L’Esempio Di Giordano Bruno, Eroe Inattuale Della Libertà
L’editore Fazi nella sua illuminata collana Campo dei Fiori manda in Libreria la biografia di Giordano Bruno dello studioso francese Bertrand Levergeois. Gli studi bruniani in Italia sono notevoli, personalmente
Ricordo la storia del suo processo scritta dall’indimenticabile Luigi Firpo e uscita una ventina d’anni fa (Salerno editore). Di poco posteriore è questa di Levergeois, che uscì in Francia nel 1995 e ora viene proposta in italiano.
Una frase dà la chiave con cui l’autore osserva il personaggio: “Né moderno né arcaico, Bruno è inattuale”. E’ una buona chiave di lettura: come Socrate o come Nietzsche, il filosofo nolano fu davvero estraneo al suo tempo e quella sua ostinata estraneità pagò con una morte atroce, bruciato vivo in Campo de’Fiori per ordine del cardinale Bellarmino che orientava politicamente il tribunale dell’Inquisizione. E inattuale Bruno fu nel suo instancabile peregrinare attraverso l’Europa tentando di “liberare la filosofia dalla sua impotenza”, il che, nel pieno della Controriforma e con le guerre di religione che avevano insanguinato l’Europa per quasi un secolo, voleva dire in particolare liberare la filosofia dai vincoli imposti dalle Scritture, ridare al pensiero aria e statura. La sua ricerca di una cattedra da dove poter insegnare liberamente non ebbe successo, lui stesso si definiva ironicamente “accademico di nulla accademia”; scomunicato da
Calvinisti e luterani oltre che dai cattolici, avrebbe girato invano l’Europa, Ginevra, Tolosa, Londra, Helmstedt e infine Venezia, dove ebbe inizio, per il futile risentimento di un piccolo nobile, la sua rovina. Bruno venne dapprima processato a Venezia; da Roma però Bellarmino giudicò interessante il caso di quell’irrequieto domenicano, la cui punizione avrebbe potuto servire da deterrente contro la devastante frattura luterana. Venne accusato di stregoneria, blasfemia, d’aver rinnegato la dottrina di Santa Romana Chiesa.
Al contrario di Galileo, che una trentina d’anni dopo abiurerà per aver salva la vita, Bruno non rinnega. Solo, senza protettori, dopo aver patito anni di carcere e di torture, continua a sostenere le proprie idee e accoglie la condanna a morte con le celebri parole: “Forse con più timore pronunciate voi la sentenza contro di me, di quanto ne provi io nell’accoglierla”.
Corrado Augias – Venerdì di Repubblica 8-3-13
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