E Il Naufragar M’E’ Dolce
In Questo Mare
Quale metafora migliore per raccontare l’esperienza
Dell’adolescenza!
Gli elementi ci sono tutti. La leggerezza e il brio della spuma che si polverizza nell’aria frantumandosi contro gli scogli. La giocosità delle onde che si rincorrono instancabili e mai uguali a se stesse. L’inquietudine delle increspature che rompono la calma della superficie acquosa. Il salmastro delle delusioni e delle prime scottature che bruciano come sale sulle ferite ancora aperte. L’irruenza e la distruttività delle tempeste che si alternano imprevedibili alla noia e alla monotonia della bonaccia. L’imperscrutabilità degli abissi che, proprio come il cuore di un adolescente, nascondono gelosamente tesori preziosi e dimenticati. E, ancora, la nostalgia di un’eternità e di un orizzonte senza limiti, che spaventano, ma al tempo stesso affascinano e inducono alla contemplazione.
Certo, per gli adolescenti non è sempre facile imparare ad orientarsi e a veleggiare in questo mare sterminato. Innanzitutto bisogna superare la paura dell’acqua. Quando si è ancora inesperti e nessuno ci ha ancora insegnato a nuotare, ci vuole coraggio) per prendere il
largo. E anche quando si sceglie di correre il rischio della navigazione, ci sono molti modi per solcare le onde.
C’è chi si limita a galleggiare sull’acqua, lasciandosi trascinare alla deriva dai venti mutevoli dell’incertezza e della contingenza. C’è chi preferisce navigare sottocosta, per non allontanarsi troppo dal profilo rassicurante della riva. C’è chi sfrutta la scia delle altre navi per arrivare a destinazione con il minor dispendio di energia possibile. C’è chi si lancia incautamente in mare aperto, senza fermarsi prima un momento a studiare la rotta e fare rifornimenti per il viaggio. E, poi, c’è chi, da provetto marinaio, accetta la sfida della navigazione in alto mare, ma prima di salpare per acque sconosciute si premunisce di bussola e cannocchiale, per non perdere mai di vista quei punti di riferimento che possono guidarlo durante la traversata.
In ogni caso, nonostante le paure iniziali e gli esiti incerti della navigazione, il mare, con il suo lucente scintillio e le sue profondità inviolate, non smette mai di esercitare sugli adolescenti un fascino insopprimibile. Il suo richiamo irresistibile, come quello della vita stessa, li sprona a vincere ogni timore, a spiegare le vele verso lidi inesplorati, ad avventurarsi alla ricerca di tesori nascosti, a lasciarsi cullare dal dolce dondolio delle onde, a spingersi sempre più al largo facendo rotta verso l’orizzonte infinito.
Proprio come uk pescatore, ogni adolescente sa che il mare è periglioso e le tempeste terribili, ma non considera quei pericoli ragioni sufficienti per rimanere a terra.
Alessandra Mastrodonato – Bollettino Salesiano Luglio/Agosto 2012
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