fisica . A Beeckman dedica il "Compendium musicae", dove sono indagati i rapporti matematici che regolano le consonanze, le tonalità, le dissonanze. Nell'Europa agitata dal grande conflitto che sarà ricordato come la Guerra dei Trenta anni, Cartesio compie lunghi viaggi. Dopo la vendita di alcune terre di sua proprietà, si reca in Italia, soggiornando a Venezia, Roma e Firenze, tornando in Francia quando ritiene di aver viaggiato a sufficienza.

Entra in contatto con eminenti studiosi come il matematico Claude Mydorge e il teologo Marin Mersenne. In collaborazione con Midorge si dedica a studi matematici in relazione a problemi di fisica e di ottica. L'artigiano Ferrier intaglia per lui un vetro iperbolico che consente di verificare la convergenza dei raggi luminosi. In "Regulae ad dictionem ingenii", il trattato composto in questi anni, Cartesio imposta per la prima volta il problema dell'analisi della conoscenza. L'incontro con il cardinale Pierre de Bérulle, il maggiore esponente della spiritualità cattolica in Francia, lo stimola ad approfondire la riflessione sulla divinità. La vita a Parigi non gli consente tuttavia la concentrazione necessaria per le sue ricerche, si ritira allora, durante l'inverno del 1628, in campagna, probabilmente in una sua proprietà a Igrandes, nei pressi di Chatellerault.

Dopo una sofferta rottura con Beeckman, forse da attribuirsi al fatto che questi intendeva appropiarsi delle teorie nel "Compendium musicae", Cartesio frequenta i corsi di matematica a Leida. Con lo scienziato Reneri, invece, cui è legato da una profonda amicizia, si applica a studi sui fenomeni fisici che preannunciano gli esperimenti di Torricelli . In questi anni inizia la redazione di "Il Mondo o Trattato della Luce" e la stesura dei due saggi "La Diottrica" (ultimato nel 1634) e "Le Meteore" (terminato nel 1635).

Nel 1633 venuto a conoscenza della condanna da parte del Sant'Uffizio del "Dialogo sopra i due massimi sistemi" di Galilei, fedele al suo temperamento schivo e poco incline a porsi al centro dell'attenzione, rinunzia a proseguire e a pubblicare il trattato "Le monde".

Comincia invece a lavorare al celeberrimo "Discorso sul Metodo", con l'intento di esporre le linee essenziali della sua filosofia e soprattutto con l'idea di farsi capire da tutti "in modo tale che anche coloro che non hanno studiato potranno intenderlo".

Formulando una radicale critica del sapere tradizionale fondato sul principio di autorità (in primo luogo sulla filosofia di Aristotele) e sulla persuasività della tradizione, elabora un nuovo metodo d'indagine che consenta di distinguere il vero dal falso in ogni campo della conoscenza, non meno che nella vita pratica. Tale metodo è da lui ricercato nella matematica, la quale unisce il criterio dell'evidenza intuitiva con il rigore della deduzione. Per via dell'importanza assegnata alla ragione nella fondazione dell'intero sapere, e per il ruolo subordinato assegnato all'esperienza, Cartesio è considerato l'inauguratore del razionalismo nella filosofia moderna.

Cartesio avanza anche l'esigenza di dare una giustificazione del suo metodo, così come di tutte le conoscenze che, nel campo della matematica non meno che nel campo della fisica, potevano essere ottenute attraverso di esso. A questo fine ritiene sia doveroso in primo luogo rimettere in discussione ogni conoscenza comunemente accettata, fino a giungere a un principio ultimo verso il quale il "dubbio" radicale non possa aver presa. Questo modo di procedere teorico, ossia il fatto di avvalersi del dubbio in modo sistematico, potrebbe far apparire la posizione di Cartesio vicina a quella degli scettici, ma da essi si distacca perché il dubbio mantiene, nella sua filosofia, un carattere "metodico", vale a dire non fine a se stesso, ma come un procedimento praticato in vista della ricerca di un fondamento incontrovertibile di tutto il sapere.

Tale fondamento viene identificato nella certezza che l'Io ha di se stesso in quanto pensante. La constatazione apparentemente elementare del filosofo, infatti, è che si può dubitare di tutto, tranne che della propria esistenza: poiché per l'atto stesso del pensare occorre un soggetto pensante. Questa certezza fondamentale viene fissata da Cartesio nella famosa formulazione: "Cogito, ergo sum" ("Penso, dunque sono"). Partendo dal principio che il pensiero possiede in se stesso la garanzia della propria esistenza, conclude che attributo essenziale dell'Io o del soggetto che pensa è il pensiero stesso: "io non sono, dunque, per parlar con precisione, se non una cosa che pensa, e cioè uno spirito, un intelletto o una ragione". Tale conclusione venne ampiamente criticata, nel Seicento, dal filosofo inglese Thomas Hobbes.

Il filosofo francese, invece, prosegue la sua riflessione sostenendo che Dio ha creato due ordini di sostanze: la sostanza pensante ("res cogitans") e la sostanza estesa ("res extensa"). Quest'ultima si identifica con la materia, la cui caratteristica essenziale è quella di occupare una determinata estensione spaziale; mentre la sostanza pensante si conforma alle leggi del pensiero, la sostanza estesa si conforma alle leggi meccaniche della fisica. Nasce da qui il problema di conciliare l'anima, in quanto spirituale e inestesa, con il corpo, in quanto realtà materiale ed estesa. La bipartizione della realtà nelle due sostanze, quella fisica e quella mentale, è nota come "dualismo cartesiano" e ha influenzato straordinariamente la filosofia moderna (ma anche, in ultima analisi, le cosiddette "neuroscienze").

Il testo del "Discorso sul metodo" esce anonimo a Leida ma non suscita grande interesse, tanto che ne vengono venduti un numero davvero esiguo di esemplari. Cartesio si concentra allora sulle applicazioni utili della nuova scienza, con particolare riguardo verso quei fenomeni naturali dei quali è possibile dare una spiegazione logica (ad esempio: studi sulle correnti, sul flusso e riflusso delle acque, ecc).

A Parigi, il gesuita Pierre Bourdin organizza un dibattito pubblico nel quale vengono messe in discussione le tesi filosofiche di Cartesio, in particolare le teorie esposte nella "Diottrica". Informato da Mersenne, rimane molto turbato da questi attacchi. E' per lui un anno doloroso. In settembre, muore all'età di cinque anni la figlia Francine, avuta da una relazione passeggera con una domestica, Elena Janse. Dopo poco muore anche il padre Joachim, e la sorella maggiore Jeanne, cui era molto legato. Inizia in questo anno la stesura dei "Principia philosophiae".

Sul piano culturale, le cose non vanno meglio. La situazione precipita talmente che nel 1642 il senato accademico dell'università di Utrecht vieta l'insegnamento della "nuova filosofia" cartesiana. Nell'infuriare delle polemiche è per Cartesio di conforto l'interesse che per le sue ricerche manifesta la principessa di Boemia, figlia di Federico V, in esilio dopo la sconfitta della Montagna Bianca (1620). Nell'inverno si reca a L'Aja per conoscerla. Tra la fragile e melanconica principessa e il filosofo si stabilisce una forte intesa intellettuale; Cartesio ne ammira lo spirito pronto e riflessivo. A lei dedicherà i "Principia philosophiae".

Ma l'opposizione contro Cartesio continua: a Utrecht escono due libri di Voet e del suo ex allievo, Martijn Schoock, nei quali è accusato di ateismo. Cartesio reagisce con l' "Epistola ad celeberrimum virum D. Gisbertum Voetium".

Anche l'università di Leida condanna sul piano teologico Cartesio, accusato ora di essere "più che pelagiano e blasfemo". Amareggiato da questi voluti fraintendimenti del suo pensiero, parte per la Francia. Dopo un soggiorno in Bretannia e in Turenna, a Parigi incontra Blaise Pascal, fragile e malato, e con lui discute problemi relativi al vuoto, alla pressione dell'aria e alle esperienze condotte da Torricelli. Tornato in Olanda, rielabora alcuni suoi precedenti appunti di ricerche nel campo della fisiologia e inizia la redazione di "Primae cogitationes circa generationem animalium" (pubblicati postumi).

Amareggiato dall'ostilità dell'ambiente accademico olandese, accetta l'invito di recarsi in Svezia rivoltogli dalla regina Cristina. Ai primi di ottobre, dopo una navigazione di circa un mese, è a Stoccolma. La giovane regina, che può dedicare agli studi filosofici le ore in cui è libera dagli affari di stato, impone a Cartesio, da sempre abituato a lunghi riposi mattutini, di trovarsi nella sua biblioteca ogni giorno alle cinque del mattino.

1650. Il 1° febbraio, tornato dal palazzo, Cartesio avverte dei brividi. Colpito da una grave forma polmonare con febbri altissime, muore l' 11 febbraio alle quattro del mattino. Il 20 novembre 1663 le sue opere vengono messe all'indice dalla Congregazione romana. Solo in tempi moderni una ricerca ha appurato che la morte avvenne per avvelenamento da arsenico.

https://biografieonline.it/biografia-rene-descartes

martedì 30 marzo 2021

Speciale: Il menù del martedì e buon pranzo! …☺♥ …


Non c'è blu senza il giallo e senza l'arancione.” Van Gogh

 

 

 

Pasta alla Carrettiera

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

400 gr di pasta corta, gr.200 di pancetta, una cipolla, mezzo bicchiere di olio, 50 gr di burro, un cucchiaio di capperi, qualche foglia di salvia, sale pepe.

 

Fare imbiondire la cipolla tritata nell’olio e burro, aggiungere la pancetta, tagliata a cubetti e qualche foglia di salvia tagliata a striscioline. Lasciate rosolare a fuoco lento, poi unite i capperi, e se necessario sale, pepe. Fate cuocere la pasta, in abbondante acqua, e sale, scolatela e conditela con il sugo preparato.

 


 

Polpettine al sugo di Pomodoro con Insalata mista

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

700 gr di polpa di vitello tritata, 4 limoni, un uovo, un ciuffo di prezzemolo, farina, olio, sale e pepe.

 

Mettete la polpa di vitello in una terrina, unitevi il succo di limone, un pizzico di sale e pepe, il prezzemolo tritato finemente e l’uovo. Mescolate bene e mettete in frigorifero per un’ora. Preparate con il composto 16 polpettine rotonde, appiattendole leggermente. Passatele nella farina e appoggiatele ognun su una fetta di limone che avrete preparato al vivo dalla pelle. Appoggiate le polpettine in una pirofila unta d’olio e cuocetele in forno preriscaldato a 200° per 30 minuti. Servitele calde, accompagnandole con insalata di stagione.

 

 

 

Torta rovesciata all’Ananas

Per 6 persone

 

Ingredienti:

 

120 gr di farina, 30 gr di maizena, 160 gr di zucchero, ½ bicchiere di latte, 2 uova, 100 gr di burro, 1 cucchiaio di lievito per dolci in polvere, 1 scatola di fette di ananas, 60 gr di nocciole tostate tritate grossolanamente.

 

Sgocciolare le fette di ananas dal loro liquido di conservazione e appoggiarle su un piatto coperto con carta assorbente da cucina.

 In una pirofila rotonda che possa andare sul gas e in forno, mettere 60 gr di zucchero e un cucchiaio d’acqua. Metterlo sul gas a fiamma dolce e fare caramellare, mescolando sempre con l’aiuto di un cucchiaio di legno e facendo in modo che il caramello ricopra bene il fondo e le pareti della pirofila.

Lasciare raffreddare e appoggiarvi le fette di ananas sul fondo ricoprendolo tutto. In una ciotola battere i tuorli con lo zucchero rimasto e unire 40 gr di nocciole tritate e il burro fuso.

Montare gli albumi a neve fermissima. Unite la farina mescolata alla fecola e al lievito, piano piano alle uova, ½ bicchiere di latte, mescolando accuratamente. Unire gli albumi montati amalgamando il tutto con delicatezza.

Versare il composto nella pirofila. Fare cuocere in forno a 180° per 35 minuti. Lasciare raffreddare nella pirofila e capovolgere su un piatto di portata, aiutandovi se necessario, a staccare la torta dalle pareti con la lama di un coltello.

Aggiungere sulla superficie le nocciole tritate rimaste.

Lo Sapevate Che: Vincent van Gogh: Inarrivabile esempio di genio artistico folle e incompreso, con capolavori insuperabili quali Campo di grano con volo di corvi e Notte stellata diede inizio all’arte moderna

 

Non c'è blu senza il giallo e senza l'arancione.” Van Gogh

 

In campo aperto

Vincent Willem van Gogh nasce il 30 marzo 1853 a Groot Zundert (Olanda) ed ebbe, a causa della sua estrema sensibilità di artista, una vita molto tormentata.

Figlio di un pastore protestante, mentre ancora vive a Zundert, Vincent esegue i suoi primi disegni. Inizia invece le scuole a Zevenbergen. Impara il Francese, l'Inglese, il Tedesco e per la prima volta inizia a dipingere.

Terminati gli studi, va a lavorare come impiegato nella succursale della casa d'arte parigina Goupil e Cie, successivamente nelle sedi dell'Aja (dove compie frequenti visite ai musei locali), di Londra e di Parigi. Nel maggio del 1875 viene definitivamente trasferito a Parigi.

Vincent van Gogh e il viaggio in Francia

Il trasferimento nella città francese, dove già risiede il fratello Theo, segna l'inizio del periodo appunto francese, interrotto solo da un breve viaggio ad Anversa alla fine dello stesso anno. Molto del suo tempo lo spende assieme al fratello e i due, da quel momento, iniziano una corrispondenza che durerà tutta la vita e che rappresenta ancora oggi il mezzo migliore per studiare le opinioni, i sentimenti e lo stato d'animo di Vincent.

L'Impressionismo

Durante il soggiorno parigino l'artista scopre la pittura impressionista e approfondisce l'interesse per l'arte e le stampe giapponesi. Ne sono un esempio due delle tre versioni del ritratto di père Tanguy.

Conosce molti pittori tra cui Toulouse Lautrec e Paul Gauguin che apprezza particolarmente. La loro sarà una relazione assai turbolenta, con esiti anche drammatici, come testimonia il famoso episodio del taglio dell'orecchio (si suppone infatti che Vincent abbia assalito Gauguin con un rasoio. Fallito l'attacco, in preda ad una crisi di nervi, si taglia il lobo dell'orecchio sinistro).

La religione

Intanto, il rendimento di Vincent alla Goupil & Cie si deteriora mentre, allo stesso tempo, la sua dedizione agli studi biblici raggiunge un livello ossessivo. Dopo essersi dimesso da Goupil al principio della primavera, si reca a Ramsgate, in Inghilterra, dove viene assunto in un piccolo collegio. Più avanti nel corso dell'anno Vincent assume un nuovo incarico quale insegnante e coadiutore presso il Reverendo T. Slade Jones, un pastore Metodista. Il 29 ottobre Vincent Van Gogh pronuncia il suo primo sermone domenicale. Man mano che il fervore religioso di Vincent aumenta, il suo stato di salute fisico e mentale volge al peggio.

Pittore della povertà

Il 1880 è un punto di svolta nella vita di Van Gogh. Abbandona i suoi propositi religiosi e si dedica esclusivamente a dipingere poveri minatori e tessitori. Theo inizia ad appoggiarlo finanziariamente, una situazione che si protrarrà fino alla fine della vita di Vincent. Più tardi nel corso dell'anno, intraprende studi formali di anatomia e prospettiva all'Accademia di Bruxelles.

La salute precaria di Vincent van Gogh

Incontra Clasina Maria Hoornik (detta "Sien"), una prostituta gravata fra l'altro dal mantenimento di una figlia di cinque anni ed incinta di un altro figlio. Mentre continua i suoi studi e dipinge in compagnia di alcune nuove conoscenze, il suo stato di salute va nuovamente deteriorandosi, tanto da dover essere ricoverato in ospedale per gonorrea. Una volta dimesso, inzia alcune sperimentazioni pittoriche e, dopo più di un anno trascorso insieme, pone termine alla sua relazione con Sien. Più tardi nel corso dell'anno, Vincent si trasferisce a Nuenen dai suoi genitori, mette in piedi un piccolo studio per lavorare e continua a fare affidamento sul sostegno di Theo Van Gogh.

Alcuni esperimenti

Estende i suoi esperimenti fino ad includere una maggiore varietà di colori e sviluppa un grandissimo interesse per le incisioni su legno giapponesi. Tenta di intraprendere una qualche formazione artistica alla Ecole des Beaux-Arts, ma respinge molti dei principi che gli vengono insegnati. Desiderando continuare con qualche tipo di educazione artistica formale, sottopone qualcuno dei suoi lavori all'Accademia di Anversa, dove viene posto in una classe per principianti. Come ci si aspetterebbe, Vincent non si trova a suo agio all'Accademia ed abbandona.

La provenza e le grandi opere

Intanto, sopravviene il 1888, un anno fondamentale nella vita di Vincent Van Gogh. Lascia Parigi in febbraio e si trasferisce ad Arles, nel Sud. All'inizio, il cattivo tempo invernale gli impedisce di lavorare, ma una volta arrivata la primavera inizia a dipingere i paesaggi in fiore della Provenza. Si trasferisce infine nella "Casa Gialla", una dimora che ha preso in affitto dove spera di stabilire una comunità di artisti. E' il momento in cui riesce a dipingere alcune delle sue opere migliori ma anche il momento delle sue già accennate violente tensioni con Gauguin.

La salute mentale

Durante la prima parte dell'anno, lo stato di salute mentale di Vincent oscilla paurosamente. A volte è completamente calmo e lucido; altre volte, soffre di allucinazioni e fissazioni. Continua sporadicamente a lavorare nella sua "Casa Gialla", ma la frequenza crescente degli attacchi lo induce, con l'aiuto di Theo, a farsi ricoverare presso l'ospedale psichiatrico di Saint Paul-de-Mausole a Saint-Rémy-de-Provence.

Per ironia della sorte, mentre lo stato mentale di salute di Vincent continua a peggiorare nel corso dell'anno, la sua opera inizia infine a ricevere riconoscimenti presso la comunità artistica. I suoi dipinti "Notte stellata sul Rodano" e "Iris" sono in mostra al Salon des Indépendants in settembre, e in novembre viene invitato ad esibire sei dei suoi lavori da Octave Maus (1856-1919), segretario del gruppo di artisti Belgi "Les XX".

La morte di van Gogh

Dopo una serie incredibile di alti e bassi, sia fisici che emotivi e mentali, e dopo aver prodotto con incredibile energia una serie sconvolgente di capolavoriVan Gogh muore nelle prime ore del 29 luglio 1890, sparandosi in un campo nei pressi di Auverse.

Il funerale ha luogo il giorno dopo, e la sua bara è ricoperta di dozzine di girasoli, i fiori che amava così tanto.

Opere significative di Vincent van Gogh

Di seguito proponiamo un nutrito elenco di articoli di approfondimento che analizzano e raccontano i dettagli di alcuni quadri famosi di van Gogh.

Ragazza in bianco in un bosco (1882)

I mangiatori di patate (1885)

Natura morta con Bibbia (1885)

Fritillaria imperiale in un vaso di rame (1887)

Ritratto di père Tanguy (1887)

L'italiana (1887)

Restaurant de la Sirène ad Asnières (1887)

Sala da ballo ad Arles (1888)

Autoritratto con capello di feltro (1888)

La sedia di Gauguin (1888)

Notte stellata sul Rodano (1888)

Il ponte di Langlois (1888)

Les Alyscamps - Campi elisi (1888, quattro versioni)

Ritratto di Eugène Boch (1888)

Il caffè di notte (1888)

I girasoli (1888-1889)

L'Arlesiana (1888 e 1890)

Notte stellata (1889)

La stanza di Van Gogh ad Arles (1889)

Autoritratto (1889)

Gli Ulivi (1889)

La meridiana (1889-1890)

La ronda dei carcerati (1890)

La chiesa di Auvers (1890)

Campo di grano con volo di corvi (1890)

Casolari con tetti di paglia a Cordeville (1890)

Ritratto del dottor Paul Gachet

https://biografieonline.it/biografia-van-gogh