“Non vorrei essere un sottofondo, vorrei che la mia
musica fosse l'unica cosa importante, almeno nel tempo in cui la si ascolta.”
David Gilmour
Pink stories
Ancora oggi a tanti anni di distanza dalla fuoriuscita
dello squilibrato Syd Barrett,
di cui prese il posto, David Gilmour, signore dalla faccia bonaria
e dall'aria svagata, così contrastante con l'immagine che abbiamo attraverso le
foto degli anni '60, è il chitarrista dei Pink
Floyd, mitico gruppo psichedelico responsabile di innumerevoli capolavori.
Un gruppo che ha dovuto subire varie scissioni, compreso l'inossidabile Rick
Wright (nel 1979), poi rientrato per misteriose ragioni; la conseguenza è che
adesso la leggendaria band non sembra altro che un terzetto che si trascina più
o meno stancamente fra un concerto e l'altro rincorrendo i fasti del passato.
Sensazione che hanno in molti, anche se tanti altri potranno non essere
d'accordo con questo giudizio.
David Jon Gilmour, nato il 6 marzo 1946 a Cambridge,
Inghilterra, era un buon amico di infanzia di Barrett, con il quale al tempo
delle scuole imparò a suonare la chitarra.
Già nel 1962 duettavano insieme durante le prove del suo gruppo
"Mottoes", sciolto come neve al sole per fare posto a esperienze con
vari gruppi locali come i "Ramblers" o i "Jokers wild".
La sua carriera prende una svolta decisiva quando
viene cooptato negli ancor giovani ma già famosi Pink Floyd. Il suo ingresso è
datato 1968 quando, durante l'incisione del disco "A saucerful of
secrets", sostituisce lo stralunato Barret, incapace a quanto pare di
reggere il successo che aveva investito la band e alienato da seri problemi di
natura mentale.
Da quel momento in poi il gruppo subisce varie
metamorfosi stilistiche nel tentativo di assorbire lo choc della dipartita di
Barrett, il creativo. Le redini della conduzione artistica passano proprio
nelle mani di Gilmour e del bassista Roger Waters,
i quali si rivelano entrambi dotati di notevole intuito musicale. Non a caso i
grandi successi commerciali dei Pink Floyd si devono equamente alla firma dei
due.
Ci sarebbero da raccontare in modo dettagliato le
tormentate vicende del gruppo ma queste fanno storia a sé. Inutile ricordare
come una certa ruggine covasse fra alcuni componenti della band: uno stato
emotivo che poi portò alla rottura da parte di Roger Waters deciso
a iniziare un'avventura artistica per conto proprio.
Negli anni travagliati segnati da quegli avvenimenti,
anche Gilmour ci prova con la carriera solista. Debutta in questa nuova veste
nel 1978 con un album omonimo composto durante i momenti vuoti di produzione
dei Pink Floyd. L'album ha comunque avuto un buon successo ed è rimasto per
lungo tempo nelle classifiche inglesi e americane.
Nel 1984 esce "About face", secondo album
firmato in proprio e toccato da scarso successo. Tuttavia nello stesso
anno David Gilmour si diletta in numerose collaborazioni:
suona prima in concerto come ospite con Bryan Ferry, poi incide insieme all'ex
Roxy Music il disco "Bete noire"; in seguito suona con Grace Jones
nell'album "Slave to the rhythm".
Il sublime chitarrista è
però insoddisfatto. Vuole dare corpo in modo autonomo ad alcune sue idee
musicali e così forma un gruppo con il batterista Simon Phillips. L'esperienza
è negativa e nel 1986, in accordo con Mason, decide di continuare le tournèe
che aveva in corso con il redivivo nome di Pink Floyd: in previsione ci sono
nuove registrazioni e nuovi dischi.
Ecco che si fa vivo per protestare Roger Waters,
pieno di vibrante indignazione, e così da quel momento inizia l'interminabile
battaglia legale tra l'ex bassista e il resto del gruppo (capeggiato da David
Gilmour), per l'uso esclusivo del marchio "Pink Floyd".
Nel contempo anche Richard Wright si disimpegna dalle
incisioni preannunciate, fino a esser spesso sostituito da altri strumentisti
di passaggio.
Nel 1986 Mason e Gilmour,
inarrestabili, incidono a nome Pink Floyd "A momentary lapse of
reason", contenente hit-singles come "On the turning away",
"Learning to fly" e "Sorrow". In
parte è un ritorno alla musicalità di album come "Wish you were
here", anche se la genialità di un tempo sembra di gran lunga latitare. Le
vendite sono buone e l'album si rivela tutto sommato ben congegnato, con
la chitarra di
Gilmour ancora capace di creare atmosfere sognanti ed evocative.
Nel 1987 Wright rientra attivamente nel gruppo e i
Pink Floyd (o almeno quello che ne rimane) iniziano una grandiosa tournèe zeppa
di effetti speciali e soluzioni spettacolari, durata circa quattro anni e
segnata da un enorme afflusso di persone (si calcola che siano stati strappati
qualcosa come sei milioni di biglietti), a testimonianza che nel cuore dei fan
il passato, per quanto glorioso, ha ceduto lentamente il posto al nuovo, forse
meno visionario ma più sereno stile dei Pink Floyd.
Nel 2006 è uscito l'album solista di David
Gilmour dal titolo "On an Island" nel quale, oltre alla
moglie Polly Samson, autrice di molti dei testi, hanno collaborato
gli amici Graham Nash, David Crosby, Robert Wyatt, Phil Manzanera. Polly è
anche giornalista e scrittrice; il suo primo romanzo pubblicato in Italia (il
secondo della sua carriera) si intitola "La gentilezza".
Il nuovo lavoro da solista arriva nel 2015 e si
intitola "Rattle That Lock". Nel brano "In Any Tongue" il
figlio Gabriel Gilmour (al suo debutto) suona le parti di pianoforte. Nel brano
"Today", la moglie Polly (che ha scritto il testo) presta la propria
voce.
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