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domenica 3 marzo 2013

Lo Sapevate Che: Una Beffa....

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I forestali che lo tenevano d’occhio un giorno sentirono il verso del cuculo nella stanza. Con nuovo mandato di perquisizione bussarono in tre alla porta di Gelmo, sequestrarono il cuculo abusivo e multarono l’uomo un’altra volta. Con l’avvertimento che, alla prossima, la cifra sarebbe stata molto più seria. A quei tempi tali infrazioni venivano sanzionate con multe, oggi contemplano processo penale e rimborsi da capogiro. Per fortuna non ispezionarono la stalla, dove almeno venti uccellini crescevano a tarme, uova di formiche e pastone.
Guglielmo Canton meditò la vendetta.
Passò un altro anno, tornò un’altra primavera e ricominciarono a cantare i cuculi. E uno cantò di nuovo nella stanzetta di Guglielmo Canton. L’irriducibile bracconiere non voleva arrendersi alla legge. Ora sfidava spudoratamente forestali e guardiacaccia con un altro prigioniero. Non ci misero molto a scoprirlo. La gente parla. Anzi canta, come gli uccelli. Meno ancora impiegarono a presentarsi con l’ennesimo mandato.
Erano quattro, due forestali e due guardiacaccia.
“Stavolta sei nei guai visto che vuoi fare il furbo” disse uno.
“Apri la porta della camera dove tieni il cuculo” ordinò un altro.
Intanto, come per attirare l’attenzione, il volatile cantava a squarciagola: cucù-cucù. Gelmo finse reticenza a cedere ma, alla fine, dovette aprire. I tutori si precipitarono all’interno. Il cuculo era lì che esprimeva le sue doti a piena voce, abbrancato a un trespolo. Solo che non era un cuculo ma una gracula religiosa detta anche merlo indiano, di quelli scuri col becco giallo, che ammaestrati a dovere, riescono persino a pronunciare parole. Gelmo l’aveva comprato piccino dal negoziante  Pipolo di Maniago,  subito dopo il sequestro di quello vero. Mediante un registratore con incisa la voce dei cuculi, aveva bombardato per mesi il merlo indiano finché non aveva imparato perfettamente a cantare come loro. Ma non bastava, Gelmo esibì strafottente un pezzo di carta: il certificato di regolare detenzione del pennuto extracomunitario. Quella volta, forestali e guardiacaccia dovettero far fagotto con le pive nel sacco. Il merlo indiano, strafottente come il padrone, li salutava con irridenti cucù-cucù-cucù. Gelmo Canton chiuse la porta soddisfatto.
Mauro Corona – Venti racconti allegri e uni triste

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