Inventata nel 1714 da Henry Mill (con il nome di "macchina per trascrivere
lettere"), la macchina da scrivere non era conosciuta ancora con questo
nome ed era passata successivamente attraverso varie rivisitazioni (tra cui
quella dell'italiano Giuseppe Ravizza nel 1846), legate a
utilizzi diversi da quello per cui in seguito divenne famosa. L'obiettivo
iniziale di Sholes era di creare un marchingegno per numerare le pagine di un
libro, biglietti e così via.
Confrontandosi con l'amico tipografo, Samuel W. Soule, comprese le difficoltà
del lavoro tipografico e decise di partire dalla risoluzione di queste per
arrivare a uno strumento in grado di battere testi in maniera più rapida e
funzionale. Nacque così la Typewriting machine (traduzione
inglese di "macchina da scrivere") che i due brevettarono nel giugno
del 1868.
Questo modello presentava una tastiera simile a quella di un pianoforte con
tasti neri e tasti bianchi, fatti rispettivamente di ebano e avorio, disposti
in due file. Le lettere erano tutte in maiuscolo, mentre mancavano i numeri
"zero" e "uno", ritenuti superflui in quanto sostituibili
con le lettere "O" e "I".
Lavorando sul primo prototipo, Sholes ebbe un'intuizione straordinaria per il
definitivo successo della sua invenzione. Si accorse della scarsa funzionalità
della disposizione in ordine alfabetico delle lettere; di qui decise di
adottare un diverso ordine che separava le coppie di lettere più utilizzate,
facendo sì che i martelletti non si incastrassero. Denominato QWERTY (dalle
prime cinque lettere della fila più in alto), quel sistema venne poi adottato
anche per le tastiere dei computer.
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