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venerdì 28 ottobre 2011

Piante Antinquinamento


         Si sa che le piante verdi assorbono l’anidride carbonica che trovano nell’aria e, utilizzando la luce, la trasformano i composti organici e ossigeno: il processo noto sotto il nome di fotosintesi clorofilliana. E’ grazie a esso che la vita è possibile sulla Terra per gli animali e per gli uomini, che invece consumano ossigeno e producono anidride carbonica.
Una ricerca della NASA, l’ente spaziale americano, ha scoperto che alcune piante molto comuni sono in grado di assorbire non solo l’anidride carbonica ma anche altre sostanze che avvelenano l’aria di case e uffici. Parliamo della formaldeide, sostanza impiegata per produrre materie plastiche, isolanti, colle, schiume, ecc.; del benzolo, che ritroviamo nelle colle e nelle vernici; del tricloretilene, presente nelle lacche, negli inchiostri e nelle sostanze sbiancanti. Queste sostanze sono presenti ovunque e possono provocare numerosi disturbi. Ma veniamo alle piante antiveleno: la migliore in assoluto è risultata la Dracena deremensis, meglio nota come tronchetto della felicità. Questa pianta riesce a depurare in una sola giornata il 50% della formaldeide, il 52% del benzolo e il 10% del tricloroetilene presente in una stanza. Anche il filodendro domestico e il filodendro oxcardium, fra i più comuni rampicanti, sono grandi nemici della formaldeide e degli altri veleni, così come il ficus benjamina e l’edera rampicante. Il pothos dorato, ricadente a foglie variegate, è invece particolarmente avido di monossido di carbonio, quello prodotto dai gas di scarico. Tra i fiori recisi, i più utili si sono dimostrati il crisantemo dei fioristi e la gerbera o margherita del Transvaal. Anche le sansevierie svolgono azione disinquinante. Attenzione però: non dimentichiamo che al buio le piante emettono anidride carbonica, anche se in quantità inferiore a quella che assorbono di giorno: non mettiamole perciò in camera da letto o ricordiamoci almeno di spostarle in un’altra stanza la sera.

         L’Edera

E’ la pianta più adatta per combattere il benzolo, un idrocarburo liquido ricavato dal catrame fossile e dal petrolio, usato come solvente nella benzina, nelle vernici, in alcuni detersivi. Evaporando, il benzolo esercita un’azione tossica.
La comune Hedera helix è velenosa (la sua linfa può provocare dermatiti allergiche, se ingerita vomito e nausea), eppure così utile anche come “mangia veleni”.


         Il Filodendro

E’ una delle numerose piante in grado di eliminare la formaldeide, un gas molto irritante ottenuto per ossidazione dell’alcol metilico. Molti materiali di uso domestico contengono formaldeide: plastiche espanse isolanti sistemate nelle intercapedini dei muri, resine sintetiche, colle o vernici usate per mobili in truciolato. E’ un battericida e un antiparassitario, quindi lo si può trovare anche nella composizione di alcuni detersivi, nei disinfettanti, nei cosmetici. Alla formaldeide, quindi, è piuttosto difficile sfuggire: si annida persino in alcuni prodotti di carta. Si libera nell’aria lentamente e vi permane; gli effetti sono: sonnolenza, irritazione della gola e degli occhi.
Molto diffuso nelle case, il filodendro domestico, le cui foglie contengono ossalati di calcio, irritanti se vengono a contatto con la pelle, è però una pianta “amica”.
Fra le altre piante capaci di neutralizzare la formaldeide, citiamo: l’Aloe vera, dal fusto corto, foglie grandi e morbide disposte a rosetta, fiori rossi, gialli o bianchi raggruppati in pannocchie molto decorative; il suo succo, distillato dalle foglie, è digestivo e lassativo; il Ficus Benjamina, che raggiunge anche grandi dimensioni; la dracena, pianta tropicale dalle larghe foglie verdi che nelle case è chiamata tronchetto della felicità; e anche una palma, la Chamaedorea seifrizii combatte, nel corso delle sue funzioni vitali, la formaldeide.


         Il Tronchetto Della Felicità

Questa pianta aiuta a combattere il fumo di sigaretta, nocivo, come si sa, per chi subisce quello degli altri, inalando in questo modo anche l’anidride carbonica emessa dal vicino. I residui della combustione del tabacco sono microscopici; neppure i sacchetti degli aspirapolvere riescono a trattenerli.
Quando in casa ci sono fumatori, il primo consiglio è perciò quello di aerare bene l’ambiente. E mettere qualche pianta, a scelta propria, nei locali dove si fuma di più. Tutto il verde, infatti aspirando anidride carbonica e immettendo ossigeno, contribuisce alla pulizia dell’aria viziata. Anche l’edera si è rivelata molto utile.


         La Gerbera

Questa pianta è di grande efficacia nel neutralizzare il tricloroetilene, un solvente contenuto nelle colle, nelle sostanze plastiche, nelle vernici e può provocare emicrania, sonnolenza e capogiri. Anche un vaso di crisantemi ( quelli giapponesi sono molto decorativi ) è in grado di contrastare questi residui di gas tossici.
Altre utili piante che servono ad eliminare detto solvente, sono la dracena e l’edera comune.


         Il Pothos

Il pothos è una pianta dalle foglie verde chiaro, in grado di combattere il monossido di carbonio, le cui fonti maggiori in casa sono i fornelli a gas con bruciatori vecchi, le stufe a kerosene, gli scaldabagni a gas, i camini.
Altre utili piante per eliminare il monossido di carbonio sono il Chlorophytum comosum, dai caratteristici ciuffi.


         La Felce

Che aiuta a eliminare il radon, gas nobile che deriva dal radio, inodore, insapore, silenzioso, penetra nelle case e si infiltra nei bronchi. Le particelle microscopiche rimanenti nell’aria dopo che il gas si è disperso sono altamente cancerogene. Può essere prodotto dalle malte e dai graniti usati per costruire gli edifici o provenire dalle viscere della terra.
Gli edifici più a rischio sono quelli costruiti con materiali radioattivi o costruiti su terreni, che per via dell’attività della crosta terreste, sono particolarmente radioattivi.
Un tipo di felce, molto utile, è la felce dell’Azolla, felce palustre, in grado di assorbire le scorie radioattive. E di assorbire attraverso le sue radici i metalli tossici per l’uomo come il mercurio, il cadmio, il nichel (sali di nichel possono sprigionarsi dai detersivi) e il piombo.

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