Nato in Scozia, Alexander Graham Bell si
dedicò fin da piccolo agli studi di acustica e sull'emissione della voce. Il
suo interesse per le problematiche connesse alla comunicazione verbale era
maturato dalle esperienze familiari: padre e nonno professori di dizione, madre
sordomuta. E su quest'ultima che testò i suoi primi apparecchi finalizzati alla
rieducazione dei sordomuti all'uso della voce.
Trasferitosi con la famiglia in America, qui
riprese i suoi studi ottenendo la cattedra di Psicologia Vocale e Dizione
all'Università di Boston, proseguendo gli esperimenti sulle
telecomunicazioni. Un primo importante risultato fu la messa a punto di un
pianoforte in grado di trasmettere la musica a distanza attraverso segnali
elettrici. La sfida da vincere era sostituire alla musica la voce umana. Bell
vi riuscì grazie anche al sostegno economico degli investitori Gardiner Hubbard
e Thomas Sanders.
Partendo dalle nuove frontiere aperte dal telegrafo
elettrico, inventò una macchina parlante che più tardi prese il nome
di telefono elettrico e il cui brevetto venne rilasciato il 7
marzo del 1876. La prima dimostrazione in pubblico ebbe luogo in estate nel
corso dell'Esposizione di Filadelfia, organizzata per celebrare il centenario
della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti. Bell pronunciò nel
microfono il celebre dilemma shakespeariano «essere o non essere, questo
è il problema» e la sua voce raggiunse, a 150 metri da lui, Paolo II
imperatore del Brasile, attaccato al cavo ricevente.
L'episodio spalancò a Bell le porte del successo
economico: dopo aver fondato una compagnia telefonica che
portava il suo nome, portò il telefono in giro per il mondo estasiando sovrani
e capi di Stato, tra cui la regina Vittoria. In quello stesso periodo si vide
investito dalle prime accuse di aver copiato invenzioni già esistenti. Se
Elisha Gray aveva brevettato il telefono a induzione magnetica quasi in
contemporanea a Bell, ben cinque anni prima un inventore fiorentino,
trapiantato negli USA, aveva registrato un apparecchio simile, denominato telettrofono.
Il suo nome era Antonio Meucci. Per
via delle ristrettezze economiche lo stesso non aveva potuto rinnovare il
brevetto provvisorio concessogli nel 1871 e questo aveva spianato la strada al
primato di Bell. Ne seguì una lunga contesa tra Italia e Stati Uniti a colpi di
carte bollate e sentenze, risolta in parte nel 2002, quando il Congresso degli
Stati Uniti riconobbe la priorità dell’italiano nell'invenzione del telefono.
In realtà le rispettive comunità scientifiche
continuano a dividersi sull'attribuzione del primato.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/252022
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