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giovedì 14 marzo 2013

Lo Sapevate Che: Vi Insegno a Fare la Dieta...

Vi Insegno a Fare  La Dieta Zona
In Un Fast Food

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Siamo a Palm City ed è questa cittadina costiera a nord di Miami che Barry Sears per sei mesi all’anno porta avanti le sue ricerche su The Zone Living e dove viene a concentrarsi quando deve scrivere i suoi libri di diete. Ne ha scritti una dozzina tradotti in 22 lingue. Il 12 marzo uscirà in Italia La zona del futuro, il secondo libro che Sears completa con la dietologa Daniela Morandi, con la quale ha già realizzato Il bello della Zona, pubblicato come l’ultimo da Sperling & Kupfer.
“Mi occupo di dieta nel senso letterale della parola greca”, spiega Sears mettendo in chiaro che con quel termine indica uno stato di benessere complessivo, non una tabella di marcia di quanto e come ci si deve nutrire per perdere peso. “Ci sono grassi sani e grassi malati, dunque il benessere non dipende necessariamente dalla circonferenza della cintura, ma dal rapporto ottimale fra regime alimentare e geni.
Regime alimentare e genetica. Parole grosse da tirar fuori mentre siamo seduti da Ruby Tuesday, una catena di ristoranti poco meglio di McDonal’s…
“Io riesco a mangiare sano anche da McDonald’s”.
Non è possibile. Sono proprio le catene fast food a rendere l’America obesa.
“Loro danno agli americani esattamente quello che il pubblico richiede: cibo ad alto contenuto calorico a un prezzo estremamente abbordabile. Rispondono a una legge economica ineccepibile: se per lo stesso prezzo si può comprare un piccolo quantitativo di verdura o pesce fresco oppure hamburger, qual è il prodotto ragionevole da comprare? La risposta è evidente”.
Stento a credere che lei possa difendere il junk food…
“ E’ questo l’errore: pensare che sia quello a trasformare l’America e il resto del mondo in un esercito di obesi. Quando io mangio in un fast food riesco a seguire il modello della Zona, che prevede una formula molto semplice: 30 per cento proteine, 40 per cento carboidrati e 30 per cento grassi”.
Come se fosse facile sapere all’istante quel che si ha nel piatto…
 “ E’ il motivo per cui la Zona ricorre a un sistema che ha bisogno di due strumenti soli, a disposizione di chiunque: la mano e gli occhi. La porzione di proteine – carne, pollo o pesce – deve essere equivalente al palmo della mano. Gli occhi servono per capire il resto di quello che sta sul piatto. Se ha colore va bene, se è bianco non va bene. Pasta, riso, pane e patate sono carboidrati bianchi che non fanno bene perché ricchi di acidi grassi omega 6. Verdure e frutta sono ricche di acidi grassi omega 3 che fanno bene”.
Insomma, che cosa ordina?
“ Una grande porzione d’insalata e un panino di pollo grigliato, che normalmente vendono dentro la pagnotta come fosse un hamburger. Tolgo il pane e lo divido in quattro parti. Mangio solamente una quarta parte, con pollo e insalata condita con un po’ d’olio d’oliva. Ecco le proporzioni alimentari de La Zona. Anche in una catena del fast food dunque riesco a creare l’equilibrio anti-infiammatorio di cui parlo da vent’anni, da quando ho scoperto che l’ingrassamento dipende da un infiammazione cellulare provocata da quantitativi eccessivi di grassi omega 6 e una diminuzione nel consumo di acidi grassi omega 3 e dei polifenoli contenuti in frutta e verdura”.
Tocca a me ordinare, e mi sento in imbarazzo. Fossimo in Italia incomincerei con un bicchiere di vino. Invece in posto come questo va molto il tè freddo.
“ Il tè freddo senza zucchero è una scelta ottima, ma il vino andrebbe benissimo, purché sia rosso. Due bicchieri al giorno contribuiscono al quantitativo di carboidrati necessario, ma per controbilanciare bisogna aumentare il quantitativo di frutta e verdura ingerite in un giorno. Alla base de la Zona non c’è il principio di privarsi del piacere a tavola. Piuttosto si guarda all’equilibrio fra i gruppi essenziali, che devono essere presenti nell’alimentazione in quantitativi che restano all’interno di una zona terapeutica”.
Torno al menu: trancio di salmone e insalata. E’ una buona scelta?
“Il salmone va bene. Più ricco di proteine che non il pesce bianco anche se poi bisogna tenere conto che il salmone d’allevamento contiene mercurio. L’insalata invece conta poco. E’ acqua. Ci vuole verdura con valore nutritivo. Anche in un posto poco raffinato come questo ci sono contorni nutrienti. Prenda un piatto d’asparagi e uno di fagiolini. Ecco l’equilibrio de la Zona, un terzo e due terzi”.
Perché pare così difficile rimanere ligi a proporzioni sane nel piatto?
Dipende dai geni che abbiamo ereditato quando eravamo ancora nell’utero. Quello che mangiava nostra madre durante la seconda metà della gestazione ha determinato come mangiamo noi. La tendenza all’obesità, al diabete o alle cardiopatie si forma già allora. Si impiega pochissimo a creare queste impronte epigenetiche, ma una volta create per eliminarle ci vogliono fino a tre generazioni.
E’ per questo che ci sono così tanti obesi in America?
“ Non illudiamoci. Ci sono anche in Italia: Dieci anni fa gli italiani mi guardavano con sufficienza quando mi permettevo di dire che si stavano creando squilibri nutrizionali. L’Italia e l’Europa in generale è circa cinque anni indietro rispetto all’America.
Purtroppo nell’era della globalizzazione quello che avviene negli Stati Uniti è destinato ad arrivare in Europa nel giro di qualche anno. In Italia il numero di bambini obesi sta crescendo più velocemente che in qualsiasi altro paese europeo”.
Eppure noi abbiamo la dieta mediterranea…
“ Rispetto moltissimo la dieta mediterranea, tanto che è un punto di riferimento per la Zona. Ma un’importante differenza sta nei carboidrati bianchi. Sembra una cosa da poco, ma in realtà provocano una sostanziale infiammazione ormonale, che porta all’ingrassamento. Inoltre gli olii vegetali sono così economici che ormai sono dappertutto. Olio di soia, mais, girasole. La combinazione di grassi saturi e carboidrati bianchi ha un effetto esplosivo. E’ come versare cherosene su un fuoco”.
Per questo che i suoi libri hanno così successo in Italia?
Al di fuori degli  Stati Uniti, è il paese dove la Zona ha maggior successo. Il mio unico metro di valutazione sono le vendite. Un milione di libri in Italia. E’  un numero altissimo, se si pensa che complessivamente in America ne abbiamo venduti sei milioni. Negli Usa si fa più fatica a portare avanti l’approccio dietetico de la Zona perché gli americani odiano frutta e verdura”.
E amano invece…
“Lo zucchero. Questo è un carboidrato che è diventato la cocaina del Diciottesimo secolo, con proprietà altamente additive come la cocaina. Un eccesso di zucchero nel sangue ha un impatto sulla produzione naturale di insulina che manda al cervello l’impulso della fame. La Zona crea un equilibrio che tiene sotto controllo gli impulsi del piacere che arrivano al sistema limbico cerebrale”.
Ma secondo lei tutti hanno bisogno di stare a dieta, o solo le persone sovrappeso?
“Se torniamo alla definizione greca della dieta, il benessere è una cosa di cui tutti hanno bisogno. La Zona dà più energia, chiarezza mentale e capacità di maggior concentrazione in altre parole, permette al corpo umano di funzionare in modo più efficiente”.
Posso concludere il pasto con un caffè?
Faccia pure. Io prendo invece un tè verde, che promuove l’ossidazione dei grassi.
Andrea Visconti – Donna di Repubblica – 9-3-13

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