Ogni 19 Marzo, il giorno di
San Giuseppe, in Italia si celebra la Festa del Papà e per tutti è un bel modo
per dire al proprio babbo quanto è speciale e unico.
La festa del papà (detta anche festa
del babbo) è una ricorrenza civile diffusa in alcune aree del mondo,
celebrata in onore della figura del padre, della paternità e dell'influenza sociale
dei padri. Nella Svizzera
italiana è elevata a festività a tutti gli effetti.
La data in cui si festeggia è alquanto variabile da Paese a
Paese
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Nei paesi cattolici, i padri vengono
celebrati fin dal Medioevo il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, padre putativo
di Gesù.
Secondo un'antica tradizione, il culto
di questo padre adottivo si sviluppò fin dal V secolo in certi monasteri
egiziani dove fu scritta la Storia apocrifa di Giuseppe il falegname e dove la
sua festa fu fissata al 20 luglio (rimane tuttora nel calendario copto).
Il culto di questo santo si diffuse
anche intorno alla "casa di Giuseppe" almeno dal VI secolo. Questo
culto decadde alla fine dell'Alto Medioevo. La sua festa del 19 marzo appare
per la prima volta nell'anno 800 in un martirologio gallicano scritto da Rheinau,
in cui è chiamato Ioseph sponsus Mariae ("Giuseppe sposo di Maria").
La scelta di questa data sei giorni
prima della festa dell'Annunciazione è probabilmente dovuta a una confusione
con il nome di un martire di Antiochia chiamato Giuseppe o Giosippo, già
celebrato il 19 marzo, e anche una concordanza sincretica con le Quinquatrie,
feste religiose in onore della dea Minerva.
Nei secoli successivi, non fu più
conosciuto semplicemente come il marito di Maria, ma come un padre, Nutritor
Domini ("Nutritore del Signore"). Il suo culto, al quale la Chiesa
associa tradizionalmente la festa dei padri, si sviluppa nei secoli XIV e XV
(in particolare sotto l'influenza dei francescani che sono diventati i custodi
della "casa di Giuseppe" e il cui capitolo generale di Assisi adotta
la sua festa del 19 marzo nel 1399) ma fatica a imporsi perché Giuseppe rimane
"il grande silenzioso del Vangelo".
La festa è celebrata in varie date e
spesso è accompagnata dalla consegna di un regalo al proprio padre. Già
nel 1871 la Chiesa Cattolica aveva
proclamato San Giuseppe (festeggiato il
19 marzo) protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa universale.
Come sintetizzava papa Leone XIII: «In Giuseppe hanno i
padri di famiglia il più sublime modello di paterna vigilanza e provvidenza; i
coniugi un perfetto esemplare d’amore, concordia e fedeltà coniugale; i vergini
un tipo e difensore insieme della integrità verginale. I nobili imparino da lui
a conservare anche nella avversa fortuna la loro dignità e i ricchi intendano
quali siano quei beni che è necessario desiderare. I proletari e gli operai e
quanti in bassa fortuna debbono da lui apprender ciò che hanno da imitare»[1].
La prima volta documentata in cui fu
festeggiata negli Stati Uniti d'America sembrerebbe essere il 5 luglio 1908
a Fairmont, West Virginia, presso la chiesa metodista locale.[2] Fu la signora
Sonora Smart Dodd la prima persona a sollecitare l'ufficializzazione della
festa; senza essere a conoscenza dei festeggiamenti di Fairmont, ispirata dal
sermone ascoltato in chiesa durante la festa della mamma del 1909, ella organizzò la
festa per la prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane. La festa fu organizzata proprio nel mese di giugno perché in tale mese
cadeva il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana.
Data e associazione
Come indicato in introduzione, la data
in generale varia da Paese a Paese. In alcuni Paesi di tradizione cattolica, la festa del papà
viene festeggiata il giorno di san Giuseppe, il 19 marzo. Nei Paesi che seguono la tradizione
anglosassone, ossia molti nel continente americano, la festa si tiene la terza domenica di giugno; in altri Paesi la data
della festa del papà segue invece tradizioni locali.
In alcuni Paesi la festa è associata ai
padri nel loro ruolo nazionale, come in Russia, dove è celebrata come la festa dei difensori della patria (День
защитника Отечества), e in Thailandia, dove coincide con il compleanno del defunto sovrano Rama IX, venerato come padre della nazione.
Giorno |
Paese (nome locale) |
Serbia (Paterice) |
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Russia (День защитника Отечества ossia Giorno dei
difensori della Patria) |
|
Andorra (Dia del Pare), Bolivia, Honduras, Croazia (Očev Dan), Italia (Festa del
Papà), Liechtenstein, Portogallo (Dia do Pai), Spagna[4] (Día del
Padre, Dia del Pare, Día do Pai), Svizzera - Canton Ticino (Festa del
Papà), Vaticano (San
Giuseppe). |
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Corea del Sud (어버이날 = letteralmente: festa
dei genitori, perché i coreani festeggiano la mamma e il papà nello
stesso giorno) |
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Romania (Ziua Tatălui, ossia Festa del padre) |
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Lituania, Svizzera (escluso
il Canton Ticino) |
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Danimarca (insieme alla festa della Costituzione) |
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Argentina, Camerun, Canada, Cile, Cina, Colombia, Costa d'Avorio, Cuba, Ecuador, Filippine, Francia, Giappone, Grecia, Hong Kong, India, Irlanda, Israele, Kenya, Madagascar, Malaysia, Mali, Malta, Marocco, Mauritius, Messico, Paesi Bassi, Pakistan, Paraguay, Perù, Regno Unito, Repubblica Ceca, Senegal, Singapore, Slovacchia, Stati Uniti d'America, Sudafrica, Tunisia, Turchia, Ungheria, Venezuela |
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Thailandia (anniversario del re Bhumibol Adulyadej (5
dicembre 1927 - 13 ottobre 2016)) |
|
In Italia
Come in alcuni Paesi di tradizione cattolica, la
festa del papà viene festeggiata il giorno di San Giuseppe, sposo della Beata
Vergine Maria, simbolo di umiltà e dedizione. Nel Martirologio Romano, 19
marzo, n. 1, si legge: «Solennità di San Giuseppe, sposo della beata Vergine
Maria: uomo giusto, nato dalla stirpe di Davide, fece da padre al Figlio di Dio
Gesù Cristo, che volle essere chiamato figlio di Giuseppe ed essergli
sottomesso come un figlio al padre. La Chiesa con speciale onore lo venera come
patrono, posto dal Signore a custodia della sua famiglia».
I primi a celebrarla furono dei monaci benedettini nel 1030,
seguiti dai Servi di Maria nel 1324 e dai Francescani nel 1399. Venne poi
promossa dagli interventi dei papi Sisto IV e Pio V, ed estesa a tutta la
Chiesa nel 1621 da Gregorio XV. Fino al 1976 il giorno in cui la Chiesa celebra
san Giuseppe era considerato in Italia festivo anche agli effetti civili, ma
ciò venne eliminato con la legge n. 54 del 5 marzo 1977, mentre in Canton
Ticino, in altri cantoni della Svizzera e in alcune province della Spagna,
questo giorno è festivo agli effetti civili. Nel 2008 sono stati presentati
alcuni disegni di legge per il ripristino delle festività soppresse agli
effetti civili: San Giuseppe, Ascensione, Corpus Domini, Santi Pietro e Paolo e
il Lunedì di Pentecoste.
San Giuseppe, in quanto archetipo del padre, nella tradizione
popolare protegge anche gli orfani, le giovani nubili e i più sfortunati. In
accordo con ciò, in alcune zone della Sicilia, il 19 marzo è tradizione
invitare i poveri a pranzo. In altre aree la festa coincide con la festa di
fine inverno: come riti propiziatori, si brucia l'incolto sui campi da lavorare
e sulle piazze si accendono falò da superare con un balzo.
Dolci tipici[modifica | modifica wikitesto]
Il dolce tipico della festa ha varianti
regionali ma per lo più a base di creme e/o marmellate, con pasta choux. A Roma sono
chiamati Bignè di San Giuseppe e vengono tradizionalmente
preparati fritti, sebbene attualmente sia diffusa anche la cottura al forno.
Esemplare è il dolce napoletano, che
prende il nome di zeppola di San Giuseppe. Secondo la
tradizione, infatti, dopo la fuga in Egitto, con Maria e Gesù, san Giuseppe
dovette vendere frittelle per poter mantenere la famiglia in terra straniera.
Sono realizzate con pasta choux e possono essere
fritte o al forno; al di sopra viene posta di norma crema pasticcera e marmellata di amarene.
In Toscana e in Umbria è diffuso come
dolce tipico la frittella di riso, preparata con riso
cotto nel latte e aromatizzato con spezie e liquori e poi fritta.
In Emilia-Romagna il dolce tipico della
festività è la raviola (piccolo
involucro di pasta frolla o pasta di ciambella richiuso sopra una cucchiaiata
di marmellata, crema o altro ripieno, poi cotta al forno o fritta). A Trebbo di
Reno, in provincia di Bologna, si tiene ogni anno nella terza domenica del mese
di marzo, la tradizionale e bicentenaria "Festa della raviola" che
prevede sia riti religiosi, sia altre manifestazioni che richiamano al paese
parenti, visitatori e turisti. In alcune regioni del centro Italia (soprattutto
Toscana, Umbria e Lazio) sono diffusi dei dolcetti, sempre fritti, a base di riso
cotto nel latte a cui si aggiungono a piacere vin santo, uva passa o canditi e
che vengono chiamati frittelle.
In Molise, in particolare nel comune di Riccia, il dolce tipico è il calzone di San Giuseppe (in dialetto
molisano “cavezone”). È un dolce fritto, composto da una pasta sfoglia
molto delicata e un ripieno particolarmente vellutato. La sua particolarità sta
proprio nella farcitura, composta da: ceci, miele e/o zucchero ed essenza di
cannella o di vaniglia o di cedro[6].
In Sicilia sono presenti diversi tipi di
dolci consumati specialmente durante questa festività come ad esempio le sfince di San
Giuseppe; inoltre, tipici della tradizione catanese e diffusi in
tutta l'isola, sono i dolci fritti a forma di tocchetti o bastoncini a base di
riso, aromatizzati con buccia d'arancia e miele, noti come zeppole di riso o crispelle di riso.
A Galliate, in provincia di Novara, è invece tipico il gramolino.
https://it.wikipedia.org/wiki/Festa_del_pap%C3%A0
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