È qui che si materializza il disastro. Dal
deragliamento del treno merci n. 50325, proveniente da San Martino
di Trecate (Novara) e diretto a Gricignano di Aversa (Caserta), con un carico
di GPL. Fatale il cedimento del carrello del primo carro cisterna
che porta il convoglio fuori dai binari, provocando uno squarcio in una delle
cisterne.
In pochi secondi la fuoriuscita del gas liquido
si trasforma in un'infernale arma di distruzione, che cancella nell'immediato
le vite di undici persone, portandone a morte altre 20 dopo settimane di
sofferenze per le gravi ustioni riportate. Nel computo totale delle vittime
vengono inclusi anche due anziani stroncati da infarto per lo spavento.
L'inchiesta giudiziaria che ne deriva porta al
rinvio a giudizio per 33 imputati, facenti capo a 9 società (FS, Gatx,
Jungenthal, Cima Riparazioni). A gennaio 2017 arriva la sentenza di primo
grado, con condanne a sette anni di reclusione per i vertici (in carica nel
2009) di RFI, FS e Trenitalia, confermate nella sentenza di secondo grado
emessa il 20 giugno 2019 dai giudici della Corte di appello di Firenze.
La Corte di Cassazione, nel gennaio 2021, ha
dichiarato prescritto il reato di omicidio colposo e rinviato il giudizio per
un appello bis per valutare la responsabilità per il solo reato di disastro
ferroviario colposo.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/1053001
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