Pompei in particolare
racchiude sotto un unico nome due città diverse tra loro. La Pompei antica,
nata nel IX secolo a.C., è stata completamente sepolta dall’eruzione del
Vesuvio nell’agosto del 79 d.C. Riportata alla luce nel 1748, è stata inserita
nell’albo dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997
insieme a Ercolano e Oplontis. La nuova Pompei invece, nata nel 1928 grazie
all’Avvocato Beato Bartolo Longo, è la parte più moderna della città in cui
l’influenza della religione cristiana si riflette in innumerevoli espressioni
artistiche.
L’eruzione del Vesuvio
nel 79 d.C. è stata al centro di diverse opere artistiche e letterarie. Uno dei
più celebri dipinti ispirati all’eruzione è Gli ultimi giorni di Pompei, dipinto tra il 1827 e 1833 del
pittore russo Karl Pavlovic Brjullov e ispirato a sua volta dall’omonima opera
di Giovanni Pacini.
Gli Scavi archeologici
di Pompei ed Ercolano
Famosi a livello internazionale, gli scavi di Pompei e di Ercolano sono gli
unici siti archeologici al mondo in grado di restituire al visitatore una
chiara descrizione di un centro abitato romano. L’intero sito archeologico deve
il suo eccezionale stato di conservazione alle modalità con cui è stato
sepolto. Tonnellate di ceneri, pomici e lapilli l’hanno ricoperto sotto uno
strato di oltre 6 metri preservandolo dal deperimento causato dal tempo. Gli scavi
hanno portato alla luce una città cristallizzata nel tempo o meglio, fissata
per sempre come in un’istantanea fotografica, ad una lontana mattina del 79
d.C.
La maggior parte dei
reperti ritrovati include affreschi, mosaici, statue e suppellettili di vario
genere che oggi sono conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di
Napoli. I ritrovamenti hanno permesso di comprendere meglio le abitudini
alimentari, i costumi e le tradizioni di oltre duemila anni fa.
Gli scavi di Pompei
sono oggi il secondo sito italiano per numero di visitatori con un’affluenza di
circa due milioni di persone l’anno.
L’Anfiteatro
L’anfiteatro
rappresenta una struttura unica nel suo genere nonché’ uno dei più antichi
anfiteatri al mondo. Costruito intorno al 70 a.C. da Gaio Quinzio Valgo e Marco
Porci , veniva utilizzato esclusivamente per giochi circensi e combattimenti
tra i gladiatori. Per questo motivo si decise di costruirlo nella zona sud-est
dell’antica Pompei, in modo da non intralciare la vita quotidiana della città
considerando il gran numero di persone che prendeva parte agli spettacoli.
Guardando
dall’esterno, la parte inferiore dell’anfiteatro è formata da archi ciechi in
pietra, dove i mercanti, durante gli spettacoli, erano soliti vendere la loro
mercanzia. L’accesso all’anfiteatro avveniva tramite una galleria che collegava
i quattro diversi ingressi con l’interno, solo due dei quali però davano
direttamente sull’arena. L’intera circonferenza dell’anfiteatro è delimitata da
un parapetto alto circa due metri, un tempo decorato con affreschi, oggi andati
perduti, che raffiguravano duelli tra gladiatori.
Il Foro Triangolare
Incastonato tra il
mare e il fiume, il Foro faceva parte di un’area più ampia che includeva la
zona dei teatri e dei templi. La struttura costituita da un porticato di
novanta colonne doriche, era il cuore della città e il centro politico,
economico e religioso nel quale si svolgevano dibattiti, manifestazioni e
contrattazioni commerciali.
Le Ville Vesuviane de
“Il Miglio d’Oro”
Le Ville Vesuviane
sono un complesso di circa 123 dimore del XVIII secolo, per lo più situate
sull’attuale Corso Resina, parte dell’antica via delle Calabria. Il tratto in
questione è denominato il “Miglio d’oro” in virtu’ della presenza di questo
patrimonio artistico unico nel suo genere. Ercolano in particolare, possiede
alcuni degli esempi più belli di ville settecentesche tra cui Villa Campolieto,
Villa Favorita, Villa Durante, Villa Aprile, Villa Signorini e molte altre.
La Villa dei Papiri
La Villa dei Papiri,
dalla quale fu recuperato un favoloso tesoro di sculture, è una villa sontuosa
e molto ampia. Si estende infatti, per più di 250 metri parallelamente alla
linea del litorale. Per l’inconsueto gusto artistico e letterario scelto del
proprietario, era di per sé un vero e proprio museo d’arte. Il famoso filosofo
epicureo, Filodemo, la scelse come una biblioteca per i propri scritti proprio
per la sua stravagante bellezza.
Le Necropoli di Pompei
Nel rispetto della
legge romana che imponeva la costruzione dei cimiteri all’esterno delle mura
della città, le Necropoli di Pompei sorgono in prossimità della porta
d’ingresso della città antica. Fino ad oggi, sono state esplorate sei
differenti necropoli, alcune di piccole dimensioni, altre, come quella di Porta
Ercolano, di Porta Nocera e del Fondo Pacifico contenenti un maggior numero di
tombe.
Il Parco Nazionale del
Vesuvio
Nato nel 1995, il
Parco si sviluppa tutt’attorno al vulcano Vesuvio. Il territorio, ricco di
bellezze storiche e naturalistiche, vanta una produzione agricola unica per
varietà e originalità di sapori. Il Parco è stato istituito al fine di
salvaguardare i valori del territorio, di applicare metodi idonei a realizzare
una corretta integrazione tra uomo e ambiente, di promuovere attività di
educazione ambientale e di ricerca scientifica.
La cucina
Le olive nere in
agrodolce, di solito servite come antipasto nei ristoranti pompeiani, hanno un
sapore molto particolare in quanto al gusto salato delle olive nere si accosta
il sapore dolce della salsa che lo accompagna. Questo piatto della Pompei
romana era usato prevalentemente come sistema di conservazione delle olive
durante il periodo invernale.
È un piatto molto
raffinato, ottimo per le grandi occasioni e molto amato dai pompeani. Il
segreto di questa ricetta un particolare procedimento di cottura in modo tale
da far rimanere i polpi teneri anche dopo la cottura. L’accostamento con le
mandorle tostate infine, regala un sapore unico e particolare.
Testimonianza storica
del famoso gastronomo romano Apicio, il pane adipatus è considerato l’antenato del Tortano napoletano. Prodotto tipico
della cucina pompeiana, è oggi possibile assaggiarlo solo in pochi locali
specializzati nella produzione. Il pane adipatus, fatto con impasto di farina bianca, strutto e
maiale, assume una forma di pagnotta circolare sulla quale sono tracciate
alcune linee incrociate tra loro.