Aspettando Il Papa Nero Sul Soglio Di Pietro
E così, il Papa si è dimesso. Fra una settimana il trono dell’apostolo sarà vacante.
Il mondo s’interroga sul successore, gli esperti strologano su Internet, in Curia cardinali e monsignori hanno avviato da giorni discreti conciliaboli. Ma certo, la parola Curia non ha più il significato che ebbe, perché dopo la prima delle grandi riforme volute dal pontefice essa è così ridotta di numero, in così gran quota composta da laici, da donne, da chierici che si avvicendano a rotazione da ogni parte del mondo, da somigliare piuttosto ad un campus universitario che all’ambiente segreto e cospiratorio che fu.
Il Papa si è “di nuovo” dimesso, avremmo dovuto scrivere. La decisione di Giovanni Paolo III non ha certo causato lo choc originato da quella analoga del suo predecessore. Sembrerebbe quasi che le dimissioni dell’erede di Pietro al compimento dell’ottantacinquesimo anno di età siano diventate legge canonica. L’unica bizzarria è che papa Kiwongo ha scelto la stessa data di Benedetto XVI, un 28 febbraio. Per il resto come tutti sappiamo, nulla è più come prima, al termine dei 23 rivoluzionari anni di questo pontificato. Il sacerdozio femminile, il matrimonio del clero, l’amore come unico criterio richiesto per definire la famiglia, la dissoluzione dello Stato vaticano, sono solo gli esempi maggiori. Nulla è più come prima in questo Anno Domini 2036.
Pietro Veronese – Venerdì di Repubblica 23-2-13
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