Il 21
marzo ricorre la Giornata internazionale delle foreste, un’occorrenza istituita dalle Nazioni Unite con lo scopo di
aumentare la consapevolezza sull’importanza di questo ecosistema e di invitare le comunità locali a
organizzare attività focalizzate sulla sua salvaguardia.
Come
accade per molte giornate dedicate a temi specifici, non manca la necessità di
rendere centrale l'argomento nel dibattito pubblico.
Le foreste sono infatti uno degli
ecosistemi più danneggiati dagli esseri umani: secondo le stime il globo ha già perso un terzo delle sue foreste, e annualmente continuano a esserne distrutte circa 12 milioni di ettari.
E se da
un lato il disboscamento è dovuto principalmente all'aumento
della richiesta di suolo necessario per coltivare, allevare animali e costruire
abitazioni per una popolazione mondiale in costante aumento, a contribuire alla
deforestazione si aggiungono anche le cause indirette, come l’intensificarsi
dei fenomeni atmosferici estremi che vedono la vegetazione
distrutta da incendi, siccità, alluvioni e forti venti.
Il
problema è complesso e ramificato: le foreste infatti accolgono un’enorme
varietà di flora e di fauna, ma sono indispensabili anche per
la sopravvivenza delle popolazioni indigene, nel sequestro di anidride carbonica, e
per moltissimi altri fattori che spaziano dai settori economici a quelli
sociali, ambientali e sanitari.
Per chi
volesse approfondire la questione, ecco un percorso di lettura focalizzato su alcuni dei moltissimi
saggi e guide che negli ultimi anni si sono dedicati a questo tema con tagli
specifici, che permettono di comprendere meglio le numerose sfaccettature di
una questione ambientale che ha anche importanti ricadute sulla vita degli
umani.
Per
avvicinarsi al mondo delle foreste un buon punto di partenza sono gli scritti
di Peter Wohlleben, guardia forestale con
esperienza pluridecennale, che nei suoi libri rivela tutti i “segreti” scoperti
negli anni spesi nei boschi.
Ne La forza gentile degli alberi (in uscita per Garzanti,
con la traduzione di Paola Rumi) l’autore si dedica a raccontare l’incredibile
capacità di rigenerazione di questi sistemi anche in seguito a eventi estremi.
Ma a tutto c’è un limite, e i pericoli che si moltiplicano limitano la capacità
ricostruttiva di questi sistemi.
Tra i
più importanti divulgatori del mondo vegetale troviamo anche il botanico Stefano
Mancuso, che
nel saggio Plant Revolution (in uscita per Giunti a maggio in
una nuova edizione), aiuta a riformulare il modo in cui pensiamo alle piante.
Il modo in cui ci rapportiamo a loro ce le fa ascrivere in una sfera più vicina
a quella degli esseri inanimati che ai viventi, ma se le analizziamo nel
dettaglio, scopriamo che in realtà i vegetali sono organismi complessi e sofisticati,
e nello studio delle loro strutture costitutive e dei loro sistemi di
adattamento potremmo persino trovare le risposte ad alcune necessità del
prossimo futuro.
Ma
oltre a darci ispirazioni utili per il futuro, gli alberi sanno raccontarci
molto anche del passato. Per esempio la dendrocronologia (cioè la scienza che
si occupa di studiare gli anelli all’interno dei tronchi degli alberi) è capace
di recuperare informazioni molto utili, come le stagioni climatiche che la
pianta ha attraversato. Lo racconta la dendrologa Valerie Trouet nel libro Gli anelli della vita (Bollati Boringhieri,
traduzione di Bianca Bertola), nel quale comprendiamo come gli alberi, anche
grazie alla loro longevità, possano fungere da grande archivio naturale della
storia del clima e delle relazioni tra uomo e ambiente.
Dire
bosco o foresta però, in realtà non significa indicare un ecosistema preciso,
perché il luogo in cui questi si sviluppano ne cambia la forma, le
caratteristiche intrinseche e le forme vegetali e animali che la abitano. Chi
fosse interessato a quelli che popolano il territorio italiano potrebbe lasciarsi
guidare da Il richiamo delle foreste. Guida a
foreste, boschi e alberi in Italia (Altraeconomia), di Diego Florian,
Alberto Pauletto e Marianna Usuelli, che è un vero e proprio invito alla
scoperta dei boschi italiani attraverso itinerari, cammini e sentieri. Non si
tratta però di percorsi esclusivamente naturalistici, ma di esplorazioni
tramite cui comprendere anche il valore sociale, economico e ambientale degli
ambienti che caratterizzano il territorio italiano.
In
questo viaggio ci si può far accompagnare anche da Atlante
dei boschi italiani (Laterza) di Mauro
Agnoletti,
professore di Storia del paesaggio e Pianificazione forestale, che ci guida
nella scoperta della grande biodiversità del panorama boschivo italiano.
Impariamo così a conoscere le peculiarità delle 58 tipologie di boschi
nostrani, dalle abetine alle pinete, dai querceti alla macchia mediterranea,
approfondendo il modo in cui la storia e le attività umane ne abbiano
influenzato la formazione e lo sviluppo.
Come
ogni percorso di scoperta e apprendimento, anche questo assume un valore ancora
maggiore se condiviso con i più piccoli. Non mancano i testi divulgativi per
bambini e ragazzi dedicati al tema: ne è un esempio Il
bosco è la nostra casa (Aboca kids, traduzione di Anita Taroni),
scritto e illustrato da Sara Fernández e Sonia
Roig,
entrambe laureate in Scienze Forestali, che in questo libro hanno voluto
distillare la loro conoscenza così da trasmetterla alle nuove generazioni, che
in questa disciplina potrebbero trovare una passione per il futuro.
Il
rapporto degli umani con il mondo vegetale, anche al fine della salvaguardia
delle foreste, è infatti da rivoluzionare. L'antropologo Eduardo
Kohn affronta
la questione partendo dai suoi studi sulle interazioni delle popolazioni
amazzoniche con la più famosa delle foreste. In Come
pensano le foreste. Antropologia oltre l'umano (nottetempo, traduzione di
Alessandro Lucera e Alessandro Palmieri) si evince come l'atteggiamento
occidentale che vede uomo e ambiente separati non sia più applicabile, ma che
anzi sia ormai indispensabile, anche in termini antropologici, ragionare in
termini di interconnessioni.
Un
approccio, quest'ultimo, forse ancora più evidente se si affronta la questione
da un punto di vista letterario. In fondo i boschi e le foreste non sono
mai mancate nelle storie di invenzione, a partire dalle favole dei fratelli
Grimm che
continuano a caratterizzare l’immaginario dell’infanzia dei bambini di tutto il
mondo. La foresta è il luogo del mistero, di creature al limite tra il mondo
umano e quello animale, del possibile che si mescola all'impossibile: è così
nei classici come Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, e nell’immaginario dei
capisaldi del fantasy, a partire dalla celebre saga de Il
signore degli anelli di J. R. R. Tolkien.
E se
nella vita quotidiana sembra difficile riuscire a reinventare il rapporto con
piante e vegetazione, ci si può far ispirare dagli scrittori a cui la fantasia
per farlo non è mai mancata: pensiamo a romanzi dall'atmosfera suggestiva come Il
barone rampante di Italo
Calvino e L'uomo che piantava gli alberi di Jean Giono, ma anche ai testi letterari che trovano fondamento sulla vena
pragmatica dei propri autori, come Henry David Thoreau, che ha vissuto la sua
filosofia di riavvicinamento alla natura raccontandola in Walden.
Vita nei boschi, o
come Pia Pera, che a testi come Contro il giardino. Dalla parte delle piante ha affidato la sua poetica filosofia del giardino.
https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/approfondimenti/2023/03/15/giornata-internazionale-delle-foreste-un-percorso-di-letturanbsp_fbf85202-5524-4c06-96d8-a2c5a293aedb.html
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