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venerdì 15 marzo 2013

Lo Sapevate Che: Uno Yogurt che sta per...


Si Sente Uno Yogurt Che Sta Per Scadere
Ma Un Figlio Non Può Colmare Ogni Vuoto

Ho 44 anni, un lavoro di responsabilità, interessante ma che oggi quasi odio, perché ha un po’ sciupato la mia vita. Improvvisamente, nonostante sia ritenuta brava e capace, mi è stato tolto il ruolo che avevo. Ho versato molte lacrime perché è stato uno schiaffo inaspettato e inspiegato. Ma forse ho versato molte lacrime perché quello schiaffo mi ha fatto improvvisamente rendere conto di quanto sia vuota la mia vita. Sul lavoro ora va meglio, ma vedo quella che sono: una donna sola, senza marito né figli.
Anche dagli uomini ho ricevuto calci in bocca, eppure non sono né brutta né stupida. Calci da quello che è stato il mio grande amore, da lui ho ricevuto corna su corna. Poi ho incontrato degli altri uomini di nessun valore. Finalmente un grande amore, un uomo sposato che mi ha fatto credere di nuovo non solo nell’amore, ma anche nella vita, nonostante fosse impegnato: Forse mi illudo ancora una volta, ma penso che sia una bella persona e continuo a pensare che sia così, anche se ormai son convinta che sia un amore senza futuro. Penso che non ami sua moglie, ma come lei sa, gli uomini sposati non lasciano mai o quasi mai le mogli. E così mi ritrovo sola, dopo aver sempre dato e pensato così poco a me, ma
0me la posso prendere solo con me stessa.
Avrei potuto dire più spesso “no”, sul lavoro ma anche nella vita privata. Non avrei dovuto aspettare tanto prima di buttare fuori casa un uomo che con i suoi tradimenti mi ha succhiato l’anima. Anche con quest’uomo sposato ho messo i suoi bisogni davanti ai miei, visto che ha un figlio. E così la mia vita mi è sfuggita di mano. Di notte, adesso, spesso mi sveglio e penso a quel figlio che forse non avrò mai. Mi sento come uno yogurt che sta per scadere, vorrei avere la forza di andare in Spagna a fare un figlio da sola, come fanno tante donne, ma mi manca il coraggio. Ho sempre pensato che i figli dovessero essere il frutto di un amore, ma eccomi qui vittima delle cose in cui ho sempre creduto e che mi hanno fatto sciupare la mia vita. E ora, beffa delle beffe, mi sento anche in colpa per averla sciupata e non aver capito che il tempo passava.
Lettere senza firma

Conosco tante donne, anche note, che hanno fatto un figlio senza un partner, e sono molto contente. Però, lei mi perdonerà, io non credo che sia giusto volere un figlio per riempire la propria solitudine, e questo mi sembra il suo caso. Lei si sente come “uno jogurt che sta per scadere”, cioè in quell’età che sembra al limite della possibilità di generare. Oggi non è più così, lei sa che diventano madri anche donne ultracinquantenni.
Ma non si può dare a un bambino la responsabilità di sostituire l’amore di un uomo, di cancellare delusioni, di rappresentare tutti gli amori che mancano. Mi perdoni una domanda indiscreta: perché non ha fatto un figlio con uno degli uomini che ha amato e che l’hanno amata?
Con quest’ultimo, sposato, che non ho capito se le è ancora vicino o no? Certo sarebbe stato un atto di violenza verso una persona forse contraria a questa paternità, ma anche di coraggio, se lei era disposta a non pretenderne la condivisione. In ogni caso, pensare al passato, a ciò che non è stato, non serve a nulla: si agisce come in quel momento pare giusto, e in questo senso non si sbaglia mai. Lei è una donna sola, in questo momento, non è detto domani: ma in ogni caso si ricordi che essere in due, se si è infelici, è tanto più pesante da sopportare.
Natalia Aspesi – Venerdì di Repubblica – 8-3-13

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