In totale sono sei, e tranne una, la scarlattina, tutte sono provocate da virus. Di solito prediligono i più piccoli, ma talvolta colpiscono gli adulti, causando disagi ben maggiori. Tutte scatenano l’esantema e febbre alta. Per evitarne alcune c’è il vaccino.
morbillo
varicella
rosolia
scarlattina
la quinta malattia
la sesta malattia
Morbillo: Periodo incubazione: 7-14 giorni:-- Inizio periodo contagio:2-4 giorni prima dell’eruzione cutanea-- Fine periodo contagio: 2-5 giorni successivi all’eruzione cutanea—Patogeno responsabile: Morbillivirus
Varicellla: Periodo incubazione: 2-3 settimane—Inizio periodo contagio: poco prima dell’eruzione cutanea—Fine periodo di contagio: scomparsa dell’eruzione cutanea—Patogeno responsabile: virus della varicella zoster
Rosolia: Periodo incubazione: 2-3 settimane—Inizio periodo di contagio: 1 settimana prima dell’eruzione cutanea—Fine periodo di contagio: 4 giorni successivi all’eruzione cutanea—Patogeno responsabile: (Herpes virus) Rubivirus
Scarlattina: Periodo incubazione: 2-5 giorni—Inizio periodo di contagio: 1-2 giorni—Fine periodo contagio: per tutta la malattia (8-10) giorni)—Patogeno responsabile: Streptococco beta-emolitico.
Quinta Malattia: Periodo incubazione: da 5 giorni a 2 settimane—Inizio periodo di contagio: 1 settimana—Fine periodo di contagio: alla comparsa dell’esantema—Patogeno responsabile: Parvovirus B19
Sesta Malattia: Periodo di incubazione: 5-15 giorni—Inizio periodo di contagio : appena prima della comparsa dei sintomi—Patogeno responsabile: Herpes virus umano di tipo 6 (HHV6)
Morbillo
Considerato la malattia infantile per eccellenza, il morbillo deve il suo nome “piccolo morbo”, alla contrapposizione fatta in secoli lontani con quello che era considerato il “grande morbo”, il vaiolo. Le due malattie non hanno nulla da spartire fra loro. Il confronto era dovuto al fatto di dar luogo a esantemi, differenti, alla facilità di contagio, che le contraddistingue entrambe.
Il morbillo esordisce con sintomi simili a quelli di un normale raffreddore (tosse secca, naso che cola, occhi arrossati e lacrimanti), accompagnato da una febbre sempre più alta. Successivamente compaiono puntini bianchi all’interno della bocca e, dopo 3-4 giorni, si manifesta l’eruzione cutanea, fatti di piccoli punti rossi vivo, prima dietro le orecchie e sul viso e poi estesa a tutto il corpo.
L’esantema, che dura 4-7 giorni, scompare quindi gradualmente a cominciare dal collo. Normalmente, soprattutto nel bambino sano e ben nutrito, la malattia guarisce senza dare problemi. Tuttavia esiste il rischio di super infezioni batteriche e di complicazioni che, seppure raramente, possono dare alla malattia una piega molto preoccupante. Si tratta di otite media, laringite, diarrea, polmonite ed encefalite (un’infiammazione del cervello). La polmonite colpisce circa il 6% dei bambini che si ammalano, mentre uno su cento sviluppa una encefalite. Nel 2002 si è verificata in Italia una estesa epidemia di morbillo. Più di mille ricoverati in ospedale, 23 encefaliti e 4 decessi. Per evitare rischi il bambino colpito da morbillo, va tenuto ben riguardato, ma il modo migliore per proteggere è ricorrere alla vaccinazione preventiva.
Varicella
Una febbre non elevata accompagnata da mal di testa precede di poche ore l’eruzione cutanea tipica della varicella: piccole papule rosate che per 3-4 giorni, in ondate successive, punteggiano il torace, il viso e gli arti. Il caratteristico prurito è spesso intenso e per combatterlo si può ricorrere, sotto controllo medico, a blandi antistaminici, vietato invece sfregare e rompere le papule per non correre il rischio che si infettino, perché il virus in esse contenuto, può far diffondere l’esantema. Dalla varicella si guarisce in una decina di giorni, ma il virus che l’ha provocata non sparisce mai del tutto dall’organismo. Un piccolo gruppetto riesce infatti a rifugiarsi, al riparo dalle difese immunitarie, a livello dei gangli delle radici dei nervi spinali, dove resta per anni o anche per sempre, silente e inattivo. In alcune persone i virus si risvegliano a distanza di decenni, provocando in tal caso, non una ricaduta della varicella, ma un’altra dolorosissima malattia, l’Herpes zoster, comunemente noto come “fuoco di Sant’Antonio”.
Rosolia
Il sintomo caratteristico della rosolia è costituito dalla comparsa di piccole macchie rosa prima dietro le orecchie, poi sulla fronte e su tutto il corpo, che permangono per 2 o 3 giorni. La febbre leggera, può essere accompagnata da mal di testa, lievi dolori articolari e un ingrossamento dei linfonodi della nuca e del collo. Ma, in un buon numero di casi (dal 20 al 50 per cento), i sintomi addirittura non si manifestano.
Dato che le complicazioni sono molto rare e non particolarmente gravi (la più frequente è l’otite), la rosolia nel bambino non deve preoccupare. La malattia assume invece ben altra rilevanza e non va sottovalutata, all’inizio della gravidanza. I rischi per il feto in crescita sono infatti elevatissimi. Per questo le donne che hanno avuto la rosolia, devono vaccinarsi prima di concepire.
Scarlattina
L’esordio della scarlattina è improvviso, con febbre molto alta, brividi, vomito, mal di testa e gola arrossata. La lingua si ricopre prima di una patina bianca e poi desquamandosi, diventa di colore rosso fragola o lampone. Entro 12-48 ore compaiono, partendo da inguine, ascelle e collo, macule e papule rosse leggermente rilevate, che nell’arco di 24 ore si diffondono a tutto il corpo. Il viso appare in un colore rosso acceso tranne che in corrispondenza di naso, bocca e mento che restano pallidi.
La scarlattina, che è causata da un batterio (lo streptococco beta-emolitico di gruppo A) e non da un virus, è l’unica malattia esantematica che si può contrarre più di una volta, soprattutto se per curarla velocemente si assumono antibiotici. In tal caso infatti, l’organismo non ha il tempo di mettere a punto una difesa immunitaria efficace e duratura. La terapia antibiotica, serve e viene utilizzata, prima ancora che per diminuire il periodo di contagio, per evitare le possibili complicazioni. Che possono essere anche gravi e durare a lungo. Comprendono reumatismi articolari acuti, glomerulonefrite acuta ed endocardite. La cosiddetta “quarta malattia”, o “scarlattinetta”, infine non è altro che una forma attenuata di scarlattina, con una sintomatologia febbrile, tonsillare e cutanea più attenuata.
Quinta Malattia
Si presenta all’inizio con un intenso accaldamento, con un arrossamento al volto, soprattutto alle guance che risultano anche calde al tatto, anche non essendoci febbre. Di natura esantematica, nota anche come eritema infettivo.
Iniziano a comparire macchioline rosse, leggermente rilevate rispetto alla cute circostante e dal margine a merletto. Piano piano, rivestono il tronco, le natiche, le braccia e le gambe, causando in alcuni casi anche un lieve prurito, che non richiede interventi particolari. Dura in genere una decina di giorni, ma l’eritema può ripresentarsi temporaneamente nel corso delle settimane successive se ci si espone alla luce solare, al calore, o in caso di stress emotivo molto intenso. Nella stragrande maggioranza il suo andamento è benigno. Può però provocare problemi nei bambini affetti da anemia emolitica cronica (ad es. la talassemia) perché infettando le cellule progenitrici dei globuli rossi, può far peggiore l’anemia. In questa malattia, l’eruzione cutanea segnala la fine del periodo di contagiosità.
La Sesta Malattia
Chiamata anche Roseola infantum, la sesta malattia colpisce per lo più i bambini d’età compresa tra i sei mesi e i tre anni. In genere, esordisce con una febbre anche molto elevata (39°-41°), talora accompagnata da malessere generalizzato, raffreddore, arrossamento della gola, occhi infiammati e lacrimanti e una certa irritabilità. Talora i bimbi che la contraggono riescono comunque , anche con la febbre intensa, a non perdere l’usuale vivacità. La temperatura si riduce nell’arco di 3-5 giorni, ma contemporaneamente appaiono sulla cute numerose macchioline, di dimensioni simili alla capocchia di uno spillo di colore rosa pallido.
Dopo essersi diffuso, a partire da tronco e collo, fino a viso, braccia e gambe, l’esantema regredisce rapidamente, scomparendo nell’arco di 24-48 ore.
Quando La Temperatura Sale
L’innalzamento repentino e intenso della temperatura corporea è il primo sintomo di tutte le malattie esantematiche e, in genere, anticipa la comparsa delle manifestazioni cutanee caratteristiche di uno o due giorni. In questo lasso di tempo non è possibile, né per i genitori né per il medico, poter dire quale è la causa della febbre e quindi adottare interventi specifici per eliminarla, come ad esempio antibiotici. Ciò non toglie che si debba prontamente intervenire per attenuarla, soprattutto se il piccolo tende ad andare incontro a episodi convulsivi e se la febbre è molto elevata (superiore a 39-39,5), come accade solitamente in caso di varicella, morbillo e simili:
Benché l’innalzamento della temperatura corporea in occasione di un’infezione sia di per sé un evento positivo poiché mette il sistema immunitario nelle condizioni ottimali per combattere i microrganismi patogeni, la stragrande maggioranza dei pediatri concorda sull’utilità di tenerla sotto controllo. In questo modo, si evitano al bambino malesseri eccessivi e prostrazione, che possono indebolirlo ulteriormente, impedirgli di alimentarsi in modo adeguato e rallentare la guarigione o protrarne la successiva convalescenza.
Come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il principio antipiretico di scelta per placare la febbre nei bambini è il paracetamolo, principio attivo impiegato da anni in ogni parte del mondo e ben noto per la sua efficacia, tollerabilità e semplicità d’uso.
Un ulteriore vantaggio di questo rimedio è quello di essere facilmente reperibile in caso di bisogno essendo facilmente disponibile in qualunque farmacia e acquistabile senza ricetta medica. Un dettaglio ottimo, in quanto se si considera l’esordio tipicamente improvviso della febbre e la necessità di sedarla in fretta, anche di notte o nei fine settimana in montagna.
Meglio comunque avendo bimbi piccoli in caso tenerne una scorta nell’armadietto dei medicinali. Esistono formulazioni di paracetamolo specifici per l’età pediatrica, con dosaggi calibrati sul peso del bimbo, da somministrare per bocca, con sciroppo o compresse, o come supposte per via rettale.
Nel caso di gocce o pastiglie l’effetto antipiretico è più rapido, si manifesta già dopo mezz’ora. Invece per le supposte occorre un’ra e mezza.
Se dopo una iniziale riduzione della temperatura, torna poi a salire, non ci si deve preoccupare. E’ un fenomeno normale e si può di nuovo fare uso di paracetamolo ogni 4-6 ore.
Sentire comunque il pediatra nell’arco delle 24-48 ore, per avere la diagnosi della malattia esantematica e avere l’indicazione a cure specifiche di supporto.
…CONSIGLI PRATICI
Somministrare l’antipiretico quando la temperatura supera i 38,5°C (o 37,5-38°C in caso di bambini da 3 mesi a 6 anni che soffrono di convulsioni)
Se il bambino ha meno di 3 mesi o mostra segni di forte torpore, chiamare subito il pediatra; viceversa si possono attendere 24 ore e vedere come evolve la situazione
Far bere al bambino molti liquidi per reintegrare quelli persi con il sudore
Non coprire troppo il piccolo per favorire la dispersione del calore, eliminare quindi golfini e coperte troppo pesanti
Applicare una borsa del ghiaccio o impacchi freschi sulla fronte
Mantenere il bambino in un ambiente tranquillo e confortevole, ma non troppo caldo
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