Più Colti e Pure Più Sexy.
Per I Quarantenni E’ L’Ora Della Rivincita
Il biologo David Bainbridge ha scritto un libro sui favolosi “Anta”
Per spiegare perché quella di mezzo è l’età migliore della vita.
La crisi? Solo una falsità
Mentre il primo numero di Glam Beleza Latina è dedicato agli splendenti 43 anni di Jennifer Lopez, Raoul Bova torna al cinema con Buongiorno papà, recitando il solito ruolo del quarantenne che tenta di restare ragazzo. Gli “anta” sembrano non essere mai stati tanto radiosi. Almeno sui media.
Nella realtà invece ci sono quarantenni che entrano nel panico quando scorgono i riflessi bianchi tra i capelli e che si sfiancano di lavoro per tenere il passo dei colleghi più giovani. Mentre in testa ronzano troppe domande “Ho fatto tutto quello che potevo fare?”, “A che punto della mia realizzazione sono arrivato?”. Oppure, più sinteticamente: “E’ tutto qui?”. Ma non bisogna disperare spiega il biologo e zoologo inglese David Bainbridge nel suo Favolosi “Anta”. Perché la vita comincia a quarant’anni (De Agostini pp. 310, euro 14,90). Lo scienziato che ha scritto il libro a quarantadue anni, poco dopo aver fatto una cosa che non aveva mai osato prima, ossia comprare un’auto supersportiva per tentare di esorcizzare la vecchiaia che avanza, si è chiesto in che cosa consiste davvero la fase centrale della vita e a che cosa serva.
“Sono diventato biologicamente inutile? Ho migliorato la mia condizione sociale rispetto a quando ero bambino? E’ troppo tardi per avere figli?” sono le domande che Bainbridge affronta con un approccio basato sulla scienza dell’evoluzione. Trovando una risposta rinfrancante: la mezza età è in realtà il picco dell’evoluzione umana, il momento in cui il nostro ruolo passa dalla procreazione e dal nutrimento all’approvvigionamento di risorse per noi e per gli altri e alla trasmissione della cultura. Nonché il picco cognitivo della specie più intelligente dell’universo. E le capacità amatorie non sono al tramonto. Spiega Bainbridge: è vero che negli uomini il livello di testosterone tende a diminuire, però questo spesso aumenta la durata degli incontri amorosi.
La temuta crisi di mezza età, poi, è soprattutto un mito: soltanto un uomo su dieci si trova in uno stato di scompenso emotivo dovuto più a fattori esterni (delusioni amorose o di lavoro) che a problemi collegati all’età. L’ansia e la depressione, per esempio, colpiscono i quarantenni con minore frequenza rispetto ad altri periodi della vita. Inoltre, spiega Bainbridge, l’arco tra i 40 e i 60 anni è l’apice delle capacitò intellettive, almeno di quelle misurabili in test di comprensione verbale, di matematica, di logica. La ragione? Potrebbero averla trovata i neuroscienziati: tra i 40 e i 60 anni nel cervello aumenta la materia bianca, utile a connettere tra loro le aree cerebrali più specializzate. Non sarà qualche capello grigio di troppo, quindi, a mandare in crisi i quarantenni.
Giuliano Aluffi – Venerdì di Repubblica – 15-3-13
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