Un
successo inatteso per la piccola casa editrice Bloomsbury che
ci ha visto giusto, scommettendo su un'autrice fino a quel momento sconosciuta
e che si era vista rifiutare il suo libro da editori più quotati. Del resto,
l'allora 32enne, originaria di Yate (cittadina a sud dell'Inghilterra), non
aveva pubblicato nulla di suo e l'idea di buttare giù un romanzo le era venuta
durante il tragitto da casa alla sede londinese di Amnesty International (dove
lavorava come segretaria).
Per questo la Bloosmbury decide di darle fiducia ma optando per la segnalazione
del suo nome con le sole iniziali e giocando sul mistero della sua reale
identità. Il 30 giugno del 1997 l'opera viene pubblicata nel Regno Unito. Nella
storia del piccolo Harry, orfano dei genitori (uccisi dal feroce Lord
Voldemort) e che dopo un'infanzia infelice scopre di essere predestinato
alla magia, e nell'idea di un mondo reale e di uno magico che convivono in
perfetta armonia, risaltano i richiami alle mitologie celtica e greca accanto
agli stereotipi classici della letteratura fantastica del passato.
Per la Rowling è l'inizio di un successo planetario che con sette libri,
pubblicati nell'arco di dieci anni e tradotti in 80 lingue (finanche in latino
e in greco antico), la vede arrivare ad essere la terza autrice donna per
numero di copie vendute (500 milioni). Un marchio miliardario reso ancor più
redditizio dalle trasposizioni cinematografiche ricavate dalla Warner
Bros, con otto film in totale (la trama dell'ultimo libro viene sviluppata
in due pellicole)
https://www.mondi.it/almanacco/voce/12051
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